Supercoppa al Milan 4-5 dopo i rigori – grande Donnarumma – La gioia di Montella
E’ il trionfo del Milan giovane e italiano, di Montella che solleva il suo primo trofeo da allenatore, di Berlusconi che festeggia l’ultimo aspettando il passaggio di consegne. Decidono i rigori, che giustificano i rimpianti della Juve, colpevole però d’aver esaurito la sua verve in mezz’ora, abbassandosi troppo davanti a una banda di ragazzi coraggiosi per affidarsi a giocate isolate senza frutto, complici le straordinarie qualità di Donnarumma: è lui, il simbolo rossonero, decisivo dal dischetto quando ferma Dybala, lasciato in panca per spaccare, entrando, la partita e invece incapace di lasciare un minimo segno, colpevole dell’errore dal dischetto e, prima, d’una palla-gol dilapidata.
ORGOLGLIO. Allegri resiste alla tentazione del tridente e conferma Pjanic nel ruolo di trequartista. Nemmeno Barzagli ritrova il posto da titolare: come centrale diffensivo, accanto a Chiellini, viene confermato Rugani. Terzini nella linea a quattro sono Lichtsteiner, ristabilito, e Alex Sandro. E’ l’assetto più naturale per contrastare l’attacco di Montella, con Bacca centravanti fra Suso e Bonaventura. Oltre allo spagnolo e al colombiano, poiché Bertolacci sfratta Niang, c’è solo Kucka a completare il lotto straniero: per il resto gioventù e made in Italy, marchio e orgoglio del nuovo ciclo.
RIFLESSI. In avvio, i ragazzi di Montella sembrano scontare l’inesperienza e il tasso tecnico inferiore, faticando a sopperire con la sfrontatezza dell’anagrafe e la serenità di chi nulla ha da perdere. La Juventus, infatti, conquista in fretta la supremazia territoriale, schiacciandoli spesso nella propria metà campo, sfiora il gol con Mandzukic e Sturaro che testano gli ottimi riflessi di Donnarumma, e sblocca con Chiellini che irrompe in area e anticipa anche Mandzukic. Non è un caso che il vantaggio scaturisca da un angolo di Pjanic: sui calci piazzati emerge la differenza di centimetri fra le due squadre, e già in precedenza, sempre su corner, il difensore aveva sfiorato la rete, mancando la deviazione buona a causa di una sovrapposizione con Mandzukic.
ANNI. Il gol frena i bianconeri, ma non è solo l’illusione scivolosa di chi pensa d’aver già chiuso bottega: piuttosto è il Milan bravo a non disunirsi e organizzare, senza foga, una reazione. Decisivo, per cambiare scenario, l’oscillare delle due punte esterne, a lungo sacrificate nel ripiego e adesso obbligate a salire e osare. Cominiciano, dialogando con Bacca, a creare sofferenza agli terzini bianconeri, oltretutto marca un segno l’uscita di Alex Sandro, infortunato, ch’era stato bravissimo, con il suo incedere, a inchiodare gli esterni a bordo area. Evra, al cospetto di Suso, mostra in un tratto tutti i suoi anni, e comincia lasciandolo libero sul cross tagliato che Bonaventura, di testa, corregge in rete.
MIRACOLO. Il Milan guadagna fiducia e metri, diventa addirittura spumeggiante nella ripresa, colpisce una traversa con Romagnoli e sfiora il raddoppio con Bacca su cross di Kucka, trema nel mezzo quando Khedira si fa vivo e scaglia un bolide deviato da Donnarumma. Il popolo invoca “Dybala, Dybala”, si esalta quando l’argentino si alza dalla panchina: partecipano al coro anche i tifosi di Doha schierati con il Milan. Esce Pjanic, ecco il tridente con l’unico cambio non forzato, perché anche Sturaro si fa male- Dybala agisce tra le linee, ma il suo dinamismo non riaccende la Juventus, sfiora la rete con un sinistro da fuori ma poi spegne. E’ ancora il Milan a rendersi pericoloso, ancora con un cross da destra dove Suso fa quello che gli pare: Bacca incorna imbambolando Rugani, ma Buffon compie un miracolo.
BRIVIDI. Ancora brividi bianconeri ai supplementari, ancora Buffon determinante su Bonaventura. E pure fortunato, perché sulla respinta Bacca tentenna e Chiellini sventa. Montella procede con i suoi cambi: sfila il colombiano per Lapadula e inserisce Antonelli per Abate, che accusa i crampi. I terzini cambiano posizioni, si procede a fasi alterne, la Juve segna con Evra su un bel cross di Dybala, ma Damato fischia giustamente il fuorigioco, poi l’argentino manda alle stelle da un passo, erroraccio che ripeterà dal dischetto. Sul filo della chiusura, braccio di De Sciglio: non è penalty, Damato ha ragione, quindi si passa ai rigori che vedono Mandzukic e La Joya tradire la Juve. E dire che il Milan era partito malissimo, sbagliando il primo tiro con Lapadula.
17’ – C’è un contatto Mandzukic-Paletta nell’azione che porta all’occasione di Sturaro, sventata da Donnarumma. Dall’angolo nascerà la rete dell’1-0 di Chiellini.
23’ – Uscita poco efficace di Donnarumma, ma prima contatto fra Chiellini e Paletta che Damato assegna alla difesa.
28’ – Pjanic stende Bertolacci: anche qui manca il giallo.
35’ – Lichtsteiner interviene su Bonaventura con il piede sinistro a martello, ancorché basso: corretto il giallo.
40’ – Rischia il secondo giallo ancora Lichtsteiner: l’intervento con il braccio sinistro largo su Bonaventura è davvero al limite, graziato.
43’ – Tutta l’insicurezza di Damato: ferma un contropiede della Juve per fischiare e ammonire Romagnoli per un fallo su Mandzukic.
24’ – Come Lichtsteiner, Kucka colpisce Sturaro in ritardo, c’era tutto il secondo giallo
45’ – Cross di Bonaventura, Kucka forse comunque in linea con Rugani anche se Bacca avesse sfiorato il pallone.
Lapadula (M)parato
Mandzukic (J) traversa
Bonaventura (M)gol
Higuain (J)gol
Kucka (M)gol