L’ex Presidente Napolitano Roma 2024 – L’Italia colga sempre le sfide
20 dicembre 2016 | 12:21
Gianluigi Buffon, 38 anni, con Andrea Fusco e Francesca Porcellato, 46 LAPRESSE
«Ora bisogna guardare avanti, lasciando alle spalle penose polemiche. Quello che conta è il principio secondo il quale l’Italia non può sottrarsi a qualunque occasione e sfida in qualunque campo le si presenti sul piano internazionale». Il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, non cita mai Roma 2024, ma il brutale stop dell’amministrazione capitolina alla candidatura riecheggia più volte nel Salone d’Onore del Coni pieno zeppo di eccellenze italiane, dalla politica allo sport. Atleti e società, campioni paralimpici ma anche tanti tecnici, dirigenti e società storiche nella giornata della tradizionale consegna dei Collari d’Oro al merito sportivo, ultimo atto della lunga e felice (agonisticamente parlando) stagione olimpica.
Un collare anche a Napolitano, che ha ricordato le tante occasioni in cui ha salutato al Quirinale le fortunate squadre azzurre, olimpiche e mondiali. Delle emozioni provate alla cerimonia di apertura dell’Olimpiade di Londra 2012. Prima di tornare sul ritiro della candidatura della Capitale: «In nessun campo, dalla politica alla cultura fino allo sport possiamo tirarci indietro. Lo dico senza ombra di arroganza o presunzione, ma non ci si può paralizzare per timore di incorrere in infortuni o in divisioni per spirito di fazione».
Il Campidoglio, con il suo caos e le sue trame sotterranee senza soluzione di continuità, sembra lontano anni luce nella festa dello sport italiano che ha il pregio, tra i tanti, di mettere in luce una volta di più quello spirito di unità che sa legare l’impegno, la dedizione e i sacrifici che sempre si celano dietro ogni medaglia o record.
Al fianco di un Napolitano che a 91 anni si commuove («Prendo questo premio come incoraggiamento per cominciare anch’io a fare finalmente sport, se il tempo non è scaduto»), c’è l’esordio ufficiale di un determinato Luca Lotti nella nuova veste di ministro dello sport. «Quando potrà ripartire la corsa dell’Italia per l’Olimpiade? Ci sarà tempo per riparlarne». L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato incisivo nel riconfermare gli investimenti del governo sullo sport. 100 milioni. «Lo sport ripaga sempre chi lo pratica e chi lo fa praticare – ha ammonito il neo ministro – Per questo, assieme al Coni, abbiamo approvato il piano da 100 milioni per la realizzazione di strutture e impianti sportivi nelle periferie in aree svantaggiate. Ma c’è ancora molto da fare e noi vogliamo farlo con sempre maggiori investimenti. Il 70% di questi fondi sono stati destinati al Sud: è emozionante pensare che qualcuno dei ragazzi che inizierà a frequentare l’impianto di quartiere possa essere qui un giorno».
Al Coni, Lotti conferma continuità con l’esecutivo precedente «i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti». Ma all’orizzonte sono tante le incognite, dalla durata di questo governo alla crisi politica della Capitale. Appare scontata solo la riconferma di Giovanni Malagò alla presidenza Coni (elezioni l’11 maggio). Chissà se ci sarà tempo per rimettere mano alla Legge Melandri e tornare a progettare un futuro in cui l’Italia possa brillare anche in campo organizzativo e non solo nel medagliere?
Intanto il leit motiv è sempre quello di Roma 2024. «Sentiamo ancora addosso la ferita per il ritiro della candidatura: il nostro mondo non la capirà mai perché si è basato su un pregiudizio. Ma il futuro è dalla nostra parte – ricorda Malagò – Nella vita mai dire mai, non so se Roma o da qualche altra parte, ora vediamo cosa succede». Non è uno spiraglio al rilancio della candidatura. Non c’è più tempo e non c’è più la credibilità internazionale. Con quale faccia Roma potrebbe ospitare la commissione Cio a febbraio in una città le cui condizioni sono addirittura peggiorate? E’ la convinzione di molti.
Un collare anche a Napolitano, che ha ricordato le tante occasioni in cui ha salutato al Quirinale le fortunate squadre azzurre, olimpiche e mondiali. Delle emozioni provate alla cerimonia di apertura dell’Olimpiade di Londra 2012. Prima di tornare sul ritiro della candidatura della Capitale: «In nessun campo, dalla politica alla cultura fino allo sport possiamo tirarci indietro. Lo dico senza ombra di arroganza o presunzione, ma non ci si può paralizzare per timore di incorrere in infortuni o in divisioni per spirito di fazione».
Il Campidoglio, con il suo caos e le sue trame sotterranee senza soluzione di continuità, sembra lontano anni luce nella festa dello sport italiano che ha il pregio, tra i tanti, di mettere in luce una volta di più quello spirito di unità che sa legare l’impegno, la dedizione e i sacrifici che sempre si celano dietro ogni medaglia o record.
Al fianco di un Napolitano che a 91 anni si commuove («Prendo questo premio come incoraggiamento per cominciare anch’io a fare finalmente sport, se il tempo non è scaduto»), c’è l’esordio ufficiale di un determinato Luca Lotti nella nuova veste di ministro dello sport. «Quando potrà ripartire la corsa dell’Italia per l’Olimpiade? Ci sarà tempo per riparlarne». L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato incisivo nel riconfermare gli investimenti del governo sullo sport. 100 milioni. «Lo sport ripaga sempre chi lo pratica e chi lo fa praticare – ha ammonito il neo ministro – Per questo, assieme al Coni, abbiamo approvato il piano da 100 milioni per la realizzazione di strutture e impianti sportivi nelle periferie in aree svantaggiate. Ma c’è ancora molto da fare e noi vogliamo farlo con sempre maggiori investimenti. Il 70% di questi fondi sono stati destinati al Sud: è emozionante pensare che qualcuno dei ragazzi che inizierà a frequentare l’impianto di quartiere possa essere qui un giorno».
Al Coni, Lotti conferma continuità con l’esecutivo precedente «i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti». Ma all’orizzonte sono tante le incognite, dalla durata di questo governo alla crisi politica della Capitale. Appare scontata solo la riconferma di Giovanni Malagò alla presidenza Coni (elezioni l’11 maggio). Chissà se ci sarà tempo per rimettere mano alla Legge Melandri e tornare a progettare un futuro in cui l’Italia possa brillare anche in campo organizzativo e non solo nel medagliere?
Intanto il leit motiv è sempre quello di Roma 2024. «Sentiamo ancora addosso la ferita per il ritiro della candidatura: il nostro mondo non la capirà mai perché si è basato su un pregiudizio. Ma il futuro è dalla nostra parte – ricorda Malagò – Nella vita mai dire mai, non so se Roma o da qualche altra parte, ora vediamo cosa succede». Non è uno spiraglio al rilancio della candidatura. Non c’è più tempo e non c’è più la credibilità internazionale. Con quale faccia Roma potrebbe ospitare la commissione Cio a febbraio in una città le cui condizioni sono addirittura peggiorate? E’ la convinzione di molti.
AMAREZZA. Resuscitare Roma 2024 è solo esercizio teorico, anche di fronte al susseguirsi degli eventi di Palazzo Senatorio. «Amarezza? Quello che vediamo non fa bene a Roma e all’Italia, quando ci si ritira è sempre brutto, se lo si fa per paura è ancora peggio» taglia corto Luca Montezemolo, ex presidente di Roma 2024.
«Evitiamo di farci strumentalizzare da quanto accade in Campidoglio. Noi abbiamo il nostro stile: obiettivamente però dobbiamo essere realisti». Il presidente del Coni guarda già avanti, a quel 2019 in cui Milano potrebbe ospitare la sessione Cio e magari vedere la nascita di un sogno targato 2028. «Sì, intanto godiamoci questi successi». Uno su tutti? «Il 200esimo oro olimpico azzurro conquistato da Fabio Basile a Rio».
Fonte:corrieredellosport