Ma che succede a Jorginho

8 novembre 2016 | 00:00
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Ma che succede a Jorginho

Un anno fa, di questi tempi, Jorginho si era «preso» il Napoli ed era diventato il faro della squadra. Quest'anno invece l'italo-brasiliano non solo sembra essersi smarrito, ma ha perso pure la certezza del posto da titolare e la Nazionale Italiana, conquistata alla vigilia degli Europei, è ormai sparita dal suo radar. E, di conseguenza, se l'ottimo campionato del Napoli dello scorso anno è dipeso anche dalla qualità in regia di Jorginho, le difficoltà attuali della squadra di Sarri sono l'effetto pure del suo scarso rendimento. Che fine ha fatto il vero Jorginho? Una delle «mission» del tecnico in questo turno di sosta sarà proprio quella di recuperarlo alla causa, dal momento che sarà a disposizione a Castelvolturno essendo uno dei pochi calciatori del Napoli non convocati in Nazionale. Un anno fa Jorginho si godeva il plebiscito di consensi e la vittoria, netta, nel duello con Valdifiori. L'attuale centrocampista del Torino a inizio della scorsa stagione era il titolare indiscutibile del neonato Napoli di Sarri, tant'è che scese in campo dal 1' nelle prime tre partite con Sassuolo, Sampdoria ed Empoli (appena due punti conquistati). Jorginho, in grande crescita già nelle prove in settimana in allenamento, subentrò al «rivale» già nelle due partite con Samp e Empoli alla metà della ripresa. La svolta avvenne il 17 settembre del 2015, nella partita di Europa League con il Bruges: Sarri passò al 4-3-3 e Jorginho divenne titolare, non uscendo mai più dall'undici iniziale da quel momento, disputando dal 1' anche la successiva gara di campionato con la Lazio, vinta 5-0. Un equilibratore, regista e giocatore di raccordo perfetto per la manovra azzurra. Una progressione irresistibile per l'italo-brasiliano, uno dei migliori della stagione che ha portato il Napoli a vincere il titolo d'inverno e a contendere lo scudetto alla Juventus sino alla fine. Non è un caso che a marzo scorso, il sito specializzato in statistiche, Opta, ne celebrava la bravura nel fraseggio, visto che la sua media di palloni toccati a partita (117) è la migliore nei principali cinque campionati europei. A maggio scorso anche il Cies, l'osservatorio di calcio con sede in Svizzera, lo ha inserito al quinto posto (dopo Vidal, Xabi Alonso, Biglia e Marchisio) della classifica dei migliori centrocampisti centrali d'Europa. Ne ha conseguito la scontata convocazione nella Nazionale di Conte, con tanto di debutto nei 3' finali dell'amichevole Italia-Spagna dello scorso 24 marzo. Inserito nella pre-lista di 30 «azzurrabili» per gli Europei, alla fine è stato escluso per far posto a Sturaro, non senza critiche degli addetti ai lavori. Sembrava un punto fermo e indiscutibile anche nel Napoli del Sarri-bis, dopo il rinnovo sino al 2020 già sancito a dicembre scorso. E invece Jorginho si è smarrito, offrendo prestazioni al di sotto della sufficienza, perdendo sicurezza e lucidità, come hanno dimostrato le mediocri prove contro Atalanta e Roma e i due maldestri retropassaggi contro Benfica e Besiktas che sono valsi altrettanti gol degli avversari. Ha dimostrato di soffrire in particolare la marcatura a uomo che da qualche tempo i tecnici avversari gli hanno riservato. Come era capitato a lui nei confronti di Valdifiori, Diawara ha, nel frattempo, scalato posizioni su posizioni fino a «sfilargli» la maglia da titolare nella gara col Crotone e, soprattutto, nelle due importanti sfide con Juventus e Lazio. In questo momento Sarri gli preferisce il guineano per freschezza atletica e una certa «leggerezza» mentale, dal momento che l'italo-brasiliano sta patendo molto il momento non semplice, pur essendo un professionista esemplare e un ragazzo che non si arrende alle prime difficoltà. Le mancate convocazioni di Ventura, che gli ha preferito il discutibile Montolivo e persino il giovane Gagliardini, non aiutano di certo, ma dal recupero a certi livelli di Jorginho dipende parte del futuro radioso, o meno, del Napoli di Sarri. Diawara è il presente e anche il futuro, ma la squadra ha bisogno anche del miglior Jorginho per ritrovare continuità di risultati.

Fonte:ilmattino