La Roma comincia a credere che non sia necessario dare spettacolo (stile-Napoli, per esempio) per vincere le partite. Basta crederci, restare dentro alla gara, e colpire nel momento decisivo. Così sconfigge il Milan, senza batterlo sul piano del gioco, anzi. Ora è una squadra meno bella ma più matura.
Il Milan pensava alla solita partita in casa delle grandi (ma anche delle meno grandi): stare dietro e partire in contropiede. Invece la Roma, non di eccezionale bellezza, spinge i rossoneri a provarci. E’ una novità per il Milan, che non se la cava nemmeno male. Ma se sbaglia i rigori sullo 0-0…
Solito Mazzoleni insufficente, raggiunge l’apice quando non ammonisce Szczesny sul rigore, anticipando disposizioni che non hanno ancora l’ok del nostro Settore tecnico. Per uno che non ammonisce quando c’è da ammonire, il massimo.
Primo tempo
15’ – Rüdiger lancia Dzeko in off side, arriva così a gioco fermo il fallo di Pasalic su Nainggolan.
17’ – Entrata decisa di De Sciglio su Bruno Peres: manca il cartellino giallo.
18’ – Abate su Perotti e subito dopo Pasalic su Emerson: giallo per il croato, ne manca uno.
26’ – Szczesny esce e travolge Lapadula che gli sposta il pallone: rigore netto, non arriva il giallo, Mazzoleni anticipa il…. futuro, mettendo in pratica una direttiva Uefa non ancora entrata in vigore in Italia. In sintesi: essendo stato derubricato a giallo il rosso su chiara occasione (in caso di intervento onesto), se c’è solo “azione importante”, il giallo scala a… nulla.
37’ – Nuova entrata di De Sciglio su Bruno Peres, tocca il pallone ma poi travolge il giallorosso, sfortunato perché il piede rimane sotto l’avversario.
Secondo tempo
8’ – Niang ferma Rüdiger in ripartenza: da giallo.
12’ – Ancora Niang, stavolta su Manolas: altro giallo mancato.
14’ – Graziato anche Manolas (fallo di mano).
23’ – Lapadula-Manolas in area rossonera, non c’è nulla.
37’ – Rischia Paletta (già ammonito) su El Shaarawy
La Juve non è scappata, la Roma la tiene ancora sott’occhio e nella corsa verso lo scudetto (o anche solo per l’etichetta di anti-Juve) ha, per il momento, allontanato il Milan. Lo ha battuto in una serata di calcio non entusiasmante, ma comunque una serata da record, con la dodicesima vittoria consecutiva all’Olimpico. Tutti i problemi (e non erano pochi) della Roma sono stati risolti da Nainggolan, con un sinistro da fuori area che ha deciso la partita, uno di quei gol che nel corso di un campionato pesano più di tre punti. Ma per arrivarci, la Roma ha faticato tanto e rischiato ancora di più quando Niang ha piazzato la palla sul dischetto per il rigore che Szczesny gli ha invece deviato in angolo. Poteva girare la partita a favore del Milan, invece ha invertito il corso ed è stata la Roma ad agguantarla con più esperienza, più convinzione e più maturità. Vincere partite come questa fa pensare a una squadra non bella, ma forte dentro.
POCO GIOCO. Nel primo tempo la squadra di Spalletti ha giocato così male da invogliare il Milan, formazione notoriamente poco propensa al calcio spettacolo, a rinunciare al suo solito atteggiamento d’attesa per cercare la strada più rapida per l’area romanista. Di solito il Milan, quando è chiamato a costruire l’azione, non si trova a suo agio, ma ieri sera aveva accesso al gioco grazie alla Roma, disposta male in campo. Era senza ritmo, senza velocità e totalmente priva di intensità. Ma quello che colpiva di più era la scarsa precisione nei passaggi: i tocchi e i lanci di De Rossi, Bruno Peres, Perotti e Nainggolan erano troppo spesso fuori misura. Avremmo capito se la partita si fosse giocata a cento all’ora, ma a quella velocità sbagliare la misura era difficile davvero. Erano scollati i reparti: da Manolas a Dzeko c’erano più di 50 metri, De Rossi e Strootman erano staccati da Nainggolan, rimasto inchiodato per un’ora alla marcatura di Locatelli (però, quando se n’è liberato, ha lasciato il segno). Al 45', solo Dzeko aveva impensierito per due volte Donnarumma. Il Milan, invece, aveva individuato le linee su cui giocare, il movimento del suo tridente d’attacco e l’eccellente qualità di Suso favorivano la sua manovra.
IL RIGORE. Montella immaginava un altro tipo di partita, di contenimento e ripartenza, invece la sua squadra ha avuto la possibilità di mostrare una tecnica finora nascosta. Oh, niente di trascendentale, ma l’azione che ha portato al rigore, per esempio, è stata veloce e precisa: tocco di Bertolacci, scatto di Lapadula, fuori tempo Manolas, uscita a valanga di Szczesny che ha travolto il centravanti. Solita discussione fra Niang e Lapadula, “batto io, no batto io”, l’ha spuntata di nuovo il francesino e, come era accaduto contro il Crotone, anche stavolta se l’è fatto parare dal portiere. Oltre al rigore, un paio di volte Suso aveva pizzicato la difesa della Roma e solo un leggerissimo ritardo di Niang e Lapadula aveva salvato Szczesny.
IL COLPO DI NAINGGOLAN. Il Milan aveva in campo 8 italiani, la Roma uno solo (De Rossi) ma nel finale del primo tempo ha raddoppiato con El Shaarawy al posto di Bruno Peres che si era fatto male. Perotti è andato a destra, El Shaarawy a sinistra. Ci voleva una giocata super per cambiare il corso della partita e quella giocata è arrivata con Nainggolan, al primo vero spunto della sua partita. E’ partito come un razzo su un rinvio di testa di Manolas, Locatelli era fuori posizione e ha favorito lo scatto del romanista: un tocco, due tocchi, sinistro piazzato dal limite dell’area, anche Donnarumma era un po’ fuori e la palla si è infilata a un centimetro dal palo.
CAMBI SBAGLIATI. Montella stava preparando un cambio in attacco con Luiz Adriano, ma preso il gol ha tolto Bertolacci per far entrare Mati Fernandez. Solo dopo è entrato anche Luiz Adriano al posto di Lapadula. Le sostituzioni, però, hanno indebolito il Milan: Mati, Luiz e alla fine Honda non hanno portato niente alla causa. La Roma, in una serata poco brillante, si è preoccupata di conservare con forza quel suo tesoro di gol. La Juve non è ancora scappata.
fonte.corrieredellosport