Castellammare. Ordigno contro pescheria, l’ombra del racket. Mille euro di danni
Castellammare. Esplode una bomba carta davanti a una pescheria in pieno centro cittadino, l’ombra del racket dietro il raid. La scorsa notte un ordigno artigianale piazzato davanti alla porta di ingresso di una pescheria di piazza Matteotti ha fatto balzare dal letto i residenti della zona. Un boato fortissimo udito distintamente dagli abitanti del centro […]
Castellammare. Esplode una bomba carta davanti a una pescheria in pieno centro cittadino, l’ombra del racket dietro il raid. La scorsa notte un ordigno artigianale piazzato davanti alla porta di ingresso di una pescheria di piazza Matteotti ha fatto balzare dal letto i residenti della zona. Un boato fortissimo udito distintamente dagli abitanti del centro cittadino che inizialmente avevano pensato all’esplosione di un petardo. A essere sventrata da una bomba carta, invece, è stata l’attività commerciale: distrutta la porta di ingresso e l’insegna luminosa. Danni per circa mille euro per il titolare della pescheria che si è precipitato sul posto dopo essere stato avvertito dalla polizia di Castellammare. Gli agenti stabiesi, guidati dal primo dirigente Paolo Esposito, hanno effettuato i rilievi del caso e hanno avviato immediatamente le indagini. Gli investigatori, al momento, non escludono nessuna pista anche se la più accreditata è quella dell’intimidazione a scopo di estorsione. Sono tristemente note in città le modalità con cui gli esponenti dei clan locali fanno sentire la loro pressione a imprenditori e commercianti: bombe carta, raid incendiari e danneggiamenti. Sono questi i messaggi in codice per chiedere il pizzo, le “rate” vengono riscosse durante le festività di Natale e Pasqua, e a Ferragosto. Gli inquirenti hanno ascoltato il proprietario della pescheria che ha riferito di non aver subito richieste o minacce nell’ultimo periodo. Le indagini proseguono a 360 gradi senza trascurare nessuna ipotesi, anche se in piedi rimane solo quella che porta agli esattori del pizzo. Infatti il titolare della pescheria è descritto come un onesto lavoratore e senza rapporti ambigui che possano far pensare ad una vendetta o una intimidazione maturata nell’ambito di questioni personali. In queste ore gli agenti stanno visionando le immagini dei filmati delle telecamere di videosorveglianza del sistema cittadino per riuscire a carpire dettagli ed elementi utili alle indagini. La pescheria di piazza Matteotti è molto nota in città ed è aperta da circa 8 anni. Il titolare viene da una famiglia di pescatori che nel passato ha già vissuto simili momenti. Più di tre anni fa, nell’estate 2013, l’ingrosso di pesce e prodotti ittici sito al corso De Gasperi venne colpito da un incendio di natura dolosa. Per il proprietario, padre del titolare della pescheria colpita martedì notte, migliaia di euro di danni con attrezzature e celle frigorifero in fumo. Intanto, come da copione, a seguito di raid intimidatori, torna d’attualità il tema della lotta alla camorra e dell’emergenza racket. All’inizio dello scorso anno su iniziativa del commissario straordinario Claudio Vaccaro e le associazioni “Libera” ed “Sos Impresa-Rete per la legalità” è stato istituto il “Circolo della legalità” che avrà sede al corso Garibaldi in un bene confiscato ai clan. Lo scopo è quello di aprire un punto di ascolto proprio per imprenditori e commercianti vessati dal pizzo e persone strette nella morsa degli usurai. Ma non solo: a far parte del “Circolo della legalità” saranno anche esponenti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. La procedura è partita con la firma di una delibera comunale ma l’iter è ancora in corso. (Raffaele Cava – Il Mattino)