Il Chelsea di Antonio Conte, capolista in Premier.

27 dicembre 2016 | 06:37
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Il Chelsea di Antonio Conte, capolista in Premier.

E dodici. La striscia vincente del Chelsea di Antonio Conte si allunga ulteriormente: è record nella storia del club, a due vittorie appena dal primato assoluto di 14 successi consecutivi, che appartiene all’Arsenal di Henry. E importa relativamente se vincono pure Manchester City ed Arsenal mentre la terza pretendente, il Liverpool, è in campo questa sera ad Anfield contro lo Stoke. Vittima di Santo Stefano è il Bournemouth dell’enfant prodige degli allenatori inglesi, Eddie Howe. Il quale pensa bene di inventarsi un improbabile 3-6-1 zeppo di mediani e difensori per contrastare il cingolato di Conte. Idea che forse avrebbe potuto anche funzionare, vista anche l’assenza per squalifica dell’ariete Diego Costa e del tuttofare N’Golo Kanté nelle file di Blues.

Solo che questo Chelsea ha il grande merito di sapere inventare qualcosa anche contro mega-catenacci di altri tempi. Contro il Bournemouth, a fare la differenza è il piccolo Pedro, schierato centravanti al posto del muscolare Diego Costa. Assieme a Willian e Hazard, l’ex blaugrana non offre punti di riferimento alla difesa del Bournemouth che può ribattere solo facendo grande densità. E la densità, si sa, è vulnerabile alla qualità. Come quella sfoggiata al 24’ del primo tempo: Pedro, servito da Fabregas (titolare al posto di Kanté), s’inventa un tiro di biliardo che parte indisturbato tra tre avversari e beffa il portiere polacco Boruc. Roba davvero di lusso. Il Bournemouth non sa rispondere, anche perché è impostato per distruggere, le sole velleità offensive sono affidate a King (troppo solo) e a Wilshere. Proprio l’ex Arsenal costringe Courtois all’unica vera parata del primo tempo. Il resto è un monologo del Chelsea. In avvio di ripresa lo scatenato Hazard si guadagna e trasforma il rigore del raddoppio. E in pieno recupero, Pedro firma il 3-0. Già cinque reti per Pedro quest’anno, uno dei tanti rigenerati alla grande dalla cura-Conte (come Hazard, Matic e Costa del resto). «E’ già una cavalcata fantastica, vincerne dodici di fila non è facile in Premier – ha commentato Conte – l’importante è continuare così. Per la prima volta abbiamo giocato senza un centravanti di ruolo, ma non abbiamo sofferto l’assenza di Diego Costa».

inseguono. Tiene il passo, con grande affanno, l’Arsenal che piega il West Brom per 1-0. Il copione è il solito, con i “baggies” che propongono un assetto iper-difensivista e si affidano alle palle lunghe. Gunners assonnati nel primo tempo e, nonostante il predominio territoriale, faticano a creare occasioni davanti alle ragnatele difensive del tecnico Tony Pulis. Alla fine la differenza la fa Olivier Giroud, alla prima apparizione da titolare in Premier League dallo scorso maggio. Il lungo centravanti svetta al 41’ st e devia in porta il traversone di Özil. Vittoria sudata e importantissima, visto che l’Arsenal era reduce da due sconfitte consecutive.
Fatica anche il Manchester City, di scena sul campo del fanalino di coda Hull. Guardiola, già privo dello squalificato Aguero e dell’infortunato Gündogan, deve anche rinunciare al 18’ pt allo stopper Stones.
I padroni di casa non vanno per il sottile, muscoli e numeri in fase difensiva, palle lunghe per il centravanti XL Mbokani. Guardiola fatica ad imporre anche il solito pressing, perché Yaya Touré, in mediana, offre tanta qualità ma poca corsa. Così il City fatica a creare occasioni da gol. De Bruyne pesca il palo, si registrano un paio di accelerazioni di Nolito, ma è poca roba. La svolta arriva al 27’ st grazie a un errore di Robertson che atterra Sterling. Rigore sacrosanto trasformato da Yaya Touré. Poco più tardi arriva il raddoppio ad opera di Iheanacho. Nel finale, il 3-0, su autorete di Davies su cross di Sterling. Una vittoria che quantomeno mantiene invariato il distacco nei confronti del Chelsea di Conte. Che però, sul campo, sembra di un’altro pianeta.

fonte:ilcorrieredellosport