Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare una grande

7 dicembre 2016 | 00:00
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Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare  una grande
Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare  una grande
Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare  una grande
Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare  una grande
Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare  una grande
Sarri al comando del girone.Il Napoli ora rischia di pescare  una grande

Agli ottavi di finale di Champions con l’orgoglio di essere testa di serie. Ma anche con la sensazione forte di aver subìto paradossalmente una gran bella beffa se è vero che lunedì nell’urna la squadra di Sarri rischia di pescare una tra Bayern Monaco, City, Psg, Real Madrid (o Borussia Dortmund, se Zidane oggi vincerà lo scontro diretto). 


Chi passa come prima 

Con il Napoli, sono già passate come prime nei gironi l’Arsenal, il Barcellona, l’Atletico Madrid, più Monaco e Leicester che giocheranno stasera. Le altre due prime saranno una tra Borussia Dortmund e Real Madrid (ai tedeschi basterà non perdere nello scontro diretto) e una tra Juventus e Siviglia (il Lione è ancora in corsa ma può passare agli ottavi solo come seconda classificata). 

Nell’urna del Napoli 

La lista delle potenziali rivali del Napoli è questa: il City di Guardiola, il Bayern di Ancelotti, il Psg dell’ex Cavani, più il Bayer Leverkusen. Poi, abbiamo detto, il Real Madrid se non batterà oggi il Borussia Dortmund. Dal gruppo G può arrivare il Porto (o il Copenaghen). Se la Juve vincerà il suo girone (le bastano i 3 punti o il mancato successo del Siviglia), il Napoli può pescare Siviglia o Lione. Viceversa, se la Juve finisse seconda, non potendo esserci il derby, la lista delle potenziali avversarie del Napoli si limiterebbe a 6 squadre (escludendo Juve, appunto, e Benfica) e in questo modo aumenterebbero le percentuali di un sorteggio da brividi. Anche la Juve da prima, ovviamente, correrebbe gli stessi rischi di una beffa al sorteggio (medesima lista base, più il Benfica). 

Rispetto alla gara d’andata, Rui Vitoria cambia l’intero pacchetto di attaccanti, ma se al San Paolo il Benfica era riuscito a segnare almeno due gol, al Da Luz si ferma a uno e solo grazie a un errore di Albiol. La manovra del Benfica sorprende raramente la difesa del Napoli.

Solito Napoli, per modulo e gioco. Sempre compatto, sempre sicuro e sempre proiettato all’attacco. Di leggermente diverso c’è solo l’interpretazione di Insigne che quasi ruba il posto a Hamsik nella rifinitura dell’azione. Lorenzino gioca una partita tatticamente eccellente.

Per fortuna non è decisivo, ma la leggerezza di Albiol è imprevedibile, nel senso che arriva da un giocatore la cui esperienza in campo europeo è fuori discussione. L’ex madridista tocca morbido il pallone e lo consegna a Jimenez. Così nasce l’unica rete del Benfica che in altro modo non avrebbe mai segnato.

La svolta arriva da molto lontano, da Kiev. Quando la Dinamo comincia a segnare un gol dietro l’altro al Besiktas, al Da Luz il Benfica si accontenta e il Napoli si ingolosisce. Nella ripresa giocano solo gli azzurri che potrebbero segnare a ripetizione. Il 2-1 non rispecchia la quantità e la qualità delle occasioni.


Baci e abbracci al Da Luz. Il Napoli ha vinto, qualificandosi agli ottavi come primo del suo girone. Ma, pur battuto, nemmeno il Benfica ha perso, conquistando la qualificazione grazie al 6-0 della Dinamo Kiev sul Besiktas. Tutto quello che potevamo aspettarci dal Napoli si è visto: qualità, personalità, attenzione, organizzazione. Dopo il 3-0 sull’Inter, altra dimostrazione di grande calcio. Il Napoli ha saputo soffrire nei pochi momenti in cui il Benfica si è fatto più coraggioso, ma non ha mai perso un colpo, è sempre rimasto in partita attaccando di più e meglio dei portoghesi. E’ piaciuto soprattutto per l’atteggiamento: nella ripresa, quando la sconfitta del Besiktas aveva ormai dimensioni così ampie da non poter immaginare nemmeno lontanamente una rimonta, avrebbe potuto fermarsi, come ha fatto il Benfica. Peraltro sarebbe stato primo anche col pareggio. E invece ha preso la partita in mano e l’ha trasformata in una vittoria strepitosa, riempiendola di giocate belle e soprattutto decisive. Era troppo per il Benfica. In mezz’ora, entrato al posto di Gabbiadini, Mertens ha segnato un gol da applausi dopo aver dato a Callejon la palla dell’1-0, ma è stato tutto il Napoli a dare spettacolo. Sarri, debuttante in Champions, ha dato in Europa un’altra lezione di gioco del calcio. Il suo nuovo obiettivo è superare gli ottavi, massimo traguardo raggiunto dal club in questa coppa. 

LA FESTA A KIEV. Benfica e Napoli hanno cominciato a giocare in meno di 40 metri, con le due difese altissime e con un identico obiettivo: scoprire le spalle degli avversari. Non erano contratte, ma guardinghe. Non era il caso di infiammare subito la partita, non lo faceva nemmeno il Benfica che, più del Napoli, aspettava notizie da Kiev. Se il Besiktas fosse andato in vantaggio, allora la partita sarebbe esplosa, ma la Dinamo stava organizzando la festa di Lisbona, dove poco dopo la mezz’ora la partita non contava più per la qualificazione: erano entrambe agli ottavi grazie al 3-0 degli ucraini sul Besiktas. 

LE OCCASIONI. Già prima della grande ripresa napoletana si era visto qualcosa. Tre buone occasioni per la squadra di Sarri e altrettante per il Benfica, con Reina ed Ederson decisivi sui due fronti. L’iniziativa passava rapidamente da un versante all’altro. Il Napoli era guidato dall’esperto diciannovenne Diawara (gioventù ed esperienza non coincidono mai, tranne che nel suo caso) e il lavoro di ricucitura dell’azione era perfezionato da Insigne, ben dentro la partita. Stava sbagliando solo Ghoulam, nei tempi d’attacco, tutti gli altri non uscivano mai dal gioco. La personalità che Sarri voleva vedere, si vedeva.  

DIFESA DEGLI ESTERNI. Sia il Napoli che il Benfica utilizzavano molto spesso le ali come terzini aggiunti, proprio per non farsi sorprendere sulle due fasce. Ma nonostante lo sforzo dei portoghesi, la prima occasione del Napoli è nata proprio da un attacco di Insigne a sinistra, con conclusione di Hamsik e respinta di Ederson, finita sulla testa di Gabbiadini e poi in rete quando il centravanti era in fuorigioco. Con un paio di sbandate a sinistra il Napoli ha rischiato di prendere gol da Gonçalo Guedes e Jimenez. Poi ancora la squadra di Sarri, con l’occasione di Callejon.  

NAPOLI SHOW. Alleggerito del carico delle responsabilità (all’inizio della ripresa il Besiktas era stato schiantato da 4 gol ucraini), il Napoli è rientrato in campo col suo solito calcio. Un grande calcio. Due occasioni in tre minuti, la seconda clamorosamente sbagliata da Callejon che si è fatto perdonare poco dopo segnando il gol dell’uno a zero con un pallonetto su Ederson in uscita grazie a un assist micidiale di Mertens. Certo che Gabbiadini è anche sfortunato: Mertens aveva preso il suo posto e tre minuti dopo ha piazzato il colpo del passaggio-gol; ancora un quarto d’ora, dribbling in area su Luisao e palla nell’angolino. Solo un erroraccio di Albiol ha aperto al Benfica la strada per segnare il suo gol con Jimenez. Ma non c’era storia. C’era solo il Napoli. 

Le pagelle


Ederson 6,5 

E’ bravo su Gabbiadini, perché quei palloni lì sono la rovina del portiere: lui occupa lo spazio e va a prendere un sfera avvelenata. Non può arrivare né su Callejon, che si presenta in solitudine, né sulla parabola perfida di Mertens. 

Fejsa 6 

Le responsabilità sa come assumerle, chiede il pallone e lo gioca, aspetta Hamsik per depotenziarlo. Ma nella ripresa viene travolto dal Napoli, da ritmi diversi ed anche dal palleggio dello slovacco, che gli sfugge. 

Jimenez 6 

La più pulita delle occasioni e bisogna trattenere il fiato fino alla battuta, che viene annullata da Reina. Ma ha gamba, sguscia e frega Albiol. 

Gonçalo Guedes 5,5 

Ha una palla che gli piove dal cielo, grazie ad Hamsik e a Ghoulam, ma sa soltanto stropicciarla. 

Rafa Silva (dal 12' st) 5,5 

Visto che Gonçalo Guedes non va, dentro uno fresco. Che è come quello affaticato. 

Cervi 5,5 

Un acuto, che si perde nelle tenebre, ed una sofferenza sistematica quando si imbatte in Hysaj. 

Carillo (dal 23' st) 5,5 

Piccole e rare apparizioni, più in fase difensiva. 

Semedo 5,5 

Capisce subito che gli è toccato un diavolo e si regola di conseguenza, quasi provando a limitare i danni, però avvertendo il pericolo. Il terrore lo fa abbassare spesso e sul gol del Napoli è lui che tiene in gioco Callejon. 

Luisao 5,5 

Si prende (più lui che Lindelof) Gabbiadini e gli sta addosso, quasi gli voglia togliere pure l’aria. Lo perde una sola volta e per poco non succede….Poi lo mura nella ripresa, quando comunque rimane il più reattivo in assoluto, almeno fino a quando Mertens non lo lascia sul posto. 

Salvio 5,5 

Il «discolo» – si fa per dire – perché glielo hanno suggerito di buttarsi tra le linee, tagliando il campo. Lo fa raramente ed è meglio per il Napoli, perché darebbe l’impressione di averne la possibilità. Va via evaporando. 

Pizzi 5,5 

Gioca per quel che può, perché Allan va a mordergli le caviglie, e dunque le verticalizzazioni latitano ed anche le incursioni. Rimane inchiodato al terreno, lasciando piccole tracce. 

Lindelöf 5 

Ha la possibilità di osservare e comunque costringe sempre Gabbiadini, quando gli arriva addosso, a girare sul destro, utile al centravanti solo per salir le scale. Ma quando entra Mertens, è un’altra partita, perlomeno nel momento-chiave, quello nel quale Callejon gli parte e prenderlo non si può. 

Almeida 5 

Vietato assumere licenze, dev’essere stato un ordine o magari è la presenza di Callejon, del quale di certo sanno tutto. Ma non basta, perché lo spagnolo gli fa male, spreca e poi certifica con il gol la crisetta del laterale mancino portoghese. 

MERTENS (dal 12' st) 8 

Ops, vai amico: e manda, ma proprio subito, Callejon in porta. Ma il raddoppio è pazzesco, scherza nell’area, poi la mette nell’angolo dove non si arriva neanche volando. In mezz’ora, fa tutto quello che farebbe un fenomeno. 

L. INSIGNE 7 

Fa il matto, sacrificandosi per il campo nelle due fasi, spostando il suo raggio d’azione per entrare tra le linee e tentare di spaccarle. Poi disegna traiettorie da incanto, quelle sue, a cercare e a trovare amici dall’altra parte del campo. 

CALLEJON 7 

Gli arriva un pallone di cui il Callejon vero saprebbe cosa farne, ma in quel momento – e non solo in quel momento – non è ancora lui. E’ clamoroso l’errore in avvio di secondo tempo. Poi, cucchiaio: eccolo qua, è tornato, regale nel gesto tecnico e nella lettura delle giocate. 

HYSAJ 7 

Si preoccupa di Cervi, gli sottrae ogni zolla di terreno e poi va anche ad attaccarlo frontalmente. Non concede niente, ma proprio niente, neanche una pallida illusione. 

KOULIBALY 7 

Un giallo al 14' è condizionante per altri, mica per lui, che si oppone e si controlla, che va a dominare contro chiunque. A volte è spaziale. 

DIAWARA 7 

Tanti palloni sporchi, ma proprio parecchi, che deve domare. Qualche erroraccio genera ripartenze ma ci pensa poi lui a rimediare. E’ un bambino ma con una personalità… 

HAMSIK 6,5 

Ne sbaglia una enormità, quando la partita non gli è entrata nella pelle e forse la soffre. Poi trova la giocata giusta per Gabbiadini, ed è un gran pallone, alle spalle del difensore centrale. Niente male le aperture (di chi ha piede) per Callejon. 

REINA 6,5 

Sono i suoi compagni a fargli venire la pelle d’oca ma quando Jimenez gli arriva davanti, tutto solo, lui è lui, grosso come il talento utile a restare in piedi sino alla parata. 

ALLAN 6,5 

Non trova lo spazio per andar via e si limita a fare il filtro, sistemandosi addosso a Pizzi (nella zona) per frenarne eventuali slanci. Un gregariato di livello assoluto che poi tracima 

ALBIOL 6 

Il regista deve abbandonare i panni: fa la comparsa, rimanendo là dietro, aggrappato alla linea, perché ha intuito che gli altri non se la passano granché bene. Ma nel finale rovina la prestazione, lasciando a Jimenez l’1-2: esce arrabbiato con se stesso. 

GHOULAM 6 

Gli vengono male (per 45') tutte le diagonali e le coperture, forse è la tensione o chissà quale virus che gli ottenebra la mente. Si sveglia nella ripresa e fa male. 

GABBIADINI 5,5 

Un (rovinoso) metro avanti sul gol che gli viene giustamente annullato, un decisivo metro indietro sull’appoggio di Callejon (27'), un miracoloso Ederson. Si riscopre (di nuovo) marginale. 

L’arbitro 

Lahoz 7 

Giusto il cartellino giallo a Koulibaly e gestione della serata sciolta. 

fonte:corrieredellosport