2014 Napoli 101
2013 Napoli 86
2012 Napoli 98
2011 Napoli 75
2010 Napoli 61
2009 Napoli 48
2008 Napoli 56
IL RE. E’ stato un semestre, il primo, nel quale s’è avvertito il ruolo, il fascino, il dominio incontrastabile di Sua Maestà Higuain, una sorta di «despota» delle aree di rigore avversarie e non a caso, poi, il Re d’ogni epoca che ha detronizzato Nordahl. Ma quando s’è consumato lo strappo, e nella classifica sono rimasti soltanto i contemporanei, lo scettro è passato tra le mani – verrebbe da dire i piedi – di José Maria Callejon, in teoria un’ala (tattica) vecchio stampa, in pratica tutto ciò che racchiude un calciatore universale, un «mostro» a modo suo, che nel 2016 ne ha segnati quindici, cifre che appartengono – per censo – soltanto ai bomber.
UN, DUE, DRIES. Il calcio, nella sua dimensione napoletana, è diventata manifestazione di gioia estrema e non a caso da Benitez a Sarri è maturata una svolta filosofica: centoquattro gol nella prima stagione (calcistica) dello spagnolo e poi altri centoquattro persino nella seconda, un record frantumato l’anno scorso, con quelle centosei reti a rappresentare non soltanto la continuità ma anche la capacità di perfezionarsi. Il Napoli del 2016 è un filino dietro al rendimento del recentissimo passato ma intanto ha scoperto di avere in sé un «falso nueve» che in realtà è un centravanti con i fiocchi, e lo dicono le cifre: il Mertens di Cagliari non è, infatti, la sintesi di un caso, il momento magico d’una domenica, ma la conferma di una identità assoluta che il belga ha rappresentato nei trecentosessantasei giorni che stanno per scivolare via con quattordici gol, uno in meno del suo «socio» spagnolo della corsia opposta, cinque in più di Lorenzo Insigne che ha superato adesso la sua fase di digiuno e si è rimesso a correre anche statisticamente (perché è a nove).
SUPER MAREK. Poi c’è Hamsik che è «altro», per connotazione tattica, per vocazione da centrocampista, per una natura che viene esaltata nei suoi centocinque gol napoletani, dodici dei quali appartengono a un duemilasedici felice almeno quanto tutti gli anni del suo decennio da principe azzurro.
IL CENTENARIO. E’ difficile, quasi impossibile, pensare di toccare quella soglia che fa assai chic, perché restano a disposizione soltanto centottanta minuti e contro avversarie che hanno qualità rimarchevoli, strutture di gioco ed organizzazione difensiva: però in questo duemilasedici che se ne va, ed appartiene completamente a Sarri, ci sono quindici goleador – tra cui quattro difensori centrali – si è inserito, con autorevolezza anche Zielinski (una rete all’Inter, un’altra al Cagliari) e resta una forbice netta, sintomatica, persino «impressionante» tra il primo Napoli della A (58 gol nel 2007, 56 nel 2008). E’ il prodotto interno (ma anche esterno) lordo ch’è schizzato verso il cielo…..E’ un modello, il made in Naples…