Un boccone amarissimo da digerire. Ma l’occasione del riscatto è sul piatto d’argento: venerdì al «Vigorito» c’è il Pisa per chiudere il girone d’andata e ricominciare a correre dopo due pareggi e una sconfitta (solo due punti incamerati sui nove a disposizione, quando per quello che si è visto sul campo avrebbero dovuto essere almeno sette). Il furto con scasso perpetrato dal Frosinone brucia ancora e ha rovinato il Natale al Benevento e ai suoi tifosi, a cominciare dai 780 presenti al «Matusa». Certo è dura perdere con un gol incassato a tempo abbondantemente scaduto (un minuto e mezzo oltre i quattro di recupero concessi dal direttore di gara, senza contare che già nel primo tempo erano stati assegnati tre giri di lancetta supplementari per due sostituzioni forzate), un altro in evidente fuorigioco di almeno un metro (peraltro confermato dalla moviola in tutte le angolazioni) e uno propiziato da un calcio di punizione più che dubbio (su cui, peraltro, si è aperta la barriera sorprendendo Cragno). La rabbia in corpo è tanta ma piangersi addosso è inutile, così come prendersela con l’arbitro o con la mala sorte: occorre metabolizzare la battuta d’arresto e voltare pagina al più presto, perché i ritmi frenetici del torneo di B non consentono riflessioni troppo approfondite. Il prossimo impegno si materializzerà in men che non si dica e soltanto dopo, arrivati cioè al giro di boa, si potranno tirare le prime somme. La priorità, dunque, è quella di preparare al meglio il match con i toscani di Gattuso, ringalluzziti dal pareggio con lo Spezia ma soprattutto dall’avvenuta cessione della società, che dovrebbe garantire ai nerazzurri un futuro più sereno rispetto agli scenari nebulosi che stavano per addensarsi. Il Benevento deve ripartire proprio dalle ultime due prestazioni. Quella casalinga con l’Ascoli in cui è mancato solo il gol e soprattutto quella esterna in Ciociaria, che ha messo in mostra una squadra con gli attributi, combattiva fino all’ultimo alito di gara, che non si è mai inchinata alla seconda della classe. Una squadra capace di imporre il proprio gioco senza cinque potenziali titolari come Lopez, De Falco, Buzzegoli, Falco e Ciciretti e per giunta senza l’imprevedibilità, la fantasia e la qualità di questi ultimi due, ovvero i suoi giocatori più talentuosi. Il Benevento sceso in campo a Frosinone ha dimostrato di essere maturo e poliedrico, solido e reattivo. Non si è piegato dopo essere andato sotto, dopo aver perso due giocatori per infortunio, dopo essersi ritrovato con entrambi i centrali di centrocampo ammoniti e neppure dopo le discutibili scelte arbitrali che lo hanno costretto sempre ad inseguire. È stato capace di ovviare all’emergenza plasmando il proprio sistema di gioco a seconda della situazione: passando dal 4-4-2 al 4-2-4, per poi tornare al 4-4-2 e chiudere infine col 4-3-3. Tutti moduli diversi da quel 4-2-3-1 che rappresenta l’assetto più calzante in assoluto alla dotazione organica, ma che senza Falco e Ciciretti diventa praticamente impossibile da proporre. E che Baroni, in vista del match di venerdì, potrebbe nuovamente accantonare. Molto dipenderà dalle condizioni di Falco, vittima di un problema muscolare 24 ore prima della trasferta di Frosinone e lasciato precauzionalmente a riposo. Una partita che ha contribuito ad affollare ulteriormente l’infermeria giallorossa: praticamente impossibile sperare nel recupero di Lopez e De Falco, speranze ridotte al lumicino per Ciciretti e Jakimovski. In più, c’è Buzzegoli sempre alle prese con i soliti fastidi e quindi con un’autonomia limitata. Il tecnico sarà costretto veramente a fare la conta in attesa della sosta di campionato che, mai come questa volta, arriverà proprio come il cacio sui maccheroni. Ci sarà tempo fino al 21 gennaio per recuperare gli infortunati (quando riprenderà il torneo, con i giallorossi impegnati a Ferrara con la Spal) e fino al 31 per innestare qualche rinforzo in occasione della finestra di mercato che si aprirà ufficialmente il martedì 3 gennaio.
fonte:ilmattino