Commento al Vangelo di Domenica. Mons. Alfano: Anche noi siamo chiamati ad essere pescatori di uomini

21 gennaio 2017 | 16:19
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Commento al Vangelo di Domenica. Mons. Alfano: Anche noi siamo chiamati ad essere pescatori di uomini

Ogni domenica ci accompagnano al vangelo del giorno le parole dell’amato pastore monsignor Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia. Domenica 22 gennaio 2017 ci presenta un passo del vangelo di Matteo. Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del […]

Ogni domenica ci accompagnano al vangelo del giorno le parole dell’amato pastore monsignor Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia.

Domenica 22 gennaio 2017 ci presenta un passo del vangelo di Matteo.

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare… Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione l’arcivescovo:
“Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Così il vangelo ci presenta la predicazione di Gesù fin dal’inizio del suo battesimo e le tentazioni nel deserto. Gesù è nella Galilea, la sua patria dove tanti popoli anche stranieri si incontrano, vivono nelle loro relazioni nel buio in attesa della luce. Gesù è venuto a portare la luce. Il cammino liturgico che riprendiamo di domenica in domenica, ci mette in condizione di ascoltare il suo annuncio, di accogliere il suo messaggio e di reagire anche noi. Non basta ascoltare, bisogna che noi ascoltiamo e rispondiamo.

Se il regno è vicino, se Dio attraverso Gesù si fa vicino allora come oggi nella nostra condizione, nei nostri mille problemi, nelle situazioni particolari in cui si trovano soprattutto quelli che sono segnati da sofferenza e da prove, bisogna aprire il cuore e leggere nella nostra storia i segni della sua presenza. Cosa vorrà dire per noi convertirci? Il vangelo ci porta per mano raccontandoci le prime risposte, quelle di coloro ai quali Gesù si rivolge, pescatori sul lago di Galilea, ai quali fa sentire forte l’appello che viene dalla sua presenza e dalla sua esigenza di cambiare vita, lasciando tutto, aprendosi a prospettive nuove. Ecco la risposta di Pietro e Andrea, di Giacomo e Giovanni, le prime coppie di fratelli che insieme condividono il lavoro e la fatica quotidiana ma anche l’attesa dei tempi di Dio e insieme fanno l’esperienza della venuta di Gesù nella loro esistenza, della risposta radicale che li farà diventare pescatori di uomini.

Nulla accade all’improvviso, c’è bisogno di un cammino, quello che viviamo nella liturgia domenicale, di tappa in tappa, tutti insieme. Siamo anche noi raggiunti da Gesù. Anche a noi arriva la notizia che il regno di Dio è vicino, anche noi siamo chiamati a dare una risposta generosa per diventare, oggi, pescatori di uomini. Ciò lo faremo lanciando e ponendo la nostra disponibilità ad altri che hanno bisogno di aiuto e tutti insieme, raggiunti dalla gioia del regno che viene, pronti ad andare dietro a Gesù. Se saremo suoi discepoli saremo anche amici. Se saremo amici potremo sostenere nel cammino chi è alla ricerca di amicizia vera e di quella luce che viene da Gesù che anche oggi può e deve risplendere, in un mondo tanto buio e bisognoso di salvezza.”