Scommettiamo che il Napoli gioca con la maglia bianca anche a Firenze
Con le quattro reti realizzate al Torino (è stato il suo primo poker in Italia), il belga Dries Mertens è arrivato 48 gol in maglia azzurra: 13 nel 2013-14, 10 nel 2014-15, 11 nel 2015-16 e 14 in questo avvio di stagione (10 in campionato e 4 in Champions).
Il Napoli ha realizzato finora 98 gol con Sarri nel 2016 fra campionato e coppe. Nell’ultima sfida con la Fiorentina ha la possibilità di arrivare a 100, quota già superata nel 2014 (101) e nel 2015 (117).
Non è vero ma ci credo. Lo diceva Peppino De Filippo, lo pensa la maggior parte dei napoletani. La superstizione regna padrona in città, dove riti e scaramanzie accompagnano molto spesso la vita quotidiana coinvolgendo anche il Napoli. Così mentre più di venti anni fa c’era Maradona che baciava in fronte Carmando prima di ogni partita, ora c’è il rito del bacio dei santini prima di salire sulle scale del San Paolo, consuetudine che coinvolge anche gli stranieri, oppure chi come Reina fa il pieno di benzina e beve un bicchiere di vino la sera prima di giocare. Fra i più superstiziosi c’è il presidente De Laurentiis, che dal cinema ha ereditato tanti rituali: sempre lo stesso posto allo stadio, il giaccone verde indossato durante le partite, gli inviti ripetuti agli ospiti che hanno portato fortuna. Ma nel carnet del numero uno azzurro c’è anche un’altra mossa per allontanare la cattiva sorte: il cambio di maglia.
quel palo… Due anni fa da una sua intuizione si passò a indossare la terza maglia, di colore giallo, che portò alla svolta in campo la squadra di Benitez con una serie incredibile di risultati positivi. Quest’anno la decisione è stata presa dopo un lungo periodo di sfortuna, culminato nel palo centrato da Callejon all’ultimo minuto di recupero contro il Sassuolo. E così, dalla partita con l’Inter in poi, il Napoli ha abbandonato la casacca azzurra: i risultati si sono visti, subito. Quattro partite vinte su quattro, tre in campionato con la maglia bianca e una in Champions con la maglia nera.
SI VOLA. La maglia bianca è diventata un vero e proprio portafortuna, ha condotto la squadra a giocare su livelli entusiasmanti con 13 gol realizzati e solo tre subiti (tutti domenica con il Torino) e ha dato una continuità di rendimento e di risultati mai vista finora in questa stagione. Sono arrivati un emozionante 3-0 con l’Inter (due reti nei primi 5 minuti), uno spettacolare 5-0 in casa del Cagliari e un pirotecnico 5-3 con il Toro: tre vittorie su tre e media punti da scudetto.
AVANTI COSì. «Probabilmente il cambio è stato deciso dal presidente e io non mi sono opposto perché venivamo da un periodo di risultati non eccezionale», ha detto Sarri dopo la prima vittoria di due settimane fa con l’Inter. Già, e ora come si fa a tornare indietro? «Essere superstiziosi è stupido, non esserlo porta male», si dice spesso a Napoli. E il tecnico azzurro, che in città ci è anche nato, non si lascia nemmeno sfiorare dal pensiero di sottovalutare quello che sta succedendo. Perché anche lui, nella sua carriera, non ha mai tralasciato i minimi particolari. Come quando alla Sansovino faceva ascoltare alla squadra un album di Donatella Rettore prima delle partite, oppure quando nel tragitto verso lo stadio si fermava a raccogliere tre pannocchie, tre mele, tre pesche o tre noci e puntualmente arrivavano i tre punti. Non è vero ma ci credo. Scommettete che il Napoli giocherà in maglia bianca anche giovedì sera a Firenze?