Enzo D’Alò a Positano, la magia del mondo vissuta viaggiando

6 gennaio 2017 | 23:19
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Enzo D’Alò a Positano, la magia del mondo vissuta viaggiando

Positano . L’incontro è avvenuto nella hall del Pasitea, dove Enzo, con occhi sinceri, dietro gli occhiali, guarda un assolata Positano. Sul tavolo provolone del monaco, pane di Agerola, e una selezione di vini Assaggio il bianco che si apre ai miei sensi. Buono, cos’è? È il poetico, lo produce mia moglie , Maricla Affatato, […]

Positano . L’incontro è avvenuto nella hall del Pasitea, dove Enzo, con occhi sinceri, dietro gli occhiali, guarda un assolata Positano. Sul tavolo provolone del monaco, pane di Agerola, e una selezione di vini
Assaggio il bianco che si apre ai miei sensi. Buono, cos’è? È il poetico, lo produce mia moglie , Maricla Affatato, (nda) che arriva poco dopo. Inevitabili i complimenti. Mi racconta che lo ha chiamato così perchè il vino è la poesia scritta dalla terra, che il tempo affina e completa, con la complicità del legno.
Ecco, questa passione è la stessa di Enzo. Il viaggio fatto nella storia e nella tradizione di Napoli, con il lungometraggio Opopomoz. Un viaggio condiviso, come il provolone portato da lui e Maricla a piedi dal sentiero degli dei, portato a mano. come un incensiere, senza busta di plastica, perché doveva raccogliere e impregnarsi del profumo delle erbe mediterranee e della salsedine del nostro mare. Sarà per questo che è buonissimo. e le eccellenze si incontrano, la Toscana e la Costiera. Ecco, loro sono questo. L’incontro dei sensi, delle passioni delle storie e della magia. Enzo, come il bambino Rocco di Opopomoz, è entrato nel presepe di Positano. Ma Enzo somiglia di più ad un Re Magio. Sui tavoli del Pasitea lo scrigno che si apre profuma di amicizia sincera, di tanti amici noti conosciuti e di avventure condivise, di uno staff che ha portato a Napoli, perchè nei suoi film vuole la realtà, vuole quella luce che solo il golfo sa dare e il chiaroscuro dei quartieri e dei palazzi che si confrontano mentre distendono i panni al mondo. Nel mondo di Enzo la cattiveria non esiste, anche il diavolo più cattivo è in fondo cattivo perché deve quasi, per necessità, perché è il ruolo che l’autore degli autori (il Buon Vecchio Dio), gli ha delegato. Ma nei colori dell’animazione si può redimere e cambiare.
È difficile immaginare in questi tempi tanta grazia, ma Enzo, come il gatto Zorba de “La Gabbianella e il Gatto”, ci fa volare con lui, ci insegna ad aprire le ali, per sognare un mondo migliore, con più magia e colori, gli stessi di questo rosso tramonto di Positano, lo stesso assunto dalle foglie delle viti di Poggioventoso, dove Maricla e i suoi vini ci aspettano. Noi volentieri faremo questo viaggio, perché, come ci insegna Enzo, la magia del mondo va vissuto viaggiando, che sia luoghi o persone.