Il capitano Marek non nasconde il suo obiettivo. «Voglio salire ancora, sogno uno scudetto con il Napoli». E tratta il premio Champions con la società
«Siamo terzi ma non ci basta». È quello che i napoletani vogliono ascoltare. È il capitano che parla. Marek Hamsik alza la cresta, niente e nessuno possono limitare lui e il suo Napoli. Condottiero di una squadra che fa sgranare gli occhi e che fa sognare. «Penso che i napoletani si stiano divertendo in questo periodo. Di sicuro domenica al San Paolo lo hanno fatto»: peccato, pochi, pochissimi sono i trentamila per uno spettacolo di così eccelsa qualità. Il Napoli non merita uno stadio semivuoto. Stranezze del calcio, psicologia del tifoso che magari si stringe intorno ai propri beniamini quando le cose vanno male. Si compatta per uscire fuori dai guai. Ma poi vedi un Napoli che fa gol, vince e diverte e ti intristisci nell’alzare lo sguardo: i sessantamila sono un pallido ricordo che appartiene al passato. Ma chi c’è si accontenta. Straordinario deve essere poi il godimento per chi intrerpreta questo tipo di spettacolo. Cioè loro, gli attori principali. Gli azzurri e il loro capitano, quest’anno più che mai condottiero. Hamsik che tratta i premi Champions con il presidente insieme con Reina e Maggio, Hamsik che sta finalmente smentendo la teoria di essere campione solo nelle partite facili. «Nei grandi match puntualmente scompare» è stato accompagnato da questa diceria, qualche volta vera, per quasi tutto il percorso della sua esperienza napoletana. Adesso Marekiaro è maturato, è salito di carattere così come si è elevato all’ennesima potenza il gioco del Napoli. «Voglio uno scudetto qui, non oso immaginare cosa accadrebbe. Sono rimasto per questo motivo perché un trofeo a Napoli ne vale dieci altrove»: è questo il sogno non tanto proibito dello slovacco-napoletano, casa-campo-famiglia tra Castel Volturno e Varcaturo. Si avvia a diventare leggenda, terzo cannoniere della storia, quest’anno ha superato un paio di mostri sacri. Gliene restano un paio davanti, gente che si chiama Sallustro e poi Maradona. Forse ne farà un sol boccone prima di maggio e diventerà il goleador per eccellenza. E poi darà la scalata alla classifica dei fedelissimi, perchè anche Bruscolotti è entrato nel mirino. «Non so se chiuderò la carriera a Napoli o in Slovacchia ma in Italia non indosserò altra maglie dopo l’azzurro». Ha motivato con le ragioni del cuore la sua scelta e il suo coraggio di dire no. No al Milan, al Chelsea e alla Juventus che si erano messi in fila per lui. Il Napoli e basta, forte adesso di un contratto che lo blinda fino a quando ne avrà voglia. Vive la stagione più esaltante, nonostante il distacco dalla Juventus: «Contro il Torino siamo stati grandi e grande è stato il nostro gioco tutto offensivo. Il segreto è semplice, siamo i primi a divertirci, il gioco di Sarri è perfetto per noi». E allora avanti su questa strada. Che è il percorso più tortuoso perché non è da tutti conciliare spettacolo e vittorie. Ma il Napoli sta dimostrando di saperlo fare, osannato dall’intero calcio italiano. La consapevolezza aiuta a fortificarsi e Marek lancia la sfida: «Il terzo posto è una tappa, vogliamo salire ancora». Ci sarà la Fiorentina, poi la sosta, poi ancora si tornerà a parlare di Champions. Con questa squadra e con questo capitano si può sognare.
fonte:ilmattino