Oggi, doppio spettacolo al Teatro Verdi di Salerno per gli auguri dei Filarmonici che ospiteranno il soprano Nunzia De Falco e il tenore Francesco Pittari Di OLGA CHIEFFI Sarà una folle journée, per citare le Nozze di Figaro di mozartiana memoria, quella del primo giorno del 2017, degli strumentisti dell’Orchestra Filarmonica Salernitana “G.Verdi”. […]
Oggi, doppio spettacolo al Teatro Verdi di Salerno per gli auguri dei Filarmonici che ospiteranno il soprano Nunzia De Falco e il tenore Francesco Pittari
Di OLGA CHIEFFI
Sarà una folle journée, per citare le Nozze di Figaro di mozartiana memoria, quella del primo giorno del 2017, degli strumentisti dell’Orchestra Filarmonica Salernitana “G.Verdi”. Matinée all’Auditorium Niemeyer di Ravello, a mezzogiorno, quindi dalle 18,30, fino a mezzanotte, doppio spettacolo (il secondo, alle re 21,30) al massimo cittadino, per augurare il buon anno in musica a quanti vorranno ritrovarsi lietamente nel salotto culturale della nostra città. La formazione del nostro teatro, offrirà uno spettacolo di grande qualità, avendo affidato la direzione a Francesco Ivan Ciampa, dal nostro palcoscenico partito e divenuto una bacchetta internazionale, così come solisti saranno due splendide e consapevoli voci salernitane, il soprano Nunzia De Falco e il tenore Francesco Pittari. Se Francesco Pittari si è congedato nell’ultima Tosca dando il colpo di grazia a Mario Cavaradossi nel mantello del diabolico Spoletta, il 2016 ha portato la De Falco alla doppia esibizione quale sacerdotessa in Aida al Teatro San Carlo e al Verdi, nonché al Musikverein a Vienna, con i solisti del teatro partenopeo, in un repertorio tutto barocco. “Esibirmi sul palcoscenico del Verdi, significa rinnovare una sintonia antica, è come aprire la porta di casa propria e riconoscerne odori che ti appartengono, unitamente a quel calore umano che ti scalda il cuore. Sono molto felice di iniziare il Nuovo Anno cantando nella mia città e di augurare, attraverso la musica, un 2017 pieno di emozioni sincere”. Il programma verrà inaugurato, di prammatica, dal canto degli Italiani, per poi, consegnare idealmente la bacchetta a Gioacchino Rossini, direttamente dal soffitto del nostro massimo, per dirigere la sinfonia de’ “La Gazza ladra”. In scena, quindi, Francesco Pittari che darà voce al Nemorino dell’ Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti, la sua “Furtiva lagrima” è un fiotto di un’energia sentimentale, a tratti struggente. Il soprano Nunzia De Falco, esordirà, con voce fresca e spiegata per un piccolo cammeo da Bohème, opera più amata di Giacomo Puccini, con le variazioni giocate su quel valzer lento alla francese, che si adatta come un guanto alla leggiadria del temperamento di Musetta. Ed ecco una delle celebrate romanze da salotto intonata da Francesco Pittari “Non ti scordar di me”, scritta nel 1935 da due autori napoletani, il paroliere Domenico Furnò ed Eugenio De Curtis. Sbarco a Siviglia, sulle note dell’ouverture del Barbiere di Rossini con il suo Andante sostenuto d’apertura alternante accordi poderosi a brevi scalette e a note ribattute, misteriose e incerte, prima di cedere il passo all’Allegro con il primo tema, celeberrimo, giocato sulla lamentosa ripetizione del semitono discendente Do-Si, che pare mostrare ironicamente le tristezze della vita, e concludere in tonalità maggiore, con il famoso tema gaio e giocoso, continuando, indi, con due amati valzer, quello ironico di Giuseppe Verdi, arrangiato da Nino Rota per il Gattopardo di Luchino Visconti e il Valzer dei Fiori dallo Schiaccianoci, favola natalizia, di Petr Il’ic Cajkowskij. La seconda parte della serata, saluterà l’esecuzione dell’Ouverture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini, che si sviluppa in quattro movimenti, strettamente uniti tra loro da una coerente logica narrativa. Il primo tempo, Andante, racconta la penosa situazione degli oppressi. La melodia, cantata con voce quasi umana dal violoncello, fa vibrare un anelito sconsolato a una vita migliore. Il secondo movimento, Allegro, descrive un violento temporale alpino. Nel terzo movimento, Andante, le melodie pastorali illustrano la quieta pace degli alpeggi. Rossini qui si è ispirato ai canti dei mandriani, Ranze del Vaches, intonati dalle cornamuse, affidando una suadente melodia all’oboe, finchè una squillante fanfara introduce la parte finale della Sinfonia, con l’attacco dell’irruento Allegro vivace, che ci travolgerà con il suo Galop irrefrenabile, impetuoso e liberatorio. Si continuerà sulle note del genio di Pesaro e della sua allegra Danza, in riva al mare di Posillipo, prima di penetrare il dramma di Violetta, nella sua aria di sortita. Qui verrà da pensare alla solitaria morte parigina della Callas, Violetta per sempre, al di là dell’incomparabile maestria tecnica che associava drammaticità e coloratura, per quanto di personale, di incolmabile eccesso di amore irricambiato è fluito nelle sue esecuzioni, che la De Falco non ci farà rimpiangere. Francesco Pittari si trasformerà, quindi, nel Duca di Mantova, per eseguire l’aria “Ella mi fu rapita, parmi veder le lagrime”, dal Rigoletto. A chiusura di programma, asse Italia-Austria, con la risorgimentale Sinfonia dal Nabucco e l’ouverture del Fledermaus, una pagina gioiello, di Johann Strauss figlio, risposta al genio di Offenbach, contenente i temi più brillanti dell’operetta, tra cui il celeberrimo valzer Du und Du, prima di innalzare i calici e brindare sulle note della Traviata di Giuseppe Verdi.