Un modulo inedito a livello internazionale. Il ct: «E’ spettacolare»
Si è dibattuto molto in questi giorni dell’“operazione under 25” messa in moto fin da subito da Gian Piero Ventura. Se questo è uno dei fronti caldi per il ct, obbligato a mettere mano al gruppo Italia guardando anche alla carta d’identità, c’è senza dubbio una seconda sfida che in questo momento assume un’importanza forse maggiore. Si tratta del passaggio tattico in via di definizione in questi giorni, in anticipo sul programma di inizio ciclo: ovvero la transizione dal 5-3-2 di Euro 2016, al 4-2-4, schema ideale per l’allenatore azzurro. Non una scelta obbligata, in questo caso, ma una opzione privilegiata per vocazione. A questo proposito qualche tempo fa, ragionando liberamente sul tema, il ct non aveva nascosto i motivi che lo animavano e lo animano, per trasferire anche in Nazionale un sistema di gioco che lui ha saputo esaltare in passato, da Pisa a Bari fino a Torino: «Il 4-2-4 è spettacolare, permette un gioco di attacco che piace ai giocatori e ai tifosi, non solo a me». Tutto questo favorito dalla presenza di una generazione di esterni di valore che si stava facendo largo, penalizzati dal modulo Conte: da Berardi a Insigne, da El Shaarawy a Di Francesco, da Bonaventura a Sansone fino a Bernardeschi e Verdi.
LA GRANDE SCOMMESSA. Eppure in Italia in questo momento nessuno gioca con questo sistema. La Roma di Spalletti, alla fine della scorsa stagione, aveva proposto una interpretazione del 4-2-4, con Perotti e Nainggolan punte centrali. Se si allarga il discorso a livello internazionale si ha lo stesso riscontro: non ci sono Nazionali di rango che adottino il 4-2-4. Ecco perché pensiamo che questa sia davvero la Sfida di Ventura. «Io sono stato chiamato per portare qualcosa di mio» aveva spiegato lunedì scorso il ct davanti a questa constatazione comparata. Sarà il Liechtenstein che terrà a battesimo la nuova Nazionale, ma non bisogna pensare che la stagione del 3-5-2 azzurro sia finita: quasi certamente si tonerà all’antico contro la Germania, martedì prossimo. Eppoi l’accelerazione di questi giorni è dipesa anche dall’indisponibilità del blocco difensivo juventino. Con Barzagli e Chiellini convocati, non sarà certo Ventura a forzare la svolta: o ci sarà la condivisione dei senatori o si andrà avanti con giudizio. Senza dimenticare comunque che fin qui uno dei momenti migliori dell’Italia venturiana si è avuto negli ultimi 20’ del big match contro la Spagna, con l’ingresso di Belotti e Immobile e il passaggio al 4-2-4, che avrebbe potuto perfino portare al successo, dopo oltre un’ora di sofferenza, con l’Italia bloccata nel 5-3-2 di partenza.
DENTRO IL MODULO. Il 4-2-4 di Ventura è chiaramente una evoluzione del 4-4-2. Anche in questo caso, come in quello del 3-5-2, nelle due fasi, la squadra assume schemi diversi. Nell’idea di Ventura, il sistema prevede due mediani di contenimento, due esterni e due punte che tengano bassa la linea di difesa avversaria. Se alla teoria si associa la qualità tecnica dei singoli (come Candreva e Bonaventura) ecco che viene fuori l’anima offensiva dello schema.
GIOCO D’ATTACCO. «Sì, il 4-2-4 è il modulo degli attaccanti: è bello e… faticoso». E’ toccato a Pavoletti ieri dare riscontro di quanto sta nascendo a Coverciano: «Bisogna faticare molto, perché il rischio è quello di spaccare in due la squadra. Ma qui c’è unità, voglia, determinazione, gioventù. Dunque, perché non provare?». Anche Sansone, direttamente coinvolto, perché alternativa a Bonaventura, vota per questo schema: «Noi nel Villarreal adottiamo un 4-4-2 non molto diverso. Per me dunque non è una scoperta. Io credo sia un ottimo modo di giocare».
fonte:corrieredellosport