Donnarumma, ma non solo. La lista dei rinnovi da affrontare in casa rossonera, infatti, non si ferma al portiere, ma è decisamente lunga e con diversi nodi da sciogliere. Al momento è stata chiusa e risolta soltanto la situazione di Bonaventura, con il bonus/integrazione per i primi 6 mesi del 2017 diviso e metà con Sino-Europe. Al rientro di Galliani dal Brasile, il prolungamento fino al 2020, con raddoppio dell’ingaggio da uno a due milioni di euro, verrà depositato e ufficializzato. Per il portiere, invece, si dovrà comunque attendere almeno il prossimo 25 febbraio, giorno del suo 18° compleanno. Solo da maggiorenne, infatti, potrà firmare il suo primo contratto, e quello che lo attende sarà un quinquennale. Attenzione, però, perché la questione non è solo temporale. L’agente di Gigio, Raiola, ha già messo in chiaro l’intenzione di aspettare il closing (il 3 marzo la nuova limite) in modo da conoscere i nuovi proprietari del Diavolo e verificarne piani e programmi per il futuro. Non è un caso, insomma, che, al tavolo delle trattative per Bonaventura, altro suo assistito, il procuratore campano abbia volutamente evitato di discutere anche di Donnarumma. Dal fronte cinese, l’atteggiamento non è stato gradito, ma la volontà resta quella di blindare il portiere con un contratto ricchissimo.
SCADENZA 2018. Nel frattempo, sono già arrivati a buon punto i discorsi con Suso. L’ammissione è arrivata anche dallo stesso spagnolo, pronto a mettere il suo autografo sotto all’accordo che gli assicurerà più o meno lo stesso trattamento riservato a Bonaventura, ovvero ingaggio raddoppiato da uno a due milioni di euro. Unica differenza, la nuova scadenza fissata al 2021. Ad ogni modo, il nuovo contratto non sarà soltanto un premio per le prestazioni del mancino prelevato dal Liverpool per soli 200 mila euro, ma anche il miglior modo per metterlo al riparo dal corteggiamento di diversi club che in questi mesi hanno già messo gli occhi su di lui. Se le trattative con Suso sono in dirittura d’arrivo, appaiono più spinose le situazioni di De Sciglio e Paletta, entrambi in scadenza nel 2018. Per il terzino, anche da parte di Sino-Europe c’è la volontà assoluta di arrivare un prolungamento, anzi non è stata nascosta un pizzico di sorpresa per il fatto che in questi mesi non sono stati fatti passi avanti in tale direzione. E ora, con l’avvicinarsi della scadenza, le pretese di De Sciglio, sull’onda di apprezzamenti già noti (vedi ad esempio Allegri…), potrebbero alzarsi. Per Paletta, invece, 31 anni il prossimo 15 febbraio, il nodo è proprio l’età: sono stati i cinesi a frenare, non avvertendo l’urgenza di rinnovare il contratto ad un ultratrentenne. Senza dimenticare, peraltro, che i piani per il futuro prevedono un innesto di peso proprio in difesa.
EFFETTO CHELSEA. Solo un paio di mesi fa, si era parlato di prolungamento anche per Niang. Ultimamente, invece, di pari passo con il calo delle sue prestazioni, certi discorsi si sono affievoliti. Il francese è in scadenza nel 2019, dunque l’urgenza non è assoluta. E’ chiaro però che la prossima estate la questione dovrà essere affrontata, soprattutto se per il giocatore arriveranno proposte di un certo tipo. E’ accaduto lo stesso anche con Romagnoli, oggetto dei desideri del Chelsea e di Conte. Le avances dei Blues sono state respinte, ma c’è da credere che presto scatterà un nuovo assalto. A quel punto, sarà inevitabile adeguare il contratto dell’ex-romanista, il cui ingaggio è già più che consistente, visto che si aggira sui 2 milioni di euro all’anno. Queste, però, sono le regole del gioco. Visti i tempi, toccherà ai nuovi proprietari del Milan trovare il modo di accontentare Romagnoli. Come, non troppo tardi, sarà obbligatorio sistemare il contratto di Locatelli, che, pur avendo già compiuto i 18 anni (ne farà 19 proprio l’8 gennaio), è vincolato al club rossonero “solo” fino al 2020. Un campionato da assoluto protagonista è la ragione migliore per blindarlo. Esattamente come Donnarumma.
ULTIMA IDEA. Con il reparto offensivo privato di due unità, potrebbero aumentare le probabilità di un innesto. Anche se i margini di manovra restano complicati e soprattutto limitati, di fatto, al prestito. Come si può leggere a parte, sembra che il Milan si sia mosso su Jesè Rodriguez, in uscita dal Paris Saint-Germain, sul quale c’è anche la Roma. Un’altra pista, invece, conduce a Borini del Sunderland. L’attaccante, con un passato anche nella Roma, sarebbe gradito da Montella e non disdegnerebbe un ritorno in serie A. Ma c’è il nodo della formula da risolvere, visto che è tutto da verificare se il club inglese sia effettivamente disposto a lasciarlo andare a titolo temporaneo. Borini è tornato in campo solo da qualche settimana, dopo una stop di tre mesi dovuto a un serio guaio muscolare: tre gare consecutive da titolare e un gol, seppure inutile, nell’1-3 rimediato dal Manchester United il giorno di Santo Stefano. Da esterno offensivo ha dimostrato sia capacità di fare male sia disponibilità al sacrificio. Insomma, farebbe il caso di Montella, che ha bisogno di una vera alternativa a Suso e Niang, senza dover ricorrere sempre all’avanzamento di Bonaventura.
SERVE IL CONSENSO. Borini in rossonero, ma solo fino a fine stagione, quindi senza obbligo di riscatto, è una soluzione che con buone probabilità andrebbe bene anche ai cinesi. Anche se, con un mercato in cui condividere ogni dettaglio, ogni ipotesi deve essere attentamente verificata. Non a caso si è arenata definitivamente la trattativa per Orsolini dell’Ascoli, profilo che aveva suscitato la perplessità del duo Fassone-Mirabelli. E, allo stesso modo, si stanno esaurendo anche i margini per Badelj.