Sarà Tagliavento a dirigere il derby di domenica sera. Con lui gli assistenti Di Liberatore e Manganelli, Orsato come quarto uomo e gli addizionali Orsato e Valeri. Per il fischietto di Terni un solo precedente: Inter-Milan 0-1, con rigore trasformato da Ibrahimovic, il 14 novembre 2010.
Intanto sembra ormai certo il tutto esaurito a San Siro. Restano solo pochi tagliandi in vendita, ma si va verso un "sold-out" come in occasione della sfida con la Juventus, quando i biglietti staccati furono 75.829. Al momento, la squadra rossonera è terza nella classifica delle presenze medie allo stadio. Prima l'Inter, con 46.686, poi la Juventus, 39.678, e infine il Diavolo, con 38.521.
Bacca in crisi. Lo dicono i numeri. Ma spesso e volentieri quando un attaccante, abituato a segnare con grande frequenza, rimane a secco a lungo, allora è proprio in quel momento che diventa più pericoloso. La fame di gol, insomma, si trasforma in carica positiva. Ebbene, il colombiano non infila la porta avversaria da 5 gare, mentre al massimo, nella sua prima annata milanista, era arrivato a 4. Di più, su azione non segna dalla 5ª giornata, ovvero dal 20 settembre, poi c'è stato soltanto il rigore con il Sassuolo. Inoltre, pure in nazionale il momento è negativo. Pekerman, infatti, lo ha messo in panchina, da cui non si è nemmeno alzato nel match con il Cile della scorsa settimane, mentre è entrato solo nell'ultimo quarto d'ora nella sconfitta con l'Argentina di mercoledì. Anche con la Colombia, peraltro, il digiuno risale al 26 giugno, quando decise con una sua prodezza la finale per il terzo posto in Coppa America contro gli Usa.
FATTORE PSICOLOGICO. Già, ma nonostante cifre eloquenti è pensabile che Bacca non sia tra i titolari nel derby di domenica sera? Viene da dire di no, perché il colombiano è un bomber di statura internazionale, abituato a giocare e ad essere protagonista nei match più importanti. Ma soprattutto tenerlo fuori proprio adesso vorrebbe dire metterlo in discussione e, magari, come si dice in questi casi, perderlo dal punto di vista psicologico. Insomma, magari Montella continuerà ad accarezzare l'idea di lanciare Lapadula, reduce dal primo gol in serie A e, addirittura, dalla prima convocazione in Nazionale, quindi carico a mille, la sensazione, però, è che darà comunque fiducia a Bacca. Peraltro, ci sarebbe anche la variabile stanchezza, nel senso che il bomber rossonero patisce i lunghi viaggi necessari per rientrare in Europa dopo gli impegni con la nazionale. Quindi, magari, potrebbe esserci una staffetta a gara in corso.
ULTIMA CHANCE? La fiducia di Montella, però, se non tradotta in una prestazione all'altezza, potrebbe invece comportare conseguenze in futuro. Tradotto, Bacca rischierebbe una retrocessione in panchina, e soprattutto nelle gerarchie, se dovesse steccare ancora. Per intendersi, giocare male capita a tutti, ma la differenza la fa l'atteggiamento. E quello del colombiano, ultimamente, non è stato sempre positivo. Basti ricordare la sua reazione dopo la sostituzione con il Pescara. Il caso, poi, è rientrato, ma qualche scoria è rimasta. Anche perché Bacca continua a essere un attaccante che a volte mette davanti agli interessi della squadra la sua voglia di fare sempre gol. Alla fine l'egoismo ci può stare ogni, ma non si deve esagerare. E la verità è che il sudamericano non è la punta ideale per le idee di Montella, visto che se non segna quasi sempre finisce fuori dal gioco.
FUTURO IN BILICO. Ragion per cui non si può escludere una sua partenza a gennaio. Dipenderà dalle offerte e dalla possibilità di aggiungere un altro attaccante alla rosa, a meno che Niang non si sposti dalla fascia al centro. Peraltro, il primo a desiderare una piazza diversa, con il palcoscenico europeo, è proprio Bacca. La scorsa estate disse di no all'offerta faraonica del West Ham (a cui Galliani lo aveva già venduto) perché sperava nell'Atletico Madrid di Simeone o nel Paris Saint-Germain del suo vecchio allenatore Emery. Sergio Barila, il suo procuratore, in queste settimane ha già provveduto a lanciare una serie di segnali. E c'è da credere che abbia pure raccolto qualcosa. Poi, toccherà a lui presentarla ai vertici rossoneri, che nel frattempo saranno diventati Fassone e Mirabelli.
fonte:corrieredellosport