Cagliari -Napoli Rastelli nessuno è invincibile

11 dicembre 2016 | 00:00
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Cagliari -Napoli  Rastelli nessuno è invincibile
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Cagliari -Napoli  Rastelli nessuno è invincibile


Rastelli: E non esistono difese inviolabili. Io sono tranquillo

«Nessuna squadra è invincibile o con una difesa inviolabile. Sta a noi riuscire a trovare il modo per impensierire i nostri avversari». Massimo Rastelli si prepara al suo derby personale che per il momento non gli ha lasciato alcuno strascico particolare perché tutte le attenzioni sono rivolte al suo Cagliari e alla voglia di fare una grande prestazione. «Forse – ha spiegato ieri – se avessimo giocato al San Paolo avrei sentito di più la partita ma per il momento sono molto tranquillo». 


LA SFIDA. Il pronostico è tutto sbilanciato verso i napoletani però… «Non partiamo certo battuti – è il primo pensiero di Rastelli – Vogliamo fare una buona prestazione che renda orgogliosi i nostri tifosi. Dobbiamo solo pensare a dare l’anima per ottenere un risultato positivo».  
E’ un Cagliari che arriva a questa sfida con la serenità del largo vantaggio sulla terzultima in classifica e sui venti punti messi in cassaforte fino a questo momento. «Normale che le gare vadano preparate con la giusta tensione e con quel pizzico di cattiveria agonistica, ma poi è anche giusto giocarle con serenità, soprattutto perché siamo in una situazione che ce lo permette».  
Arrivare a questo punto della stagione con un bottino del genere forse non era stato messo in preventivo nemmeno dal più ottimista dei tifosi, ma non per questo il tecnico ha intenzione di mollare la presa. «Da qui alla fine altri cinque punti? Iniziare il mese di gennaio con venticinque punti sarebbe davvero un ottimo risultato ma sappiamo che dovremo li dovremo sudare». 

IL PUBBLICO. In casa, la formazione isolana ha avuto il passo della schiacciasassi concedendo il successo solo alla Fiorentina, nonostante l’iniziale vantaggio, e un punto alla Roma dopo una clamorosa rimonta. Ora arriva il Napoli e con i sedicimila alle spalle, Massimo Rastelli spera in un altro risultato clamoroso. «Credo che gli azzurri siano la terza forza del campionato e se la possano giocare con Juventus e Roma per la vetta della classifica, ma noi proveremo a sfruttare le crepe che ci lasceranno o che saremo bravi a creare nel loro assetto. Si conoscono a memoria, attaccano in gruppo senza dare punti di riferimento e possono davvero mettere in crisi chiunque, ma noi ci proveremo anche perché la gente sente molto questa sfida».  
Sarebbe un risultato clamoroso che magari permetterebbe al tecnico del Cagliari di mettere fine allo scetticismo che accompagna una parte della tifoseria. «Non si può certo piacere a tutti ma credo che per chi fa questo mestiere, l’importante sia rispettare gli obiettivi della società e noi lo stiamo facendo da un anno e mezzo a questa parte. Un mio vecchio allenatore mi diceva che un bravo tecnico era quello che faceva i punti e io penso solo a questo, cercando di conquistarli con la manovra. Non mi pare che la mia squadra giochi alla viva il parroco o con lanci lunghi, piuttosto prova sempre ad arrivare alla porta avversaria con una manovra ragionata. Il rinnovo? Se il presidente me lo proponesse, firmerei a vita». 

Rastelli-Napoli in 45 secondi da incubo

Sono schegge impazzite e la memoria, un perfido caveau, non fa sconti, né distingue: prende i frammenti, belli e brutti, oro o piombo, e li lancia al vento, lasciando che sfilino dinanzi agli occhi, che graffino nella pelle, che lascino sorridere anche un po’, perché ora che il tempo è volato via, con leggerezza e autoironia, si può sorridere un po’ di se stessi. Il 28 aprile del 2002, un giorno qualsiasi per chiunque (forse) ma per Massimo Rastelli un incubo che s’allunga sulla sua stagione, persino sul suo futuro, una sagra dell’errore che diviene orrore a cielo aperto, nel San Paolo disilluso incredulo almeno quanto lui. E’ il pre-fallimento, un’epoca disastrata, le difficoltà scacciate come polvere sotto al tappeto, mentre intorno s’insegue la serie A, i suoi diritti tv, quella zattera che può salvare la diarchia Corbelli-Ferlaino: è una corsa affannosa per rimettersi in piedi e Gigi De Canio ha costruito, tra le rovine del momento, un piccolo miracolo. Napoli-Reggina sa di testamento o qualcosa che gli somiglia, mancano cinque giornate alla fine e può autorizzare a credere che la serie A sia possibile, vale il sorpasso degli azzurri su quel «nemico» ch’è costruito per vincere. E quando la corrida comincia, con sessantamila spettatori sugli spalti, Massimo Rastelli sente il terreno franare sotto ai piedi: quarantacinque secondi appena, sono palloni che sono platino oppure rame, il destro va liberato limpidamente, perché intorno non c’è traccia da difensore e invece all’attaccante viene il «piedino». E’ l’inizio della fine, perché il San Paolo diventa un’ossessione, fa sentire la pressione nelle vene, manda in tilt una squadra che si rialza al sinistro di Savoldi jr, figlio d’arte in versione avversario, e però scopre che il proprio destino è appeso a quella giornataccia che può vivere chiunque e che tocca a Rastelli: la palla gol per il pari finisce nel vuoto e tra i fischi e pure una sfera un po’ sporca, però comunque apprezzabile nella sua difficoltà è per quell’attaccante al quale non viene perdonato nulla, anzi si ritrova trasformato per un’epoca però brevissima, nel simbolo d’un tracollo irrefrenabile, un declino economico nato da lontano, mica in quelle parabole perdute. Quattordici anni dopo, è Rastelli-Napoli: chissà l’effetto che fa! Cheese…. 

Fonte:corrieredellosport