Doppi Icardi e Banega stendono la Lazio

22 dicembre 2016 | 06:07
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Doppi Icardi e Banega stendono la Lazio
Doppi Icardi e Banega stendono la Lazio
Doppi Icardi e Banega stendono la Lazio
Doppi Icardi e Banega stendono la Lazio
Doppi Icardi e Banega stendono la Lazio

Con la doppietta di ieri sera (la sesta in serie A), Icardi ha realizzato ben 16 gol in questa stagione. Sono 14 in campionato ai quali bisogna aggiungere i due in Europa League
Icardi e Banega erano in campo anche nel primo tempo, ma hanno cominciato a giocare solo nella ripresa e in dieci minuti hanno schiantato la Lazio. Doppietta del capocannoniere (più un palo), gol-saetta dell’argentino, dal minuto 9 al minuto 20, dopo un’ora di sola Lazio, o quasi. L’Inter non ha incantato nemmeno ieri sera, ma adesso il lavoro di Pioli lascia segni evidenti: ha un’organizzazione più efficace in fase difensiva (zero gol subiti nelle ultime 3 partite) e sa come sfruttare le qualità dei suoi giocatori. Icardi ha segnato due gol con i primi due palloni giocati dall’Inter pensando a come si muove quel toro scatenato nell’area avversaria. Palloni serviti su un piatto d’argento. Non solo, da un po’ di tempo a questa parte sa anche sfruttare la forza del suo stadio, dove vince da 7 partite di fila. E’ il suo momento, è arrivata a 4 vittorie consecutive compresa la coppa e ora Pioli la guida con un tocco leggero, di equilibrio e intelligenza. La Champions non è a portata di mano, ma si avvicina ogni partita di più. La Lazio, invece, è ancora lontana dalla dimensione della grande squadra. A San Siro ci ha provato nel primo tempo, ma sempre con un “vorrei ma non posso” che, tradotto sul campo, significava Keita in panchina e tridente con Lulic. Poi, nella ripresa, il calo che stavolta ha preso la forma di un crollo.
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45′ DI LAZIO. Il cambio di passo, ma anche di gioco, anche di fiducia, è difficile da spiegare perché è davvero troppo netto. Ieri al 45′, sospinta da Felipe Anderson, scatenato nel suo ruolo ideale, la Lazio aveva costruito quattro belle occasioni. E’ un’ala d’attacco, non un’ala a tutto campo e la sua diversa prestazione (nel primo tempo) fra la gara con la Fiorentina e quella con l’Inter sta nel modulo della Lazio, passata dal 3-5-2 al 4-3-3, e dal suo movimento tutto d’ispirazione offensiva. Le prime due azioni pericolose (peraltro identiche) sono nate dalle fiammate del brasiliano che ha saltato Ansaldi e trovato Immobile poco dentro l’area: Handanovic ha respinto i tiri del centravanti e D’Ambrosio quello di Lulic sulla ribattuta. I due centrali nerazzurri hanno tardato a capire che quello era uno schema e non hanno chiuso per tempo. L’ATTACCO DI FELIPE. L’Inter ha ripreso quota, sostenuta da Brozovic, sempre più autorevole come organizzatore di gioco. Al croato (e a tutta la squadra) sarebbe servito però l’apporto di Banega, controllato da Biglia. L’effetto di queste note difficoltà era nel poco che la squadra di Pioli produceva in attacco a cominciare dal suo bomber (zero tiri di Icardi). Se questa attesa fosse stata studiata e preparata (e magari lo è davvero), dovremmo parlare di Pioli come un grandissimo stratega. La Lazio interrompeva il lento macinare dell’Inter con le ingobbite ripartenze di Lulic e soprattutto con i lampi di Felipe Anderson che a un certo punto ha cercato di fare tutto da solo, partendo in un fantastico slalom: ne ha saltati tre, Ansaldi, Miranda e Murillo e quando è arrivato davanti alla porta si è fatto deviare il tiro ancora da D’Ambrosio.

ICARDI DOPPIETTA. In meno di un quarto d’ora, la Lazio è scomparsa, è uscita tutta insieme, come ormai le càpita troppo spesso nel secondo tempo di tante partite, come era capitato anche domenica sera contro la Fiorentina. Solo che a differenza dei morbidi viola, i nerazzurri sono stati spietati. Ha cominciato Banega sfruttando un errore tecnico di Milinkovic (ha perso palla sulla pressione dell’argentino) e tattico di Biglia (non è rimasto in copertura): un ceffone a piede aperto nel sette. Secondo gol due minuti dopo, su cross libero di D’Ambrosio e movimento da vero bomber di Icardi che ha fregato il tempo a De Vrij e ha segnato di testa. Una squadra ordinata e ben organizzata si è polverizzata in pochi secondi. E’ un problema serio per Inzaghi che ha preso il terzo gol ancora da Icardi dopo una punizione di Banega: e anche in quella occasione, vi raccomandiamo la difesa. Chiusura col palo di Maurito e l’ingresso con ovazione di San Siro di Gabigol. Sulle 21 reti subite, la Lazio ne ha prese 18 nel secondo tempo. C’è qualcosa, anzi, c’è tanto, che non va.

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Mazzoleni, solito disastroMancano rigori e un rosso  
Malissimo, come al solito, Mazzoleni, e come al solito chi designa (non pensate subito a Messina, sezione di Bergamo), continua a farlo uscire, affidandogli sempre grandi squadre e grandi match. L’arbitro di Alzano Lombardo (ad un passo da Bergamo) non vede di sicuro un rigore (su Parolo), forse un altro (su Icardi), un rosso certo (D’Ambrosio) e diversi cartellini. Statene certi, continueranno a premiarlo.
Primo tempo
33” – Tiro di Lulic, D’Ambrosio fra fianco e braccio sinistro dietro la schiena.
42’ – Manca l’espulsione di D’Ambrosio: la sbracciata su Lulic assomiglia ad una gomitata anche se arriva con l’avambraccio, è anche molto violenta, non la vede Mazzoleni (e quando mai), né il quarto Meli né l’assistente Crispo.
Secondo tempo
3’ – Miranda di spalla su Milinkovic, troppo poco per il rigore.
4’ – Rischia di più sempre Miranda quando ferma Felipe Anderson, allarga le braccia spostandole verso destra per fermare l’avversario, anche se fra i due la distanza è minima.
8’ – Basta poggia una mano sulla spalla di Icardi che va giù: non sembra rigore, anche qui però rischia.
15’ – De Vrij sbraccia (sì, di gioco) su Icardi, manca il giallo.
16’ – Biglia interviene su Icardi che è sulla linea di fondo (sotto gli occhi di Guida, complimenti anche a lui), liscia il pallone e lo prende sul piede: ci stavano gli estremi per il penalty.
22’ – D’Ambrosio saltando travolge Parolo in area, pochi dubbi: era rigore netto