Napoli delitto di Chiaia Luca ricercato anche a Sorrento e Capri
Ricercato anche a Sorrento , Vico Equense e Capri caccia all’uomo nei confronti di Luca Materazzo, il 36enne accusato per la morte del fratello Vittorio. Irreperibile il presunto assassino, ora gli inquirenti provano a fargli terra bruciata attorno. Sanno che è stato aiutato e sono andati a bussare alle porte di amici e amiche, conoscenti e parenti che potrebbero aver sostenuto l’attesa delle indagini di Luca Materazzo. E sono emersi alcuni particolari. Dalle testimonianze raccolte fino a questo momento, si sa che dispone di circa 1500 euro, frutto di elargizioni amichevoli: c’è chi gli ha dato 500 euro, chi gli ha concesso duecento euro, quanto basta per racimolare una sommetta che gli ha consentito di vivere sotto traccia in attesa che venisse spiccata la misura cautelare nei suoi confronti.
Vita da irreperibile, possibile che in queste due settimane abbia lasciato Napoli. E non è un caso che la Mobile in queste ore ha perquisito domicili anche a Milano, a Roccaraso, a Sorrento, in Sardegna e a Capri , come scrive Leandro del Gaudio su Il Mattino. Una caccia all’uomo che ora passa attraverso una sorta di avviso ai naviganti. Sono gli inquirenti della Procura di Napoli a sottolineare una sorta di monito: ora Luca Materazzo è formalmente ricercato, è ritenuto un assassino e chi lo aiuto commetto un reato. Rischio favoreggiamento per chi soccorre Luca, per chi gli dà protezione, per chi lo sostiene con la propria assistenza. Ed è in questa ottica che in questi giorni verranno convocati esponenti della Chiaia che conta, tutti più o meno legati alla famiglia Materazzo per capire se ci sono indicazioni utili sul 36enne che si candida ad intascare la patente di latitante. Mentire a un pm – si sa – diventa un reato, specie se si ostacolano indagini per omicidio. Spiega il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, nel ripensare alle ultime tre settimane: «Un lavoro egregio quello svolto dalla polizia che tra l’altro in tempi record è riuscita ad ultimare tutti gli accertamenti». È ancora il procuratore (che ha seguito le indagini a stretto contatto con il suo vice, il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso) a ricordare che prima della prova del Dna (nota solo dal 16 dicembre scorso) contro Luca Materazzo c’erano solo degli indizi e delle testimonianze. Elementi gravi, ma pur sempre indizi che attendevano di ancorarsi a una prova regina, poi arrivata grazie al test del Dna. Ora c’è attesa per una forma di collaborazione, mentre stanno prendendo corpo anche altre indagini: sono quelle legate alla morte di Lucio Materazzo, l’anziano genitore di Vittorio e Luca scomparso a luglio del 2013 in circostanze quanto meno dubbie. Oggi su quel decesso l’inchiesta riprende slancio. A lavoro i pm Mario Canale e Ludovica Giugni, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Non è un caso che in questi giorni sono state ascoltate due donne, due persone legate alla storia del gruppo familiare di viale Maria Cristina di Savoia: sentite come testimoni, Elena Grande, la vedova di Vittorio, ma anche Scintilla Amodio, la donna che aveva vissuto per anni accanto a Lucio Materazzo. Due testimonianze al femminile, in una vicenda investigativa che punta a verificare il racconto fatto da Vittorio.