L’ eclissi totale del Quartetto Leonis

12 dicembre 2016 | 00:00
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L’ eclissi totale del Quartetto Leonis

Ultimo appuntamento, questa sera, alle ore 21, con la stagione cameristica del Teatro Verdi di Salerno

Di OLGA CHIEFFI

Haydn non è incompatibile con James Brown o Tchaikovsky con Gainsbourg. Ciò è dimostrato dal quartetto d’archi Leonis quattro giovani artisti francesi con il loro spettacolo “Eclissi Totale”. Il teatro Verdi di Salerno, chiuderà questa sera, alle ore 21, la sua stagione concertistica con questa particolare formazione, composta da Julien Decoin, violoncello, Guillame Antonini, violino, Alphonse Dervieux, viola, Sébastien Richaud, violino. La formazione, fedele alla tradizione, ma impegnata in un processo artistico innovativo, desiderosa di abbattere ogni barriera della cosiddetta musica classica, ama mixare pagine di musica antica con brani del genere contemporaneo, jazz, pop, danza e teatro. In scena un vero e proprio Big bang musicale che fonde le mille anime della musica dando vita ad una spettacolare e caleidoscopica esibizione. I quattro musicisti ci condurranno in una galassia di sorprese, dove, il ritmo voluttuoso del tango si unisce al fervore della musica gitana, per poi passare al rock psichedelico o alle cantate irlandesi, con, tra gli altri, Joseph Haydn al fianco di Lenny Kravitz, Johann Sebastian Bach insieme a James Brown. Un’eclissi musicale, dove il termine sta per “anima”, ovvero quel pezzo di legno misterioso incastrato tra i piani armonici degli strumenti ad arco, che, grazie all’umorismo asciutto del quartetto, riesce a declinare la musica in tutte le sue forme, in uno scenario musicale nel quale gli strumenti prendono il sopravvento e i loro musicisti conducono e coinvolgono lo spettatore in uno straordinario viaggio sonoro. I quattro artisti, le luci crepuscolari e talvolta spettrali, che si alternano a quelle solari e quasi boreali, scelte dal regista Manu Kroupit, in dialogo con il disegnatore della luce François Hibon e il tecnico del suono Martin Fouilleul, aggiungeranno un tocco di dolce follia a questa atmosfera magnetica che sembra sospesa in uno spazio senza tempo. Fondato nel 2004 da quattro studenti del Conservatorio di Lione, il Quartetto Leonis ha già conquistato un posto di rilievo nel panorama internazionale divenendo in Francia un campione della contemporaneità grazie alle collaborazioni con compositori e centri per la nuova musica e tiene spesso a battesimo opere commissionate ai più rappresentativi compositori contemporanei. Da sempre impegnato in un approccio artistico innovativo, il Quartetto Leonis, si propone con progetti audaci che declinano il ricco patrimonio della musica d’archi con il mondo del teatro, della danza, della letteratura, della musica elettronica, del jazz. 

Ultimo appuntamento, questa sera, alle ore 21, con la stagione cameristica del Teatro Verdi di Salerno

Di OLGA CHIEFFI

Haydn non è incompatibile con James Brown o Tchaikovsky con Gainsbourg. Ciò è dimostrato dal quartetto d’archi Leonis quattro giovani artisti francesi con il loro spettacolo "Eclissi Totale". Il teatro Verdi di Salerno, chiuderà questa sera, alle ore 21, la sua stagione concertistica con questa particolare formazione, composta da Julien Decoin, violoncello, Guillame Antonini, violino, Alphonse Dervieux, viola, Sébastien Richaud, violino. La formazione, fedele alla tradizione, ma impegnata in un processo artistico innovativo, desiderosa di abbattere ogni barriera della cosiddetta musica classica, ama mixare pagine di musica antica con brani del genere contemporaneo, jazz, pop, danza e teatro. In scena un vero e proprio Big bang musicale che fonde le mille anime della musica dando vita ad una spettacolare e caleidoscopica esibizione. I quattro musicisti ci condurranno in una galassia di sorprese, dove, il ritmo voluttuoso del tango si unisce al fervore della musica gitana, per poi passare al rock psichedelico o alle cantate irlandesi, con, tra gli altri, Joseph Haydn al fianco di Lenny Kravitz, Johann Sebastian Bach insieme a James Brown. Un’eclissi musicale, dove il termine sta per “anima”, ovvero quel pezzo di legno misterioso incastrato tra i piani armonici degli strumenti ad arco, che, grazie all’umorismo asciutto del quartetto, riesce a declinare la musica in tutte le sue forme, in uno scenario musicale nel quale gli strumenti prendono il sopravvento e i loro musicisti conducono e coinvolgono lo spettatore in uno straordinario viaggio sonoro. I quattro artisti, le luci crepuscolari e talvolta spettrali, che si alternano a quelle solari e quasi boreali, scelte dal regista Manu Kroupit, in dialogo con il disegnatore della luce François Hibon e il tecnico del suono Martin Fouilleul, aggiungeranno un tocco di dolce follia a questa atmosfera magnetica che sembra sospesa in uno spazio senza tempo. Fondato nel 2004 da quattro studenti del Conservatorio di Lione, il Quartetto Leonis ha già conquistato un posto di rilievo nel panorama internazionale divenendo in Francia un campione della contemporaneità grazie alle collaborazioni con compositori e centri per la nuova musica e tiene spesso a battesimo opere commissionate ai più rappresentativi compositori contemporanei. Da sempre impegnato in un approccio artistico innovativo, il Quartetto Leonis, si propone con progetti audaci che declinano il ricco patrimonio della musica d’archi con il mondo del teatro, della danza, della letteratura, della musica elettronica, del jazz.