GLI ORFANELLI DELL’OPERA BUFFA NAPOLETANA DEL ‘700
Quando non c’era la televisione, i teatri nel Settecento erano affollati di ogni sorta di persone. Impresari sparagnini che risparmiavano sulle candele dell’ illuminazione favorivano nel buio del teatro incontri galanti di ogni genere, le trame delle opere erano per molti versi similiad alcuni archetipi delle moderne telenovelas, figli scomparsi ritrovati poi miracolosamente, agnizioni di […]
Quando non c’era la televisione, i teatri nel Settecento erano affollati di ogni sorta di persone. Impresari sparagnini che risparmiavano sulle candele dell’ illuminazione favorivano nel buio del teatro incontri galanti di ogni genere, le trame delle opere erano per molti versi similiad alcuni archetipi delle moderne telenovelas, figli scomparsi ritrovati poi miracolosamente, agnizioni di ogni tipo, amori contrastati e quant’altro. La musica però, grazie a Dio, era di altissimo livello.Tanto da venire esportata con incredibile successo in tutta Europa: clamoroso fra i tanti il trionfo di Pergolesi a Parigi con la “Serva Padrona”che mise in subbuglio l’opinione pubblica per molto tempo. Pergolesi sembrava poi essere un personaggio di una delle sue opere. Amava una certa Maria, figlia di nobili ma i suoi genitori si guardavano bene dal concedere gliela in sposa, tanto da costringerla poi a sposare un nobile suo pari, e alla funzione matrimoniale a suonare l’organo indovinate chi c’era: Pergolesi stesso in persona che poi a fine funzione torno a casa esausto più morto che vivo! Anche la sua immagine è leggendaria: in una caricatura dell’epoca viene raffigurato sgorbio e deforme, invece poi in un ritratto appena un po’ più romantico viene raffigurato nobile è bello. Il mistero dei due Pergolesi!. Poi morì giovanissimo di tubercolosi rimpiangendo la sua amata Maria. Un copione straziante! Anche Piccinni ebbe un grande successo con la sua opera la “buona figliola” ovvero “la Cecchina” rappresentata anche oggi. Buoni sentimenti e vittoria dell’innocenza della protagonista provocano nel pubblico più sensibile lacrime di commozione. Commovente è anche il destino di Piccinni: in tarda età, finito il periodo del successo fu costretto a vendere il suo letto per sopravvivere. Comunque fama imperitura data poi dai posteri ad entrambi. Come pure al CImarosa, Leo, Durante Vinci, Jommelli, Zingarelli e tantissimi altri. Ma chi erano costoro? Orfanelli del Conservatorio di Napoli! La societàallora ,lungi da abbandonarli o trattarli da miserabili gli dà un’istruzione, un paletot di buona foggia e il prestito d’onore, cioè un buon soldino in tasca per vivere dignitosamente, e poi da restituire quando cotali fossero diventati ricchi e famosi compositori: un monito per chioggi invece come stato e politici, non vogliono investire in cultura con le conseguenze che tutti vediamo e che, come dice Battiato siamo tutti sommersi da immondizie musicali di ogni genere! Lo yoga cosa dice a proposito? Non importa quali siano le condizioni di partenza: se ci si offre un’opportunità e si ha talento si può si può rovesciare in ogni istante il nostro destino e cioè il karma. Gli orfanelli napoletani che conquistarono il mondo ne sono una prova.
ROCCO AVERSA