Positano presepisti contro alberisti oggi si sfidano De Crescenzo e Pinketts

19 dicembre 2016 | 10:54
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Positano presepisti contro alberisti oggi si sfidano De Crescenzo e Pinketts

Vi piace il presepe? O l’albero?  Non ci sarà De Filippo ma due scrittori di Mare, Sole e Cultura… nella perla della Costiera amalfitana  questa sera  Lunedì 19 Dicembre 2016, alle ore 17.30, presso la Sala Consiliare “Carlo e Salvatore Attanasio” del Comune di Positano, la Filosofia incontra la Tradizione con Luciano De Crescenzo, autore del volume “Gesù è nato a Napoli” (Mondadori) e Andrea G. Pinketts, autore de “La capanna dello zio Rom” (Mondadori), che proveranno a dare una risposta al dilemma natalizio per eccellenza: Alberisti o Presepisti? Ad accompagnarli nel racconto delle scene del presepe napoletano che animano i laboratori di San Gregorio Armeno, Marco Ferrigno, maestro presepista conosciuto in tutto il mondo per le sue costruzioni scenografiche uniche, ma allo stesso tempo fedeli alla tradizione partenopea. Interviene il M° Carlo Missaglia.

L’umanità si divide in due grandi gruppi nemici tra loro: i presepisti e gli alberisti, i primi cultori della tradizione della natività, e i secondi maniaci di Babbo Natale e delle palle colorate. A partire da questa distinzione, da un lato il filosofo più amato d’Italia illustrerà le differenze filosofiche tra “alberisti” e i “presepisti”, dall’altro Andrea G. Pinketts, milanese doc, dimostrerà che non sempre la provenienza geografica determina l’appartenenza ad una delle categorie delineate dal filosofo napoletano, ovvero, “uomini d’amore” e “uomini di libertà”.

“La suddivisione tra quelli a cui piace l’albero di Natale e quelli a cui piace il presepe, tra alberisti e presepisti, è tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identità” racconta Luciano De Crescenzo “Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro e il Potere; il secondo invece pone ai primi posti l’Amore e la Poesia.
Tra le due categorie non ci può essere colloquio, uno parla e l’altro non capisce. Quelli a cui piace l’albero di Natale sono solo dei consumisti. Il presepista invece, bravo o non bravo, diventa creatore e il suo Vangelo è Natale in casa Cupiello”. E poi prosegue “I pastori debbono essere quelli di creta, fatti un poco brutti e soprattutto nati a San Gregorio Armeno, nel cuore di Napoli, e non quelli di plastica che vendono al supermercato, e che sembrano finti; i pastori debbono essere quelli degli anni precedenti e non fa niente se sono quasi tutti scassati, l’importante è che il capofamiglia li conosca per nome uno per uno e sappia raccontare per ogni pastore nu bello fattariello…”

Una ricostruzione ironica delle origini del presepe, da Virgilio a Eduardo, che ritrae a uno a uno i personaggi che lo compongono: dai Re Magi a Cicci Bacco, da Benino al Pastore della Meraviglia.

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