I lavori per la messa in sicurezza del San Paolo potrebbero partire entro novembre
Dopodomani – finalmente – la Napoli servizi presenterà al sindaco Luigi de Magistris il progetto di risistemazione del San Paolo. C'è una luce in fondo al tunnel affinché la vetusta struttura di Fuorigrotta venga messa almeno in sicurezza. In Comune sono fiduciosi che i lavori possano iniziare già in questo mese. Sarebbe un'impresa da scrivere nel libro dei record, dati i tempi dell'amministrazione, e tutti noi tifosi ci speriamo. Tuttavia, l'iter è ancora abbastanza lungo e incerto. Si diceva di venerdì, in quella data de Magistris avrà tra le mani il progetto della società interamente pubblica a cui ha affidato il futuro del San Paolo. Poi studierà il dossier fino a lunedì per verificare se tutto è a posto. A quel punto, presumibilmente, lo spedirà al Coni che dovrà fare le sue verifiche di congruità prima di fare scattare il semaforo verde. E questo non significa erogazione di tutti e 25 milioni che il Comune ha chiesto e ottenuto dal Credito sportivo sotto forma di mutuo, di milioni ne arriverà solo uno che servirà a mettere a posto l'impianto antincendio e le vie di esodo dallo stadio per fare sì che almeno l'impianto possa rimanere aperto durante l'attività agonistica degli azzurri. Quindi toccherà alla Napoli servizi fare i lavori, questo primo pezzo. Poi bisognerà correre un po' di più – è lecito fare tutti gli scongiuri del caso – perché se il Napoli calcio accedesse agli ottavi di Champions, in linea teorica per quel tempo, cioè tra tre mesi, dovrebbe essere pronta la nuova tribuna stampa, gli spogliatoi e le aree di accoglienza. È materialmente impossibile che ciò accada. Però per quella data il Comune dovrà dimostrare concretamente alla Uefa – che concede le licenze di gioco – che i lavori siano almeno iniziati. Non facile, non semplice, ma non impossibile. Torniamo al San Paolo, si diceva della spesa di 25 milioni, a cosa serviranno? Sono 17 gli interventi programmati, tempo di realizzazione, se va tutto bene, due anni: al primo posto la «sostituzione della totalità dei sediolini». Poi «sistemazione e impermeabilizzazione delle gradinate», «sistemazione dei piazzali». La «messa in sicurezza delle carpenterie metalliche e delle bullonature», «la messa in sicurezza della copertura esistente con integrazione analoga «laddove è necessario». «Il rifacimento dei bagni esistenti» e soprattutto «la realizzazione di nuovi blocchi bagni». Si dice e spesso è vero che la forma è sostanza. La questione dei sediolini da questo punito di vista è molto emblematica. Metterli significherebbe dare una immagine, almeno quella, diversa del San paolo. Ma anche qui i tempi sono lunghi. Si inizierà a fine campionato, vale a dire a maggio, solo allora si metterà mano, secondo cronoprogramma che è in via di definizione, a quel tipo di lavori. E non è detto che si finisce per agosto quando la Ssc Napoli di patron Aurelio De Laurentiis riprenderà le attività siano stati tutti installati. Il rischio concreto è che si avrà un impianto con metà sediolini nuovi e l'altra metà vecchi. Capitolo convenzione per la gestione dello stadio della Società sportiva. Ancora non c'è. Il Comune sta lavorando a una proposta che si articola così: una convenzione ponte che durerà il tempo dei lavori allo stadio, a seguire proporne una a De Laurentiis molto più lunga per un uso più o meno esclusivo dell'impianto. Una vertenza tra le parti storicamente difficile con in mezzo anche una partita da due milioni che il Calcio Napoli dice di vantare nei confronti del Comune.
fonte:ilmattino