L’incrocio tra Napoli e Real Madrid accende i ricordi di Emilio Butragueno. Fine anni Ottanta, lui da una parte e Maradona dall’altra, simboli di una doppia sfida rovente che l’urna di Nyon adesso rinnova: «Ho ancora in mente l’atmosfera del San Paolo, l’entusiasmo dei tifosi azzurri che vivono il calcio in un modo speciale: ci qualificammo, ma fu davvero dura. Andiamoci piano, però, con il paragone tra me e Diego: lui è lassù, io molto più in basso».
Si aiuta con le mani per indicare una differenza che forse esiste, ma certo non è marcata come dice lui. Tra l’altro determinante a Napoli, dopo il vantaggio illusorio di Francini: il suo gol spense l’illusione della rimonta dopo il 2-0 spagnolo dell’andata. L’amarcord dura pochi minuti, le domande planano sull’attualità e il puntero che faceva sognare Madrid lascia spazio al dirigente di oggi, rappresentante blanco a Nyon.
RISCHI. «Sarà importante ottenere un buon risultato al Bernabeu – sospira – per limitare i rischi nella gara di ritorno». Già questa prima osservazione lascia trasparire una grande stima per il Napoli: sottolineando l’opportunità di sfruttare l’andata in casa per mettersi al riparo da brutti scherzi, non è infatti legata soltanto alla conoscenza della passione napoletana, capace di trasformare il San Paolo in una bolgia, ma alla consapevolezza di dover fare i conti una squadra solida e ben organizzata: «Il Napoli è una grande squadra e Sarri è un allenatore con i fiocchi. Non esagero nel definire questa sfida equilibrata e sbaglia chi dà per scontato il nostro ruolo di favoriti: per superare il turno, dovremo dare il meglio di noi stessi».
LIVELLO. Tra i campioni azzurri, inevitabile un approfondimento su Callejon: «Siamo contenti per il livello che ha raggiunto: è cresciuto con noi e vederlo brillare a Napoli può solo farci felici». Non lo indica però come l’azzurro più temuto, a dirla tutta elude la classicissima domanda evitando di fare un solo nome. «E’ la squadra che funziona – spiega – e che esalta il singolo giocatore: dovremo concentrarci sul gruppo. Sì, sarà un ottavo di finale complicato, una gara con molte difficoltà come quella che giocai io nell’87».
CONCORRENZA. Attorno, la lettura dell’urna è diversa. La sensazione diffusa tra i rappresentanti dei club europei di Champions ed Europa League è che il Real trovi una discesa. «In Coppa non c’è niente di semplice – insiste El Buitre – e il discorso vale soprattutto contro le squadre italiane. Il Napoli, ripeto, ha un grande tecnico e un'ottima rosa. Detto questo, noi siamo il Real Madrid e vogliamo raggiungere un bel risultato per andare avanti. Avremo motivazioni molto alte, così come loro: punteremo al massimo davanti ai nostri tifosi per non rischiare al ritorno al San Paolo».
Domanda finale su Alvaro Morata, tornato in estate al Real attraverso l’opcion de recompra e accostato, nei mesi scorsi, anche alla squadra azzurra: «E' felice a Madrid, arriva da un infortunio ma per noi è un giocatore importantissimo, tenendo conto della concorrenza che c’è nell'attacco del Real».
Una nutrita flotta di donne napoletane non apprezzerà granché il San Valentino 2017. Il 14 febbraio, eccezion fatta per le coppie unite dalla stessa passione, andrà in scena un vero e proprio esodo di uomini con le sciarpe azzurre al collo, un biglietto per la Spagna in tasca e il cuore in fibrillazione: per il Napoli, certo. Amore mio, amore azzurro. Passione eterna di una città intera che, guarda caso proprio nei giorni dedicati agli innamorati, proverà a mandare in estasi mistica i quattromila tifosi (almeno) che accompagneranno Hamsik e compagni nella storia.
Lo stadio Santiago Bernabeu, il Real, Madrid: la meta più prenotata d'Europa dalle ore 12.15 di ieri.
FOLLIA AL BUIO. E allora, la locura madrilena: che giornata memorabile. Che parentesi indimenticabile, per il popolo azzurro e per tutti quelli in attesa di una rivincita e di una prima volta nel castello dei reali del calcio mondiale da quasi 30 anni. Traffico web in tilt: agenzie di viaggio e siti specializzati presi d'assalto al buio, senza cioè avere ancora la reale contezza di poter accedere al Bernabeu il 15 febbraio. I biglietti per l'andata degli ottavi di Champions, infatti, per il momento sono soltanto entità virtuali: si sa che prima o poi saranno disponibili e che una serie di fortunati riuscirà ad acquistarli, però materialmente non esistono certezze in merito. Sotto ogni aspetto: la quantità, il costo e soprattutto il giorno in cui cominceranno le vendite.
LE PREVISIONI. Questa volta, rispetto all'epoca di Diego e del Buitre, le porte dello stadio saranno aperte: i tifosi del Napoli, magari anche i reduci del 16 settembre 1987, saranno in ghingheri e decisamente pronti a far saggiare ai colleghi madridisti l'intensità dell'urlo che li ha resi famosi in tutte le città dei Campioni. "The Champiooons", è il primo obiettivo: poi, toccherà alla squadra tenere testa ai padroni d'Europa. Quantificare i numeri della prevedibile invasione napoletana nella capitale spagnola, però, non è ancora possibile: a ieri i due club non avevano preso contatti formali per pianificare il sopralluogo e discutere della scorta, ma in genere le regole Uefa prevedono che agli ospiti sia riservato il 5% della capienza. Quella del Bernabeu è di 81.044 posti, e ciò significa che al Napoli dovrebbero essere recapitati tra i 3.500 e i 4.000 biglietti. A cui bisognerà aggiungere quelli acquistati in Spagna per altri settori.
CHE PREZZI. Il primo investimento dei tifosi azzurri, comunque, è stato quello relativo ai biglietti aerei: i più scaltri sono riusciti ad acquistare un diretto Napoli-Madrid-Napoli subito dopo il sorteggio anche a 77 euro, ma già un'ora dopo i prezzi dei voli erano triplicati. Sia via internet, sia in agenzia. E’ presto per i pacchetti charter+partita: se ne saprà di più con l'inizio della prevendita che potrebbe andare in scena a gennaio 2017. Il conto alla rovescia è partito.
Ottavio Bianchi L’ultima volta che il Napoli ha incrociato il Real era Ottavio Bianchi a sedere sulla panchina degli azzurri, con i quali vinse lo scudetto proprio nella stagione 1986/87: «Se giocassero in questi giorni io direi cinquanta e cinquanta perché il Napoli, se è in salute e va a mille, può fare bene con questo entusiasmo. Certo da qui a quando si giocherà potrebbe succedere di tutto, un infortunio, una squalifica piuttosto che un calo di forma. Il San Paolo? Una grande squadra non fa questi calcoli, un calciatore che gioca nel Real non pensa a questo, anzi si galvanizza».
Francesco Baiano subentrò nella gara disputata al Bernabeu: «Sono fiducioso, ovviamente il Napoli affronta il club più forte al mondo ma il Real non è abituato a correre dietro il pallone e quindi il gioco del napoli può essere vincente. Il San Paolo conta il giusto, avere il tuo pubblico dalla tua parte sarà importante ma in campo si va in 11 contro 11. Anzi, certi campioni si eccitano in contesti caldi come quelli del San Paolo. E poi il Napoli al Bernabeu andrà per fare la partita e non per fare calcoli. Se poi arrivasse un pari non sarebbe un dramma».
Bruno Giordano ha ancora fresco in mente il ricordo di un San Paolo stracolmo: «Trentanni dopo… è un sorteggio tosto come lo fu per noi, ma ce la giocammo alla grande nei 180 minuti. Che peccato però, proprio adesso che il Napoli era passata da prima! Però giocare queste partite è sempre stimolante, allora ci fu il record di spettatori e io credo che il San Paolo, nonostante tutto, non influenzerà una squadra come il Real, abituata a certi palcoscenici. Al Bernabeu bisogna contenere con umiltà per poi giocarsi tutto al ritorno. Perchè se vai in Spagna per fare la partita rischi di tornare con le ossa rotte. Ma può succedere di tutto».
Quel 30 settembre 1987, a fianco di Maradona e compagni, c’era anche Francesco Romano: «Anche il Real pensava di potere incontrare una squadra diversa. Affrontare il Napoli oggi non è una passeggiata, gli azzurri stanno bene e giocano altrettanto bene, si muovono a memoria e sono consapevoli del fatto che vincere con il Real è una possibilità per compiere il salto di qualità. Il calore del San Paolo conta tantissimo come contò in passato, la spinta del pubblico partenopeo sarà determinante, lo dico per esperienza personale. Infine dico che secondo me al Bernabeu il Napoli si giocherà la partita, senza troppi calcoli».
S’avverte il soffio tiepido (o forse bollente) della Storia e s’inchioda lo sguardo sul calendario: le hanno cerchiate d’azzurro quelle date, il 15 febbraio ed il 7 marzo, e si resterà sospesi nell’aria, aspettando che arrivino. «Ma noi squadre di livello ne abbiamo già incrociate: vorrei ricordarvi come siamo usciti l’ultima volta dalla Champions. E questi sette anni consecutivi in Europa sottolineano l’autorevolezza del Napoli e di Napoli». E’ come ritrovarsi in una nuvola soffice e perdersi ad alta quota, galleggiando tra le stelle d’un football che non ha eguali: benvenuti nel viaggio nell’immaginifico che per altri sessantaquattro giorni ancora vi condurrà, ma seriamente, al Santiago Bernabeu, per vivere non la favola ma un kolossal della propria esistenza (calcistica) a cui Aurelio De Laurentiis cerca di togliere un filo di tensione. «Peccato per l’inadeguatezza dello stadio, chiederemo scusa ai nostri ospiti, perché non credo sia possibile completare i lavori per quel tempo».
CARO REAL. Per ora, e durerà due mesi ancora, si resterà nelle esperienze sensoriali ed ognuno le vivrà a modo suo: poi, ma vada come vada, rimarrà un successo, perché ci sarà un momento in cui sarà possibile raccontarlo e raccontarselo ch’è arrivato Cristiano Ronaldo, il Pallone d’Oro, e la dimensione di Napoli s’è ingrossata fino ad arrivare ai marziani. «Sarà quasi un piccolo derby, perché il nostro calcio, questa idea sarriana, unica nel suo genere, sa tanto di Barcellona e può dare fastidio; e magari il Real finirà per temerci. Noi vorremo sfiancarli ma sono anche convinto che siamo dentro ad una sfida che per gli spagnoli potrà diventare stancante». Show must go on: ma siamo arrivati ad uno dei punti più alti, perché di là c’è la Leggenda, e si entrerà in una Cattedrale, e ci sarà il blanço e l’azzurro, e verranno le vertigini a pensare cosa sia successo in questo Terzo Millennio e cos’altro manchi a questo Napoli – che perde Koulibaly: due settimane di stop, poi la Coppa d’Africa – prima di mettere la palla al centro. «Sul mercato sappiano cosa ci serve: una punta vera, tradizionale. Nient’altro, perché negli altri ruoli siamo coperti ed è inutile acquistare calciatori solo per pochissime partite». E chissà come starà Milik, in quelle notti: però l’adrenalina scorre via veloce, pure per il polacco, che ha twittato per farlo capire. «E’ per momenti e partite come queste che giochiamo al calcio. Una grande sfida davanti a noi. Real, vi stiamo aspettando».
STOCCATINA AL PIPITA. E’ un Mondo che avvolge, mentre intorno c’è l’atmosfera gaia e magica d’un dicembre che per De Laurentiis è il mese del cinema, del cine-panettone, di “Natale a Londra” – Dio salvi la Regina, mentre già cominciano a scivolare i titoli di testa della Real Casa, ch’è il Santiago Bernabeu, con il fascino per nulla misterioso d’una emozione da vivere. «Chapeau a Sarri. Perché quando mi chiedete di Higuain, del suo talento, è inevitabile pensare a quanto un calciatore di quel livello diventi condizionante: direi che è nella natura stessa della sua forza, quindi che sia comprensibile che ciò avvenga. Ed è limitante per una squadra giocare per un solo giocatore. Quindi: tanto di cappello a Sarri, per il lavoro svolto».
MERCATO IERI E WANDA. E’ inutile divagare (con la testa) in questo lungo viaggio che trascina a Madrid, perché prima altri appuntamenti saranno in scaletta: il Torino, la Fiorentina, il 2017 denso di sfide e di verità da costruirsi, anche (ri)tuffandosi in quel mercato nel quale inseguire un bomber che scacci via qualsiasi tipo di eventuale rimpianto, pure quelli che nascerebbero rituffandosi nell’estate di Maurito Icardi, una sorta di amabilissima “ossessione” che De Laurentiis doma scherzandoci su: «Poteva esserci anche Wanda Nara, le offrii una parte quando andai a trattare suo marito. Chissà che danni avrebbe combinato a Londra».
fonte:corrieredellosport