Eboli. Donna 44enne colpita da infarto muore in attesa dell’ambulanza. Denuncia dei familiari
Eboli. Silvia Coscia aveva 44 anni, è morta di infarto martedì scorso in uno studio medico a trecento metri dall’ospedale. Silvia ha atteso l’arrivo dell’ambulanza «che è arrivata con 45 minuti di ritardo» afferma Rolando Scotillo, cognato della vittima e sindacalista della Fisi. Il mezzo di soccorso giunto in via Ripa «era un’ambulanza di tipo […]
Eboli. Silvia Coscia aveva 44 anni, è morta di infarto martedì scorso in uno studio medico a trecento metri dall’ospedale. Silvia ha atteso l’arrivo dell’ambulanza «che è arrivata con 45 minuti di ritardo» afferma Rolando Scotillo, cognato della vittima e sindacalista della Fisi. Il mezzo di soccorso giunto in via Ripa «era un’ambulanza di tipo B, del tutto inadatta, visto che mia cognata aveva urgente bisogno di un rianimatore». Scotillo piange la scomparsa della cognata ed è addolorato per le due nipoti di 14 e 12 anni rimaste senza mamma. Nel novembre 2016 il sindacalista Fisi aveva previsto la tragedia: «In una nota criticammo la rete di emergenza territoriale. Avevamo anticipato che sarebbe successo qualcosa. La tragedia che è capitata alla famiglia di mia cognata vorrei non succedesse più». Scotillo ha scritto una lettera denuncia al ministro della Salute, al prefetto di Salerno e ai vertici dell’Asl: «Il regolamento vigente prevede l’intervento dell’ambulanza nel centro urbano entro otto minuti. Da noi ha impiegato tre quarti d’ora». Silvia Coscia ha ricevuto un lungo massaggio cardiaco dai medici Voza e Di Donato: «Li ringrazio di cuore, ero lì anche io – afferma Scotillo – abbiamo tentato in tutti i modi di rianimare mia cognata». Nello studio medico non c’era un defibrillatore: «non è previsto dalla legge». I commercianti di via Ripa, però, ricordano che mesi fa il sindaco e alcune associazioni del centro storico installarono un defibrillatore in corso Garibaldi: «Chiederemo al primo cittadino dove è finito quel defibrillatore e perché non è stato usato il 3 gennaio visto che era a pochi metri dallo studio dove è morta la signora Coscia» afferma Rosa Adelizzi, dirigente del comitato per la salute dei cittadini. L’ambulanza giunta in ritardo ha trasferito Silvia Coscia in ospedale. Al pronto soccorso i medici hanno solo potuto accertare il decesso della quarantaquattrenne senza alcuna possibilità di intervento. E la lista delle morti di persone che sulla carta avrebbero potuto essere salvate da un sistema di emergenza perfettamente funzionante si allunga ancora. (Francesco Faenza – Il Mattino)