Delitto Attruia di Ravello. “ Così, per scherzo!”

Delitto Attruia di Ravello. “ Così, per scherzo!”
Si è tenuta il 12 dicembre u.s. un’ulteriore udienza, in Corte d’Assise, del processo ad Enza Dipino.
E’ stato sentito il testimone più atteso ed importante di questa vicenda: Giuseppe Lima, colui per il quale il P.M. ha chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento ed occultamento di cadavere. Ma che poi, il Giudice De Luca, che Lo doveva giudicare, ha richiesto stabilito la riformulazioen del capo di accusa nel ben più grave reato di omicidio volontario. Riguardo al processo alla Dipino, essendo Lima, come detto, indagato per reato connesso avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere, diritto, del quale egli non ha ritenuto di volersi avvalere.
Il Lima ha esordito rinarrando quanto riferito a proprio tempo agli inquirenti, ovvero che la mattina di giovedì 26 marzo 2015, intorno alle ore 7,30/8,00 era uscito per andare a lavorare nei campi, lasciando Patrizia ed Enza in casa che facevano colazione. A questo punto è intervenuto il Presidente che ha chiesto al Lima se fosse a conoscenza dell’esito dei risultati dell’autopsia, ovvero che tutti i periti –accusa, difesa e parti civili- sono concordi nello stabilire che Patrizia è morta nel periodo intercorrente tra le ore 22,00 di mercoledì 25 marzo 2015 (allorquando, per l’ultima volta, fu immortalata dalle telecamere di sorveglianza di una vicina struttura ricettiva) ed, al più tardi, le ore 06,00 del mattino di giovedì 26 marzo, per cui è scientificamente impossibile che potesse fare colazione alle ore 08,00 di quel mattino (si ricorda che l’autopsia ha evidenziato come non vi fosse cibo nello stomaco di Patrizia a al momento del decesso e che il cadavere presentava già segni di putrefazione, ovvero che la morte era intervenuta molte ore prima del ritrovamento). Lima, per parte sua, ha ribadito di voler confermare la propria tesi, nonostante che lo stesso Presidente –sono parole sue- abbia affermato che “lei può venire qui a prendere in giro, non so se ci siamo capiti”, e rimarcando che quanto egli dirà avrà poi delle conseguenze. A questo punto, a causa di un guasto all’impianto di registrazione del tribunale si cambia aula di udienza. Nella nuova aula il Presidente ancora una volta chiede al Lima se intende cambiare la propria versione e Questi risponde di no. Allora si passa alle domande del Pubblico Ministero, che contesta al Lima di aver continuato a chiamare Patrizia al telefono anche quando Ella era morta (e Lima, secondo il P.M., lo sapeva). Poi il P.M. gli chiede chiarire la natura dei suoi rapporti con Enza, e Lima dice che Enza era innamorata di lui, ma che lui non era interessato. Poi gli viene chiesto se aveva una relazione sessuale con Enza. Lima dice di no, precisando che si trattava solamente di qualche bacetto o di una toccata di c…o (in aula si ride).
Si passa poi ad esaminare cosa successe il venerdì mattina 27 marzo 2015. Lima ribadisce di essere uscito, come al solito, intorno alle ore 8,00 e di essere rientrato verso le ore 12,00- 12,30, allorquando Enza gli avrebbe svelato di aver ucciso Patrizia e di aver nascosto il cadavere chiuso in una cassapanca –per cui egli non poteva avvedersene in precedenza-, e che poi, subito dopo, sconvolto, si reca al bar a bere un campari ed a giocare alle macchinette –per schiarirsi le idee- e che successivamente telefona a Nicola Amato, funzionario del Comune di Ravello, per chiedergli consiglio su come comportarsi (peccato che le su dette telecamere mostrano, inoppugnabilmente, che egli già prima delle ore 10,00 fa ritorno dai campi. Giunto a casa si trattiene al suo interno per circa un’ora e quindici minuti, poi verso le ore 11,15 va al bar, e fa ritorno a casa verso le 11,45. Successivamente, solo alle ore 13,03 chiama Nicola Amato, per cui è lecito domandarsi cosa abbia fatto in casa per tutto questo tempo- oltre due ore e mezza-?). La difesa domanda se prima di aver contattato Nicola Amato abbia chiamato qualcun altro, e Lima afferma di no. Gli si fa notare che dai tabulati telefonici risulta che abbia chiamato il fratello Daniele, e così egli sembra poi ricordare questa circostanza. Gli si chiede chi è la persona che, come da tabulato telefonico, ha chiamato prima di Nicola Amato, ed egli risponde di non conoscere questa persona, benchè risulti essere uan persona del posto, e di non aver fatto alcuna telefonata (dunque, il tabulato telefonico è errato!).
Poi viene chiesto al Lima del perché quel venerdì ha chiesto ai carabinieri di far passare l’accaduto come morte naturale e di poter portare il cadavere in chiesa al fine di procedere ad un rapido funerale. Il Lima risponde di non aver mai profferito quelle parole e che lui con i carabinieri non ha mai parlato mentre era nel fabbricato ove avvenne il delitto (inutile dire che i carabinieri hanno già testimoniato il contrario, ovvero che il Lima al loro arrivo pronunciò quelle frasi; inoltre, è da tener presente che sostanziale analoga richiesta, ovvero di portare il corpo di Patrizia in chiesa per procedere al funerale, il Lima la aveva già fatta in precedenza a Nicola Amato nella conversazione telefonica che ebbe con Questi alle ore 13,03, per cui è da chiedersi: chi mente?)
La difesa chiede al Lima se si fosse mai ferito in casa e Questi risponde di no (ed allora la presenza del suo sangue su di una tenda come si spiega?). La difesa chiede al Lima se è a conoscenza che Enza e Patrizia sono andati dal prete perché una delle due voleva sposarsi, e Lima dice che Patrizia gli aveva detto che era andata dal prete perché voleva sposarsi con lui (peccato che il Lima è già sposato religiosamente e, come testimoniato dal prete, era Enza che voleva sposarsi con l’uomo di Maiori con cui aveva allacciato una relazione, non Patrizia, che invece doveva farle da madrina di cresima).
La difesa chiede al Lima se ha mai picchiato Enza, ed egli risponde di no. Gli si fa notare che Enza in varie occasioni è stata vista con un occhio nero, e Lima risponde che non è colpa sua se Enza sbatte (di continuo?) contro la porta del bagno.
La difesa chiede al Lima se è vero che quando era sposato a Bagnolo Mella (BS) la sera imponeva alla moglie di aspettarlo sveglia seduta su di una sedia e non sul divano, poiché lì, essendo la donna stanca delle fatiche della giornata, di certo si sarebbe addormentata prima dell’arrivo del marito. Il Lima risponde di si “ma non più di tanto”. Poi la difesa gli chiede se ha mai picchiato la moglie fratturandole una spalla, e Lima risponde “si, ma per scherzo” (tutti in aula restano sbigottiti!). Poi la difesa chiede se è stato condannato per aver fatto mancare i mezzi di sussistenza alla famiglia, e lui dice di no, che non ha mai fatto mancare nulla (invece, nel 2013 è stato condannato ad un anno e nove mesi di carcere, oltre che per le violenze fisiche e psicologiche inferte alla moglie, anche per aver fatto mancare i mezzi di sussistenza alla famiglia).
La difesa chiede al Lima se ha mai praticato il karate, e lui afferma di si, di averlo praticato in giovinezza.
Si chiede al Lima se è una persona dedita all’abuso di sostanze alcoliche e lui risponde di no. Gli si fa notare che altri testimoni hanno affermato il contrario, ma lui risponde che sono tutte maldicenze. Allora gli si chiede se è vero e perché gli fu tolta la patente di guida (mai più riavuta, a quanto se ne sa), e lui risponde che fu a causa dell’elevato tasso alcolico riscontratogli dalla polizia.
Si chiede al Lima se abusava dell’ospitalità di Enza nonché delle sue sostanze economiche e Lima risponde che pochi mesi prima del delitto, era inverno e nella baracca dove la coppia Lima-Attruia viveva faceva molto freddo, per cui fu Enza dice a Patrizia di essere disponibile ad ospitarli nella propria casa; e che era sempre Enza a voler spontaneamente dare al Lima “qualcosa in più” del dovuto per i servizi che questi le faceva in giardino.
Si chiede al Lima perché dopo la tragedia non ha mai contattato ai familiari di Patrizia, e Lima risponde di non avere il numero di telefono. Poi Lima, sollecitato dalal difesa, dice che Patrizia voleva che i fratelli le liquidassero la sua quota di eredità, ma per farne cosa non si sa.
La difesa chiede al Lima se ha mai minacciato il padre di volerlo “buttare dalla finestra”, e Lima risponde “si, ma per scherzo!”.
Si chiede al Lima, della faccenda della collana che Patrizia aveva al collo al momento in cui, secondo la stessa versione del Lima, egli la vide morta nella cassapanca. Lima conferma di aver tolto la collana dal collo e due anelli dalle dita della defunta, ma solo al fine di conservarli per ricordo (l’accusa in diverse occasioni ha cercato di avvalorare la tesi della inesistenza della collana, in quanto i segni riscontrati ai lati del collo della vittima potrebbero essere dovuti proprio alla collana, – causatisi nella foga dello strangolamento fatto da dietro con l’avanbraccio, secondo i periti della difesa- e non dalle dita di Enza, come invece affermano i periti dell’accusa).
Si è chiesto al Lima quando ha saputo che Patrizia era andata a Maiori. Lima risponde cha la mattina del giovedì, a colazione, Patrizia gli aveva comunicato di voler andare a Maiori per questioni di lavoro presso un albergo, per cui quando poi la sera non la ha vista ritornare a casa non si è preoccupato. Gli si chiede il nome dell’albergo, e Lima dice che Patrizia non aveva stabilito quale albergo, quindi andava a chiedere di hotel in hotel (però a suo tempo Lima disse che Patrizia era andata a Maiori per una prova d’arte è che non vedendola rientrare si era convinto che l’albergatore l’avesse ospitata per la notte, cose ben strana per un datore di lavoro che quella mattina non era stato nemmeno ancora né cercato, né contattato, né tantomeno conosciuto).
Da ultimo gli si chiede che sigarette fumasse e chi aveva chiesto a Patrizia di andare a comperare le sigarette quel mercoledì sera, e Lima dice di fumare le Diana Rosse (pacchetto poi trovato dai carabinieri ancora intatto) e di essere stato lui ad chiedere a Patrizia di andare a fare quell’acquisto.
In sintesi, non si può fare a meno di sottolineare che Enza Dipino fu arrestata ed è poi stata ed è detenuta in custodia cautelare anche in base alle testimonianze a suo tempo resa dal Lima, cosa che fa riflettere …. . (Utente dal Web)