EMOZIONI DI VIAGGIO A SAPRI CON IL RICORDO DI PISACANE
Sono stato giovedì 26 a Sapri per una serata di musica e poesia, promossa dai gestori del cinema Ferrari, rinato a nuova e, mi auguro,lunga vita nel segno degli eventi di qualità. Mi ha invitato il loro portavoce, Raffaele Lia, un giovane ingegnere del Cilento interno, entusiasta del e per il futuro della nostra comune […]
Sono stato giovedì 26 a Sapri per una serata di musica e poesia, promossa dai gestori del cinema Ferrari, rinato a nuova e, mi auguro,lunga vita nel segno degli eventi di qualità. Mi ha invitato il loro portavoce, Raffaele Lia, un giovane ingegnere del Cilento interno, entusiasta del e per il futuro della nostra comune terra di nascita. Sapri mi ha accolto, luminosa di grazia e di sorriso con la visione tenera di un tramonto sul mare. Per rendere omaggio alla bella e storica città ho recuperato un pezzo che scrissi qualche anno fa. Lo ripropongo qui di seguito, Allora era di primavera e la città offriva uno spettacolo ancora più carico di seduzione
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E’ bella e paciosa la rada che carezza case e colline dal Capo del Faro allo Scoglio dello Scalandro. Ne è passata di storia in questo tratto di mare. Fu, forse, l’antica Scidro, di cui parla Erodoto, dove si sarebbero rifugiati i profughi della fiorente Sibari distrutta da Crotone. Fu, di sicuro, un ottimo porto naturale, bonificato dai Greci ed utilizzato dai Romani per approdi e traffici commerciali nel Basso Tirreno. Recitò un ruolo rilevante per le vie delle comunicazioni dell’antichità, situata come è al centro del Sinus Laos, l’antico Golfo di Policastro, in una posizione strategica sulla via istmica di collegamento tra Ionio e Tirreno. Forse ad indagare nel solco della memoria verranno sorprese di belle pagine di storia antica.
E’ Sapri, bella e luminosa di sole in una mattinata d’estate con l’esercito dei vacanzieri a caccia di refrigerio nel mare cristallino.
La sua storia più recente è tutta pervasa dall’impresa tanto ardita quanto sfortunata di Carlo Pisacane, che vi sbarcò il 27 giugno del 1857 nella convinzione/illusione di trovarvi una popolazione accesa da fremiti rivoluzionari e vi trovò, invece, indifferenza e morte ad opera di fanatici contadini e pastori nel Vallone dell’Inferno a Sanza, dove un cippo di pietra, a margine di strada, ne rievoca il triste eccidio. La città ne onora la memoria con una bella manifestazione che simula lo sbarco dei trecento e dà vita ad un colorato corteo storico, dando vita ad una riuscita teatralizzazione della storia. Ce n’è abbastanza per gridare al miracolo del rinato interesse per il passato nobile della città in direzione anche di una promozione del turismo culturale. Ma è lontana Sapri, come, d’altronde tutto il basso Cilento, dai grandi circuiti nazionali ed internazionali delle correnti turistiche. Eppure le potenzialità ci sono tutte per un decollo rapido e fecondo.
Ci penso mentre mi incanto allo spettacolo del mare che canta in sottofondo nenie alla risacca con sullo sfondo, in lontananza, ll massiccio del Bulgheria, che si staglia nitido nella forma di un cetaceo spiaggiato con le pinne ancora in acqua nella Baia della Masseta di Scario e la testa verso il cielo nelle propaggini di San Giovanni a Piro e Bosco. Uno sguardo alle spalle e le colline mi ridono di sole nelle cupole delle chiese e nelle guglie di campanili di paesi e contrade ad anfiteatro verso l’interno:Torraca, Tortorella, Casaletto Spartano con alle spalle i monti che riecheggiano storie truci di briganti e serena operatività di contadini e pastori-Ma lì è già Lucania, come lo è, d’altronde al di là del vallone di Mezzanotte fra calanchi, grotte e rocce a catapulta sul mare. L’ho percorsa per intero la costa che è di una bellezza travolgente con i tratturi segnati a mezzacosta tra muri a secco ad invasione di rada macchia mediterranea, grotte già ricovero degli uomini della preistoria, forre profonde in cui rimbomba l’eco delle onde anche con l mare calmo, sorgenti d’acqua dolce a margine di mare a ristoro dei contadini al lavoro paziente ed ardito su scivoli di terra e di pescatori all’attesa paziente di alici e tonni ad ingravidare le reti. Da queste parti morì barbaramente trucidato Costabile Carducci, eroe e guida della rivoluzione cilentana del 1848. Qui ebbe dimora in una splendida villa a dominio di mare sconfinato Francesco Saverio Nitti, Presidente del Consiglio dei Ministri nei primi decenni del Novecento con nella mente e nel cuore un progetto di rinascita del Mezzogiorno d’Italia che, a distanza di un secolo, aspetta ancora l’avvio alla realizzazione.
Ride di sole all’alba nella rada
il mare che di notte s’inargenta
a Capo Faro guida ai naviganti.
Qui è Sapri che fu Scidro per gli antichi
e seppe approdi di romani e greci
e “sbarco” entusiasta degli eroi
protesi arditi a sogno a Nuova Italia.
Anfiteatro verde la collina
ch’è ricamo di chiese case e torri
di vigneti fiorenti e d’uliveti.
Alle grotte dei monti il vento canta
dominio d’arroganza di “signori”
vendette di briganti sanguinari
fatiche di sudori e stenti amari
di contadini poveri e pastori.
Qui è già Lucania a sveglia di coscienze
che sognano futuro più radioso.
Giuseppe Liuccio
liucciogiuseppe@gmail.com