Meningite , 46enne a Napoli morto di infarto. Agerola aperta inchiesta per Sebastiano. 38 casi in Campania

30 dicembre 2016 | 08:54
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Meningite ,  46enne a Napoli morto di infarto. Agerola aperta inchiesta per Sebastiano. 38 casi in Campania

Sotto aggiornamentii.Ancora Un altro caso sospetto di meningite in Campania, dopo il ragazzo di Agerola all’ospedale di Castellammare di Stabia è stato segnalato anche a Napoli dove un uomo è stato soccorso dal 118 presso la propria abitazione a Fuorigrotta in via Giulio Cesare 7, ma è deceduto prima del ricovero. E’ un 46enne, Salvatore Arvore, che nei giorni scorsi aveva avuto una leggera febbre, poi passata in seguito all’assunzione di farmaci. Ieri sera, però, la febbre è tornata altissima ed è stata chiamata l’ambulanza, ma ormai era troppo tardi. Immediatamente è scattata la procedura per la verifica della patologia: l’autopsia e gli esami di laboratorio si svolgerano oggi al Policlinico dov’è stata condotta la salma dell’uomo. I risultati si avranno però solo oggi. La moglie, colta da malore per lo choc, è stata ricoverata al San Paolo.

Dopo l’isolamento del ceppo batterico del meningococco gli specialisti del Cotugno di Napoli, centro di eccellenza in Italia in materia di malattie infettive, hanno inviato tutti i dati emersi dalle analisi e li hanno inviati all’Istituto Superiore di Sanità a Roma per la tipizzazione del virus. Proprio ieri pomeriggio al presidio ospedaliero di via Quagliariello hanno dovuto far fronte ad un nuovo caso di meningite: un adolescente si è presentato al Cotugno con febbre alta e altri sintomi proprio della meningite, i medici hanno attivato subito i trattamenti del caso. Il paziente ha risposto positivamente alle cure e pare aver già superato la fase critica. Intanto il vertice tra Regione, specialisti, e i rappresentanti delle aziende sanitarie locali in programma ieri è slittato alla giornata di oggi. Obiettivo della riunione è fare il punto sui casi di meningite registrati in Campania nell’ultimo anno – le statistiche parlano di ben 30 pazienti colpiti. C’è allarme in Penisola sorrentina, dove nelle scorse settimane si è parlato di due casi di meningite, senza conferma, a Sorrento e Vico Equense, e in Costiera amalfitana. Intanto annullate tutte le manifestazioni di Agerola e oggi alcune manifestazioni ad Amalfi dove il ragazzo aveva tanti amici che sono rimasti colpiti da questa tragedia immane. Intanto la Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sulla vicenda di Sebastiano , se e come è stata individuata la sua patologia al Pronto Soccorso di Castellammare di Stabia ed, eventualmente, se gli si poteva salvare la vita.

on era stato vaccinato il bimbo di 22 mesi morto al Meyer di Firenze colpito da meningite. La diagnosi: sepsi da meningococco di tipo C. Con il piccolo di Lucca salgono a 7, in Toscana, i decessi per lo stesso ceppo batterico nel 2016. Complessivamente 60 dal 2015 ad oggi. Il bimbo di 22 mesi deceduto in Toscana è «il primo caso nella Regione, negli ultimi due anni, di decesso di un bambino, che non era stato vaccinato, a causa della meningite», ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi. Il piccolo viveva a Porcari (Lucca) e già nel corso della notte all’ospedale San Luca sono stati sottoposti a profilassi i bambini che frequentavano lo stesso asilo nido, il Mary Poppins’, ed i parenti. Tutte le persone sottoposte a profilassi saranno soggette a sorveglianza sanitaria per 10 giorni. Il piccolo, secondo quanto reso noto dalla Azienda Usl Toscana Nord-Ovest, era stato accompagnato dai genitori poco dopo le 18,30 di ieri al pronto soccorso di Lucca, dopo essere stato visitato dal proprio pediatra. Il piccolo, già molto sofferente e con febbre alta, è stato trattenuto in codice rosso e al pronto soccorso si sono recati gli specialisti interessati e sono stati effettuati i prelievi e gli esami del caso, che hanno evidenziato una situazione molto complessa. Visto il quadro clinico, che ha subito fatto pensare ad una sepsi meningoccica, è stata avviata un’idonea terapia ed è stato disposto il trasferimento a Firenze: l’ambulanza con anestesista a bordo è partita dal San Luca poco dopo le 20 per l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze
Allarme meningite, su un aspetto clinico il parere degli esperti è unanime: la vaccinazione salva la vita ed è sempre consigliata a tutti. Il vaccino contro lo pneumococco copre 23 sierotipi differenti e ha una buona efficacia nei confronti del 90% dei pneumococchi e va bene per adulti e bambini più grandi. C’è poi il vaccino coniugato, con 13 sierotipi, che ha un’ottima efficacia nei confronti del 70-80% dei pneumococchi da utilizzare per i bambini più piccoli (da 2 a 24 mesi). La protezione immunologica dura molti anni. Infine esiste il vaccino contro il Meningococco B e da due anni anche C, il nemico più temibile, consigliata per tutti. La commissione regionale vaccini presieduta da Maria Triassi, docente di Igiene della Federico II, l’ha inserita nel nuovo calendario vaccinale e molte Asl già offrono gratuitamente quella tetravalente che copre i principali ceppi di meningococco C. Quali sono i germi che causano la malattia? «Escludendo le forme virali, sono tre spiega Franco Faella, decano dell’infettivologia campana, ex primario di emergenze infettivologiche del Cotugno, tra i massimi esperti in Italia del campo -: il Meningococco, lo Pneumococco e l´Haemophilus influenzae». Il primo, causato dal batterio Neisseria meningococcica, è il più contagioso ma anche il meno mortale (il 3-5% dei casi); il più frequente nella popolazione è invece lo pneumococco presente come parassita nelle nostre vie aeree dove convive senza danni nella popolazione che per il 50% è portatore sano. Diventa temibile durante le influenze stagionali dove un virus attacca le vie aeree e consente allo pneumococco di raggiungere il sangue e da qui i polmoni e le meningi. «In questi casi la mortalità è elevata (il 30% dei casi) avverte Antonio Chirianni, direttore del dipartimento di infettivologia del Cotugno, polo monospecialistico campano». Infine c’è l’haemophilus influenzae, un tempo considerato l’agente causale dell’influenza in quanto isolato nel corso delle infezioni influenzali che invece hanno origine virale. «Un batterio praticamente scomparso con l’avvento delle campagna vaccinali contro i virus stagionali», aggiunge Triassi. Infine ci sono le forme virali raramente mortali. «Si muore aggiunge Faella – in quanto è una meningite grave. In età pediatrica la mortalità è nettamente inferiore attorno all’8-10%. La mortalità cambia per la diversa reattività del sistema immunitario. Per lo pneumococco il 50% della popolazione è portatore sano. Il virus influenzale riduce le difese e apre alla diffusione del batterio. Talvolta l’associazione tra Pneumococco e virus influenzale è mortale. Per questo si consiglia di abbinare la vaccinazione contro l’influenza a quella contro lo pneumococco (13 ceppi). Ci sono poi i meningococchi: i sierogruppi noti sono 13 ma 5 (AB-C-Y w135) sono i più diffusi in Europa e B e C i più temibili, infettivi ma a bassa mortalità. Da due anni sono disponibili vaccini per entrambi i siero gruppi». Quali sono i sintomi? «Nell’arco di poche ore l’infezione da meningococco spiega Faella può evolvere in meningite portando febbre, vomito, rigidità della nuca e incoscienza. In alternativa l’infezione può dilagare nel sangue con choc settico che si manifesta con piccole macchie emorragiche rapidamente ingravescenti e mortali. Nel primo caso la terapia è antibiotica e quasi sempre si guarisce senza conseguenze. Nel secondo caso invece bisogna intervenire con la rianimazione per stabilizzare i parametri vitali». Su un punto gli esperti concordano: «L’approccio terapeutico delle meningiti, per avere successo, deve essere precoce e tempestivo in quanto l’evoluzione è molto rapida».

AGGIORNAMENTO 46ENNE MORTO PER INFARTO

Non è morto per la meningite l’uomo di 46anni deceduto nella serata di ieri a Napoli. E’ quanto rende noto la Asl Napoli 1 Centro. “La Asl Napoli 1 Centro – si legge in una nota – dopo aver svolto accertamenti presso il medico curante che ha certificato la morte del paziente per fibrillazione ventricolare in soggetto già cardiopatico nonché presso il 118 che ha certificato il decesso, comunica che l’accadimento del 29/12/2016 alle 21 non può essere collegato a decesso per malattia infettiva da meningococco”. (ANSA)