L’allenatore del Napoli Sarri dopo il pari cn la Fiorentina per 3-3 non nasconde la sua rabbia e ribadisce :per vincere le partite ci vuole piu’ cazzima e voglia di vincere.Con questa mentalita’ raccogliamo meno di quanto produciamo
Il solito bicchiere: ma sembra vuoto; e se fosse pieno, ci sarebbero gocce di veleno. E’ il calcio nella sua paradossale bellezza: quell’espressione gioiosa che t’afferra per un tempo e ti trascina tra le nuvole e poi un velo di narcisismo che ti possiede e quasi t’accomoda dinanzi ad uno specchio. C’è stato un momento in cui pareva finita, ed è durato un bel po’: stavano scorrendo gli ultimi granellini di sabbia nella clessidra di Fiorentina-Napoli, da 0-1 a 1-1, da 1-2 immediatamente a 2-2 e poi persino a 3-2; ma non è certo l’ora della gloria, per quel 3-3, perché nella sua nuvola di fumo, Sarri ha esclusivamente rimpianti che lo fanno contorcere. «Non si possono prendere gol così. E su Kalinic, dalla panchina, non ho avuto percezioni: Orsato mi ha detto che nessuno ha toccato Kalinic ma che non c’era simulazione. Lascio perdere il risultato, ma ci manca la cazzimma….».
Partiamo dalla fine, Sarri?
«Gabbiadini è un freddo e quella circostanza richiedeva un uomo del suo spessore».
Poco prima, invece, eravate state un po’ allegri: gol del vantaggio, poi in dieci minuti il ribaltone.
«Ci ha fatto molto male il 2-2, che invece ha restituito energia ed entusiasmo alla Fiorentina, sempre applicata, soprattutto nella ripresa. Ma non si può venire a Firenze prendere gol dopo un minuto che siamo passati in vantaggio: Bernardeschi ha fatto un gol straordinario, ma gli abbiamo lasciato quaranta metri palla al piede».
Li chiameremo, i vostri, peccati di gioventù.
«Lasciamo sempre qualcosa, è un difetto di mentalità che dobbiamo cancellare in fretta: facciamo prestazioni di livello, poi sciupiamo e rischiamo di ritrovarci con niente in mano. Spero che questa svolta avvenga rapidamente».
Primo tempo d’eleganza, secondo di autocompiacimento.
«L’inesperienza qualcosa ci toglie, ma al di là di questo io voglio vedere sempre una squadra che sappia essere aggressiva. E’ la determinazione che talvolta modifica una serata. Nella ripresa ho avuto l’impressione che ci fossimo allungati, che le distanze tra i reparti non fossero più le stesse».
Di nuovo tre gol e stavolta gli errori sono soprattutto dei singoli.
«Che però a volte arrivano perché indotti. A tratti siamo padroni delle situazioni, in alcune fasi invece ci sfuggono i movimenti. E questo richiede lavoro, per migliorarsi ancora, sempre. Quanto ai riferimenti su Maksimovic, è normale che faccia un pochino di fatica, ha sempre giocato in una retroguardia a tre con predisposizioni diverse dalle nostre. E non c’è mai stato tanto tempo da dedicare agli allenamenti di reparto, perché durante le soste lui è in Nazionale».
Il suo saldo…
«Potevamo perderla ed abbiamo recuperato un punto proprio sul fischio finale. Il calcio è anche questo. Ma nonostante una prestazione meno brillante del solito, siamo stati capaci di produrre sette-otto azioni di assoluto livello. Ripensando a questo periodo, penso che in generale abbiamo meno punti di quelli che avremmo meritato».
fonte:corrieredellosport