Napoli -Dinamo Kiev ore 20,45 Le formazioni Albiol e Zielinski: ecco le scelte di Sarri

23 novembre 2016 | 00:00
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Napoli -Dinamo Kiev  ore 20,45 Le formazioni  Albiol e Zielinski: ecco le scelte di Sarri
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Napoli -Dinamo Kiev  ore 20,45 Le formazioni  Albiol e Zielinski: ecco le scelte di Sarri
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Napoli -Dinamo Kiev  ore 20,45 Le formazioni  Albiol e Zielinski: ecco le scelte di Sarri
Napoli -Dinamo Kiev  ore 20,45 Le formazioni  Albiol e Zielinski: ecco le scelte di Sarri

Dopo l'agguato ai tifosi juventini a Siviglia, notte di violenza anche nel capoluogo campano, dove stasera gli azzurri affronteranno il club ucraino in Champions League. I feriti non sono gravi

Il primo agguato è avvenuto in una delle vie centrali della città, corso Umberto, a poche centinaia di metri dalla sede della Questura napoletana. Un tifoso ucraino di 50 anni, con tanto di sciarpa del suo club al collo, è stato accerchiato da un gruppetto di delinquenti che, dopo averlo sbeffeggiato, l’hanno accoltellato con tre fendenti alla gamba sinistra. Soccorso prontamente, il ragazzo è stato trasportato all’ospedale Loreto Mare. Le sue condizioni non destano preoccupazioni tanto che è già stato dimesso. Poco dopo il primo agguato, un altro tifoso ucraino è stato accoltellato nei pressi dell’Università, sempre in corso Umberto. La dinamica dell’aggressione è stata la stessa, il ragazzo è stato prima accerchiato e poi colpito con un coltello restando ferito, ma non in maniera grave. La polizia ricorrerà alle immagini registrate dalle telecamere in zona per cercare di individuare i responsabili dei due agguati.

La partita contro la Dinamo Kiev non sarà facile perché è una squadra difficile da affrontare. Nel girone di Champions non è stata molto fortunata, ma da luglio ad ora in trasferta ha perso una sola volta''. Maurizio Sarri è molto concentrato sul match europeo al San Paolo e soprattutto chiede alla sua squadra un grande impegno. ''La gara – osserva il tecnico del Napoli in conferenza stampa – è più difficile e delicata di quel che si può pensare analizzando la situazione del girone in maniera superficiale''. ''Spero – conclude Sarri – che squadra si concentri non sul risultato, perché si potrebbe innervosire, ma sulla prestazione. Non penso che sapere in precedenza l'esito dell'altra partita del girone ci possa condizionare. Noi abbiamo un obiettivo e non dobbiamo fare tanti calcoli. D'altro canto la partita decisiva con grande probabilità sarà la prossima. Domani dobbiamo solo cercare di fare risultato''.

''Gabbiadini ha ricominciato soltanto ieri ad allenarsi con i compagni. Quindi devo analizzare gli ultimi due allenamenti, quello di oggi e la rifinitura di domani, per vedere in che condizioni si trova e se è in grado di giocare''. Maurizio Sarri chiarisce in conferenza stampa che la presenza in Champions League contro la Dinamo Kiev dell'unico attaccante di ruolo di cui dispone non è certa. ''Manolo – spiega il tecnico – viene da quindici giorni di completa inattività. Vediamo un attimo come sta, anche se dal punto di vista dell'infortunio sembra che ne stia uscendo''. Stessa indecisione riguarda anche Albiol. ''Dalla partita di sabato a quella di domani ci sono stati quattro allenamenti che in assoluto sono pochi ma considerando che ne aveva fatti in precedenza solo altri cinque, è un bel passo avanti''. ''Ieri – conclude Sarri – ha lavorato in maniera brillante. Vediamo se potrà essere preso in considerazione''.

Mertens, 'conta passare il turno anche non da primi' – ''Io voglio passare il turno, non importa se ci riusciamo da primi o da secondi del girone. Certo preferisco il primo posto, ma ciò che è importante è che se vinciamo domani sera potremmo già essere matematicamente qualificati. Perciò non conta dove e come lo facciamo, l'importante è passare il turno''. Dries Mertens in conferenza stampa dimostra di avere le idee chiare sull'obiettivo da realizzare nel prossimo impegno europeo di domani sera al San Paolo. ''Il problema – dice il belga – è che all'andata abbiamo vinto a Kiev ed ora tutti credono che vinciamo anche qui a Napoli. Ma dobbiamo fare attenzione. Non è una partita facile perché la Dinamo Kiev è una squadra che gioca bene fuori casa e questo non lo dobbiamo dimenticare''.

Napoli qualificato se vince e il Benfica batte il Besiktas. I partenopei si affidano alla magia di Insigne

Probabili formazioni 

NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam; Zielinski, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. All. Sarri 

DINAMO KIEV (4-3-3): Rudko; Morozyuk, Vida, Kacheridi, Makarenko; Rybalka, Garmash, Sydorchuk; Yarmolenko, Moraes, Tsyankov. All. Rebrov.

ARBITRO: Ovidiu Hategan (Romania)

Diretta Tv su Premium Sport, diretta radiofonica su Kiss Kiss Italia e Radio Rai. 

La rivoluzione è tutta lì, dalla A (di Albiol) alla zeta di (di Zielinski): perché il turn-over, adesso, va dosato e con cura, spargendolo moderatamente dove se ne avverte il bisogno e per motivi diversi. La Champions è perfidamente bella, seduce e incanta, poi ti graffia sulla pelle, persino nella carne: e allora, dovendo (comunque) osare, non è poi il caso d’intervenire in maniera massiccia, non sembra ce ne sia l’esigenza, perché l’ultimo Napoli, quello che a Udine s’è messo a correre, ha stretto le linee, ha accorciato il campo ed allungato il proprio orizzonte, lascia a Sarri sensazioni piacevolissime, che «danno gusto», quasi e forse più di un anno fa.  

le mosse. La rivoluzione, ma si fa per dire, è negli aggiustamenti, e comunque lascia spazio a qualche libera interpretazione: Albiol, che di questa squadra è leader per autorevolezza assoluta, sta bene, sta meglio, ma si porta sempre appresso due mesi di inattività, che a Udine hanno sconsigliato di rischiarlo e che stavolta – con quattro allenamenti in più – inducono a pensarci almeno. Gioca lui, probabilmente, e dunque s’accomoderà in panchina Chiriches, perché Koulibaly è qualcosa che somiglia assai a un mostro (sacro), un intoccabile dal quale non si prescinde.  

INAVVICINABILI. Il resto è affidato ai test atletici, alle risposte delle ultime due sedute e anche a valutazioni di carattere squisitamente tecnico: in una squadra di palleggio, entra Zielinski ed esce Allan; nella ricerca dell’agonismo, che comprende anche la capacità di riprendere prima il pallone, ci sarebbe il brasiliano per una eventuale staffetta con il polacco. Percentuali simili, ma Zielinski è un filino avanti: ha egualmente gamba, sa assaltare lo spazio, e consente fisicamente d’opporsi in maniera egualmente soddisfacente. Poi è tutto inevitabilmente confermato, con Hysaj e Ghoulam a governare le corsie di competenze e un tridente leggero al quale Hamsik, potendo, dovrebbe offrire il proprio sostegno in fase di rifinitura. La rivoluzione si fa all’attacco… 

L’insostenibile pesantezza dell’essere è in quei flash che ritornano, negli spicchi di due serate follementi allegre, in cui l’estasi cominciò a divenir tormento: quando Napoli-Benfica cominciò a declinare, e mancavano appena venti minuti alla fine, ci si stava perdendo tra i calcoli entusiastici della aritmetica, nell’ebbrezza d’un 4-0, nella fantasia d’una qualificazione plausibile persino alla terza giornata, contro il Besiktas, come nessuno mai in Champions. Finì 4-2 e fu il primo inganno, perché sembrò un trionfo, ma nascondeva il trucco… L’altro, tre settimane più tardi, si occultò nelle tenebre, minuto 43 della ripresa, su palla talmente inattiva da lasciare senza parole: 2-3 per il Besiktas e tutto da rifare, stavolta rileggendo le statistiche diversamente, avvertendo il soffio insolente del terrore di ritrovarsi (ancora) perfidamente fuori, come tre anni fa, quando non bastarono (persino) dodici punti. Quarantamila cuori (più o meno) per rendere confortevole la capanna del San Paolo, per avventurarsi in questa notte tra le stelle della Champions sapendo tanto (cioè quello che sarà già accaduto in Turchia, con Besiktas-Benfica) e però facendo di niente: perché è tutto scritto nei ricordi, inutile aspettarsi doni dagli dei.  



GLI SVILUPPI. Il brivido della Champions è in quest’ora e mezza in cui sarà vietato inquietarsi (nel caso di pareggio altrui) o anche d’esaltarsi (dovesse vincere il Benfica) o comunque di agitarsi (se invece trionfasse il Besiktas): senza Milik, con Gabbiadini appena rialzatosi, probabilmente con Albiol, sarà conveniente ricominciare a essere se stessi, una squadra che sa di calcio e lo dimostra, rimanendo aggrappati al talento ma anche agli schemi, inchiodandosi alla verticalizzazione, al possesso e al giro palla, poi al taglio nelle linee con lo scarico giusto (modello-Udine). L’Idea ha un senso, e lo dice l’epoca-Sarri, e quel ponte che conduce nel futuro è racchiuso nella fusione tra la filosofia societaria e l’identità tecnica, nella capacità di mescolare il Progetto ultradecennale (giovani, di talento e di prospettiva) da shakerare con l’estro anche tattico d’un gruppo che sa (innanzitutto) attaccare e che però deve anche difendere questa condizione che la fa rientrare nel ristretto cerchio dei privilegiati. 



L’ATMOSFERA. Perché la Champions è l’irrinunciabile calcio elitario che consegna gloria economica e prestigio personale, è un Evento per chi lo vive assorbendone la magia e cogliendone le differenze sostanziali con l’Europa League: gli ottavi, «banalmente», rappresentano la Storia, una immersione nell’Alta Società già vissuta (nel marzo del 2012), lo status d’un club che da sette anni ondeggia nell’establishment ma anche lo spartiacque per l’immediato tra una dimensione e l’altra. La Champions è energizzante, produce autostima (anche nell’ambiente), induce a rigenerarsi, conduce dritti (quasi) in primavera con leggerezza e consegna un’eredità accattivante che renderebbe più lieve il futuro e che favorirebbe – ulteriormente – la fusione tra una squadra e una città improvvisamente raffreddatasi (e lo dicono i numeri dello stadio), quasi imborghesita, certo vagamente (e numericamente) distante da se stessa, dalle proprie abitudini. 



QUANTI SONO. Le stime della vigilia oscillano tra i trentacinque e i quarantamila e sembrano sempre pochi rispetto a quella massa uniforme che, appena nell’autunno del 2011, fece del San Paolo un piacevole inferno: ma il clima è da pelle d’oca e quell’urlo che squarcia le ombre della sera è un invito (ulteriore) a credere che nulla sia impossibile, neanche evitare di dover piombare su Lisbona contando sul fato (non certo sul fado). 

fonte:corrieredellosport