Rabbia Galliani, un altro ritardo e non partiamo per Doha

21 dicembre 2016 | 07:06
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Rabbia Galliani, un altro ritardo e non partiamo per Doha

Adriano Galliani, 72 anni, vicepresidente vicario e amministratore delegato del Milan ansa
La 29ª edizione della Supercoppa Italiana, istituita nel 1988, se la contenderanno le due squadre che l’hanno vinta più volte: la Juventus, a quota 7 titoli e il Milan a quota 6. La prima volta che la competizione è stata disputata in terra straniera è stata nel 1993: teatro della sfida tra Milan e Torino, poi conclusasi 1-0 per i rossoneri, era il RFK Stadium di Washington. Per tornare a rivedere la manifestazione lontano dal Paese bisogna attendere fino al 2002, quando a Tripoli (Stadio 11 giugno) la Juventus batteva il Parma 2-1. L’anno successivo il ritorno negli USA, al Giant Stadium, mentre nel 2009, 2011 e 2012 è stata Pechino (Stadio Nazionale) ad ospitare la Supercoppa. L’ultima volta che l’evento è stato disputato in Italia è stato nel 2013 (Roma, Stadio Olimpico, Juventus-Lazio 4-0), poi Doha, Shanghai e venerdì ancora Doha.
L’albo d’oro
Juventus 7, Milan 6, Inter 5, Lazio 3, Napoli e Roma 2, Sampdoria, Parma e Fiorentina 1.
Se ieri sera Berlusconi aveva probabilmente voglia di scherzare sulla Juventus, avversaria in Supercoppa, ma anche storica rivale, l’umore di Galliani era invece decisamente più tetro, dopo aver deciso di rinviare di 14 ore la partenza per il Qatar, a causa di un guasto dell’aereo. «Non è possibile nascondere il grande disappunto per aver subito un gravissimo danno sportivo», spiegava, nel tardo pomeriggio, l’ad rossonero, raggiunto al telefono. La sua voce a quell’ora era ormai calma, ma chi aveva avuto modo di incrociarlo solo qualche ora prima, ovvero quando gli era stato comunicato l’inconveniente sul volo, lo descriveva letteralmente imbufalito e urlante. «La Juventus stanotte (ieri, ndr) dormirà già là, per poi allenarsi domattina (oggi, ndr) al caldo, mentre noi a Milanello lavoreremo ancora nel gelo. Ci sono 20° di differenza tra Milano e il Qatar», ha aggiunto Galliani, che è anche vicepresidente di Lega, per dimostrare la differenza delle condizioni con cui si presenteranno alla sfida le due squadre.

MINACCIA. Rabbia e fastidio, però, hanno prodotto anche altro. Vale a dire la minaccia di non partire più e quindi di non giocare la Supercoppa. Il Diavolo, infatti, ha fatto sapere di essere pronto a rinunciare, nel caso in cui anche oggi si dovesse verificare un altro intoppo, con conseguente nuovo ritardo per il decollo. «Non si tratta di capricci perché bastano un paio d’ore e si sbarca a notte fonda – ha sibilato Galliani -. Ad ogni modo, non posso immaginare che accada di nuovo, ma intanto oggi (ieri, ndr) è accaduto davvero qualcosa di incredibile. Il risultato è che la Juve è partita e noi no…». Superfluo sottolineare che, ieri, le linee telefoniche tra Casa Milan e via Rosellini, sede della Lega, erano incandescenti. Galliani, infatti, si è messo immediatamente in contatto con il direttore generale Brunelli per mettere in chiaro la posizione del club. E, come riportato anche a parte, ha anche allertato l’ufficio legale.

ARBITRI E GIUDIZI. Il rinvio della partenza per Doha non è nemmeno stato sfiorato da Berlusconi, che ieri era al Quirinale per il consueto scambio di auguri con il Presidente della Repubblica Mattarella. Presenti anche i giornalisti e in mezzo a tante domande (e risposte) di politica, ne è spuntata una sulla Juventus che vince sempre. «Come si può fermare? Dobbiamo cambiare tutti gli arbitri di Serie A e tutti i giudici…», è stata la replica dell’ex-premier, pronunciata con il sorriso. Tanto che più o meno tutti i presenti l’hanno interpretata come una battuta. Resta però il dubbio che qualcosa del genere, almeno in parte, Berlusconi la pensi davvero. Di sicuro le sue parole rischiano di alzare il livello di tensione di una sfida sempre molto accesa e, stavolta, con in palio un trofeo. Non stava scherzando, invece, Berlusconi quando gli è stato chiesto del Milan: «Nell’ultimo anno io ci ho messo 150 milioni di euro…», ha affermato in tono assolutamente serio. E forse è stata una delle ragioni che l’hanno spinto ad accettare la proposta di Sino-Europe, anche se la cessione della società, dopo l’ultimo rinvio, continua ad essere lontana e non priva di dubbi e incertezze.

fonte.corrieredellosport