Se fossero tutti come lui, Maurizio Sarri non dovrebbe mai porsi il problema del turnover. Kalidou Koulibaly non ha i capelli lunghi di Christopher Lambert ma il suo volto non mostra tracce dei segni della fatica. Koulibaly è l'Highlander del Napoli, l'uomo che non conosce la stanchezza, che non si lamenta mai e che va sempre in campo. E non esce mai: che sia campionato o Coppa, Nazionale o Napoli poco importa. Giocare è il suo unico modo per ricaricare le batterie. Un vero stakanovista del pallone: nei prima quattro mesi di questa stagione, il senegalese ha già toccato quota 24 partite in tre competizioni diverse, compresi gli impegni con il Senegal. È quello del Napoli – con Reina – che ha giocato più di tutti: tra campionato e Champions è sceso in campo 19 volte e non è mai stato sostituito. Neppure un minuto ha saltato: per trovare l'ultima volta che non ha giocato 90 minuti per intero, bisogna risalire all'ultima giornata dello scorso campionato, quando con il Frosinone uscì dal campo al 76'. D'altronde, c'è stata una sola volta che nel 2016 Sarri, per scelta, non lo ha fatto giocare neppure una frazione di secondo: con il Villarreal, nel ritorno dei sedicesimi di Europa League. Un mostro, non c'è che dire. E anche nel Senegal non si risparmia: tra settembre e novembre, ha affrontato Ruanda, Burundi, Namibia, Capoverde e Sudafrica e solo nel primo match è uscito dal campo (al 63'). Nello scacchiere di Sarri ormai è diventato insostituibile: al suo fianco si sono alternati Albiol, Maksimovic e Chiriches. Ma lui è rimasto sempre al suo posto. La parola stanchezza non esiste nel suo vocabolario: più s'allena più si sente in forma. Finora ha messo insieme 1.710 minuti più le partite con la Nazionale: in Italia solo Acerbi del Sassuolo ha giocato più di lui ma solo perché ha iniziato la stagione prestissimo, con i preliminari di Europa League. In totale, 2.070 minuti in campo. Dietro il difensore napoletano ci sono Vasco Regini e Matias Silvestre della Sampdoria e Danilo dell'Udinese, tutti a 1.350 minuti in campo (per loro c'è stato già l'impegno in Coppa Italia). Ha saltato una sola gara di campionato nel 2016 (per squalifica, con il Verona). Il suo segreto? Staccare la spina quando finisce la partita e fare il pieno di coccole ed energia in famiglia. Koulibaly dà tutto in campo e in allenamento, perché è sempre stato un perfezionista, però non è tipo da struggersi per voti in pagella o giudizi poco lusinghieri. Quando non è a Castel Volturno a lavorare come un matto si dedica completamente alla sua famiglia: la moglie Charline più Seni, nata proprio a inizio dell'anno. Vuoi vedere che è proprio la bimba il suo elisir? A loro ha dedicato la rete con la Roma, il secondo con la maglia azzurra (l'altro a Palermo nel settembre 2014). Benitez lo ha scovato in Belgio nel gennaio del 2013: lui più volte ha confessato che per tre volte gli ha staccato il telefono in faccia pensando a uno scherzo. Il Napoli lo ha preso per meno di sette milioni: questa estate De Laurentiis ha rifiutato 50 milioni dal Chelsea. Sarri è stato bravo a esaltare le sue qualità e lui lo ha ripagato con un impegno costante e tante prestazioni di sostanza. Certo, pure con qualche errore clamoroso, ma se giochi così tanto normale che ogni tanto lo svarione possa capitare. E proprio la difesa che deve tornare a essere un bunker, dopo le sbandate di inizio stagione. «È felice, non pensa più ad andare via e i rapporti con De Laurentiis sono adesso buonissimi», ha ammesso Satin, il manager che taglia e cuce a seconda delle esigenze. Il Napoli già sente la sua mancanza: a gennaio partirà per la Coppa d'Africa e tornerà a fine mese. In quel ruolo c'è abbondanza, ma è chiaro che di uno come lui si sente già la mancanza. Con l'Inter è sicuro di un posto da titolare. A meno che Sarri d'improvviso non vari per lui la parola turnover. Ipotesi remota.
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