Roma -Bologna 3-0

7 novembre 2016 | 00:00
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Roma -Bologna 3-0

 Roma chiave tattica

Il gioco della Roma è ormai consolidato: De Rossi guida da dietro, Dzeko esce dalla linea d’attacco per fare da sponda, Salah parte sulla destra appena vede un briciolo di spazio, Perotti crea sulla sinistra, Nainggolan raccorda. Semplice ma di un’efficacia notevole.

Bologna chiave tattica

In questa partita, più che l’impianto tattico è l’intera struttura del Bologna a non reggere. Donadoni sceglie di giocare, non di chiudersi, e per un tempo la squadra risponde alla sua idea. Poi però non resiste, si apre, si allarga e lascia a Salah uno spazio che per l’egiziano è vita. Anzi, è gol. Tre per l’esattezza.

la svolta

La gara cambia a inizio ripresa, quando il Bologna si scopre. Il centrocampo cede, perde qualche palla e espone una difesa già debole al contropiede micidiale della Roma. Dovrebbe coprirsi di più, ma c’è un gol da rimontare e la scelta è quella di cercare il pari. Ma ne prende altri due.

l’errore

Numerosi quelli in zona-gol della Roma, altrettanto quelli nella propria area del Bologna. Salah non si marca ma Masina lo perde tutte le volte che l’egiziano parte. Lo stesso per Perotti, Krafth viene fatto a fettine. Se Salah e Dzeko fossero più precisi, su 22 tiri potrebbero segnare di più.

La Juve non è scappata e non è poco alla vigilia di una nuova sosta. Quattro punti dalla cima della classifica, la Roma è l’avversaria più vicina ai campioni d’Italia, la prima rivale per la qualità della struttura e del gioco, come ha dimostrato anche ieri sera, col 3-0 sul Bologna e col suo travolgente protagonista, Mohamed Salah. Tripletta dell’egiziano, un giocatore capace di trasformare lo spazio di un metro in dieci metri. Non corre, vola. E quando la Roma produce occasioni a raffica come ieri, Salah si esalta. Sbucava da tutte le parti, incontenibile per la tenera difesa bolognese. E’ stata la quinta vittoria nelle ultime 6 gare, Spalletti si è fermato solo nella sua città, a Empoli, e anche questo è un messaggino verso Vinovo: la marcia di questa squadra promette un campionato quanto meno incerto. Ha vinto ancora all’Olimpico, qui le ha vinte tutte in campionato, segnando a raffica, ed ha di nuovo il miglior attacco della Serie A. Può e deve crederci. Il Bologna, al contrario, deve stare attento. L’Empoli adesso è a 3 punti, ma il recupero di Destro può aiutare Donadoni a uscire da questa situazione di disagio.  

ATTACCO ROMA. Ieri, senza mezza squadra, la Roma ha piegato la partita nel primo tempo e l’ha risolta nella ripresa, sbagliando comunque troppi gol. Non era entrata bene in gara, nei primi 10 minuti la schiena di Szczesny si è imperlata di sudorino freddo, con l’occasione di Krejcì e il gol segnato da Sadiq con la palla uscita però dal fondo prima del cross di Taider. Poi la Roma ha preso il comando della partita, ha segnato con Salah (e la collaborazione decisiva di Masina), ha costruito ancora delle buone occasioni, ma mentre cercava di chiudere la partita ha perso un po’ di cattiveria e nella seconda parte del primo tempo ha lasciato che il Bologna tornasse a giocare e a preoccupare Szczesny.  

IL CORAGGIO DI DONADONI. Anche a Napoli, contro un’altra inseguitrice della Juve, Donadoni aveva deciso di non difendersi e basta. Voleva costruire, attaccare, costringere la Roma a lavorare sodo con il centrocampo per non scoprire la difesa. Ma l’idea coraggiosa ha retto l’impalcatura solo nel primo tempo, per crollare miseramente nella ripresa. Donadoni ha messo tre giocatori al debutto come titolari, Ferrari al centro della difesa, Viviani davanti e Sadiq prima punta; ha mosso Dzemaili come una pedina sullo scacchiere: a volte a destra in fase offensiva, spesso alle spalle di Sadiq quando la palla era della Roma. Per restare in partita, a fronte alta, il Bologna ha accettato il rischio e l’ha pagato caro.  

IL RECUPERO DI PEROTTI. La Roma ha segnato con uno spunto di Perotti, il cui recupero da titolare anche in campionato ha fatto capire quanto sia importante la qualità, la tecnica e la fantasia in zona-gol. Da Perotti, che Krafth e Ferrari non riuscivano a contenere (come si è visto bene in occasione del gol), sono nate altre iniziative interessanti. Alle spalle guidava il gioco un lucido De Rossi, non altrettanto si può dire del suo collega di reparto Strootman, fatta eccezione per l’assist del 2-0. 

LA SAETTA DI SALAH. Sadiq aveva creato un po’ di difficoltà alla coppia Fazio-Rüdiger per tutto il primo tempo, ma uno scontro con Szczesny aveva lasciato il segno sulla gamba del nigeriano. Donadoni lo ha sostituito con Destro, al rientro dopo un mese. Anche Spalletti è stato costretto al primo cambio per le condizioni incerte di Rüdiger, ha messo Paredes e arretrato De Rossi sulla linea della difesa. E’ stato il periodo più complicato e sbagliato per il Bologna, che si è spinto in avanti allungandosi troppo e lasciando uno spazio eccessivo a Salah. Per un po’ ha retto Da Costa, poi, per l’errore in uscita di Helander, la Roma ha ribaltato di nuovo l’azione e chiuso il conto: Strootman ha anticipato Taider, palla dentro per Salah e due a zero. Ancora l’egiziano ha piazzato il terzo colpo. La Roma gioca e vince, la Juve vince e basta. Andrà avanti così chissà per quanto. 


Sei vittorie su sei all'Olimpico e addirittura nove vittorie di fila considerando il campionato scorso: non succedeva dal 2010. La Roma, più di Salah che di Dzeko stavolta, si sta assestando ai livelli che cercava. Spazzando via anche il Bologna si è ripresa il miglior attacco, ceduto per una notte soltanto al Torino, e il secondo posto in classifica, in cui l'amico Montella aveva sperato dopo il blitz del Milan a Palermo. Non è ancora abbastanza per vincere lo scudetto, con la Juve che rimane a +4, ma è un buon punto di partenza, prima della sosta, per consolidare il secondo posto che vale la Champions League diretta. Dagli Stati Uniti ha fatto arrivare i complimenti alla squadra anche Pallotta. Spalletti spiega: «Devo fare i complimenti ai ragazzi – spiega – ho visto un secondo tempo spumeggiante. Nella ripresa la Roma ha giocato veramente molto bene mentre all'inizio andava malino… Abbiamo concesso troppo al Bologna, sembravamo addormentati. Siamo partiti sotto ritmo, poi Strootman e De Rossi sono saliti di tono e abbiamo messo la marcia giusta». 

LE DIFFICOLTA'. Capitolo infortuni: «Bisogna sapersi adattare a questi momenti. Siamo stati sfortunati perché gli incidenti sono capitati tutti nello stesso reparto. Ma quando hai una società che ti mette a disposizione una rosa competitiva, puoi trovare delle soluzioni. Ad esempio Nainggolan nel finale è stato bravo come terzino». In questo contesto, Spalletti elogia Rudiger: «Sta facendo un grande lavoro in questa fase di emergenza, dimostrando di essere un professionista vero. Lui come altri. Adesso per fortuna c'è la sosta: anche Bruno Peres ha rischiato di uscire dopo pochi minuti per un problema fisico. Lo stesso Fazio non stava benissimo». 

IL PROTAGONISTA. Si dice che le vittorie siano sempre di tutti ma in questo caso Spalletti riconosce i meriti di Momo Salah, su cui ha lavorato sin dall'inizio con grande dedizione per sfruttarne le qualità: «E' un calciatore forte che ha degli strappi pazzeschi». E come farà la Roma quando lo perderà per la Coppa d'Africa? «Facile. Se ne compra un altro uguale: è una cosa che va fatta…». E' una battuta, anche se il ds Massara è impegnato sul serio nella ricerca di un calciatore che possa sopperire contemporaneamente all'assenza di Salah e di Florenzi: «Abbiamo altre soluzioni in organico. Come El Shaarawy che entra sempre nella maniera corretta in partita. E cito Iturbe che deve prendere confidenza con la squadra». Ma Salah dove può arrivare? «Se migliora il palleggio con i compagni, diventa micidiale. A volte è troppo frenetico nelle scelte e si lascia risucchiare dalla linea difensiva avversaria». 

IL DUELLO. Inevitabile la domanda sulle ambizioni di scudetto: «Non so se siamo noi l'anti-Juve. La Juve è una squadra marpiona, non disperde energie e vince facendo quel che è necessario per vincere. La Roma è sulla buona strada: nell'ultimo periodo abbiamo preso punti a tutti e questo è importante, alla luce dei problemi che abbiamo avuto. E' segno che la squadra è cresciuta nel rendimento e nella mentalità. Ormai nello spogliatoio vedo gente che non è contenta se non riesce a vincere». Ma a Spalletti non basta: «Ci vuole qualcosa di più. Quando si hanno otto palloni importanti vicino alla porta e non si riesce a concretizzarli significa che dobbiamo migliorare. Dzeko per esempio è un valore aggiunto ma non è ancora cattivo come voglio io (ride). Serve la furia guerriera per il salto definitivo». 

fonte:corrieredellosport