Un boato vero, finalmente, di un Olimpico forte e rumoroso. E la Roma è lì, ancora lì, nonostante una serata dove tutto ha funzionato a efficienza ridotta. Luciano Spalletti, rimasto immobile per la tensione al fischio finale, stacca il Milan al secondo posto, resta agganciato alla Juve nella settimana dello scontro diretto ed entra a suo modo nella storia: con dodici vittorie nello stadio di casa, incluso il derby giocato per calendario in trasferta, ha superato la striscia vincente del Barone Liedholm, un gentiluomo che sulla qualità di questa partita avrebbe avuto molto da ridire, per competenza e affetto. Se batterà anche il Chievo, prima di Natale, Spalletti eguaglierà il record assoluto, stabilito addirittura nel 1930 dalla neonata Roma di Testaccio. In più, ha conquistato la centocinquantesima vittoria da allenatore romanista.
SODDISFAZIONE. E’ insomma una serata di felicità, davanti a 42.000 persone e una curva tornata vivace, anche se lo spettacolo tecnico non è stato all’altezza delle aspettative. Del resto questa Roma, come dimostra la giocata scacciapensieri di Nainggolan, sta imparando a usare anche il fisico oltre alla tecnica. E si tiene in equilibrio, visto che tra Lazio e Milan non ha subito gol. «Non era facile battere il Milan, che ormai siede al tavolo delle grandi – racconta – ma sono soddisfatto perché ho visto una squadra caparbia che ha accettato una partita muscolare, magari meno bella del solito. Nel complesso la Roma è sempre rimasta compatta senza abbandonare la linea difensiva. Siamo stati bravi a portare a casa la partita, con la solidità dei tre centrocampisti che sono cresciuti in maniera esponenziale e creando alcune occasioni nelle quali siamo stati poco lucidi. Sono contento anche perché stasera abbiamo concesso molto poco, rigore a parte». Come nel derby.
LA SFIDA. Ora la Juventus, dove si decide molto: «Per noi è come il Palio di Siena, si va sempre di rincorsa. Dobbiamo prepararla bene e ricordare che se a loro concederemo mezza occasione, prenderemo due gol. Dobbiamo per prima cosa recuperare lo sforzo di stasera e cercare di mantenere l’equilibrio, perché i bianconeri sono una squadra che ti punisce se sbagli. In più troveremo uno stadio caldo, come lo è stato il nostro questa volta dandoci una spinta importante. Il cliente è scomodo ma noi abbiamo un’occasione fenomenale, irripetibile forse. Chi temo? Tutti, anche i giocatori che non saranno disponibili».
POLEMICA. E’ anche una serata polemica dopo quanto è accaduto nel sottopassaggio durante l’intervallo, episodio documentato da immagini e audio. Dopo che il milanista De Sciglio aveva ultimato l’intervista televisiva del primo tempo, Spalletti lo ha visto sussurrare una frase all’orecchio di un dipendente del Milan ed è intervenuto: «Dillo anche me quello che stai dicendo. Dillo anche a me visto che hai già stroncato un giocatore». Il riferimento era al contatto avvenuto pochi minuti prima con Bruno Peres, che ha mandato il giocatore della Roma in ospedale. Spalletti chiarisce: «Ero un po’ arrabbiato perché non mi piace questa abitudine di parlare con la mano sulla bocca. Bruno Peres si è fatto male dopo uno scontro di gioco, non da solo, e i giocatori del Milan protestavano per perdita di tempo».
fonte.corrieredellosport
Un boato vero, finalmente, di un Olimpico forte e rumoroso. E la Roma è lì, ancora lì, nonostante una serata dove tutto ha funzionato a efficienza ridotta. Luciano Spalletti, rimasto immobile per la tensione al fischio finale, stacca il Milan al secondo posto, resta agganciato alla Juve nella settimana dello scontro diretto ed entra a suo modo nella storia: con dodici vittorie nello stadio di casa, incluso il derby giocato per calendario in trasferta, ha superato la striscia vincente del Barone Liedholm, un gentiluomo che sulla qualità di questa partita avrebbe avuto molto da ridire, per competenza e affetto. Se batterà anche il Chievo, prima di Natale, Spalletti eguaglierà il record assoluto, stabilito addirittura nel 1930 dalla neonata Roma di Testaccio. In più, ha conquistato la centocinquantesima vittoria da allenatore romanista.
SODDISFAZIONE. E’ insomma una serata di felicità, davanti a 42.000 persone e una curva tornata vivace, anche se lo spettacolo tecnico non è stato all’altezza delle aspettative. Del resto questa Roma, come dimostra la giocata scacciapensieri di Nainggolan, sta imparando a usare anche il fisico oltre alla tecnica. E si tiene in equilibrio, visto che tra Lazio e Milan non ha subito gol. «Non era facile battere il Milan, che ormai siede al tavolo delle grandi – racconta – ma sono soddisfatto perché ho visto una squadra caparbia che ha accettato una partita muscolare, magari meno bella del solito. Nel complesso la Roma è sempre rimasta compatta senza abbandonare la linea difensiva. Siamo stati bravi a portare a casa la partita, con la solidità dei tre centrocampisti che sono cresciuti in maniera esponenziale e creando alcune occasioni nelle quali siamo stati poco lucidi. Sono contento anche perché stasera abbiamo concesso molto poco, rigore a parte». Come nel derby.
LA SFIDA. Ora la Juventus, dove si decide molto: «Per noi è come il Palio di Siena, si va sempre di rincorsa. Dobbiamo prepararla bene e ricordare che se a loro concederemo mezza occasione, prenderemo due gol. Dobbiamo per prima cosa recuperare lo sforzo di stasera e cercare di mantenere l’equilibrio, perché i bianconeri sono una squadra che ti punisce se sbagli. In più troveremo uno stadio caldo, come lo è stato il nostro questa volta dandoci una spinta importante. Il cliente è scomodo ma noi abbiamo un’occasione fenomenale, irripetibile forse. Chi temo? Tutti, anche i giocatori che non saranno disponibili».
POLEMICA. E’ anche una serata polemica dopo quanto è accaduto nel sottopassaggio durante l’intervallo, episodio documentato da immagini e audio. Dopo che il milanista De Sciglio aveva ultimato l’intervista televisiva del primo tempo, Spalletti lo ha visto sussurrare una frase all’orecchio di un dipendente del Milan ed è intervenuto: «Dillo anche me quello che stai dicendo. Dillo anche a me visto che hai già stroncato un giocatore». Il riferimento era al contatto avvenuto pochi minuti prima con Bruno Peres, che ha mandato il giocatore della Roma in ospedale. Spalletti chiarisce: «Ero un po’ arrabbiato perché non mi piace questa abitudine di parlare con la mano sulla bocca. Bruno Peres si è fatto male dopo uno scontro di gioco, non da solo, e i giocatori del Milan protestavano per perdita di tempo».
fonte.corrieredellosport