Hotel Rigopiano travolto dalla neve sotto il Gran Sasso potrebbero essere almeno venti i morti

19 gennaio 2017 | 23:37
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Hotel Rigopiano travolto dalla neve sotto il Gran Sasso potrebbero essere almeno venti i morti

Hotel Rigopiano travolto dalla neve sotto il Gran Sasso potrebbero essere almeno venti i morti In uno scenario apocalittico, un paradiso naturale trasfigurato in un gelido inferno bianco, uomini e macchine scavano da ore tra neve e macerie nella speranza di trovare altri superstiti della valanga che ha investito mercoledì l’hotel Rigopiano, nel comune di […]

Hotel Rigopiano travolto dalla neve sotto il Gran Sasso potrebbero essere almeno venti i morti In uno scenario apocalittico, un paradiso naturale trasfigurato in un gelido inferno bianco, uomini e macchine scavano da ore tra neve e macerie nella speranza di trovare altri superstiti della valanga che ha investito mercoledì l’hotel Rigopiano, nel comune di Farindola, sul versante pescarese del Gran Sasso.

Nonostante il silenzio si ostini a rispondere alle loro invocazioni, per i soccorritori ci sono i margini per salvare delle vite. Lo ribadisce il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, dopo aver fatto in serata il punto della situazione. “E’ la speranza il motore dei soccorsi. Senza la speranza i soccorritori non lancerebbero il cuore oltre l’ostacolo”. E non continuerebbero a scavare “per tutta la notte”, come garantisce Curcio.

Perché bisogna tener viva quella speranza, anche se l’area della catastrofe ha sin qui restituito solo corpi senza vita. Tre estratti giovedì mattina, un quarto localizzato, anche se Titti Postiglione, capo dell’ufficio emergenze del dipartimento della protezione civile, invita a considerare “due le vittime accertate”. “I numeri li dà la prefettura – spiega poi Curcio -, che qui ha parlato di due vittime. Quindi io mi attengo a questo numero”.

Resta fermo a due anche il numero degli scampati: Giampiero Parete e Fabio Salzetta, che al momento della valanga si trovavano all’esterno e da lì sono riusciti a lanciare l’allarme. I resti delle prime tre vittime sono state trasferiti in elicottero all’aeroporto d’Abruzzo di Pescara, quindi portati in obitorio per gli accertamenti del medico legale.

Il numero dei dispersi è incerto ma sicuramente importante. Secondo il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, nell’hotel erano presenti almeno 34 persone: “Quelle registrate in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 clienti e otto dipendenti. Ma è verosimile che vi fossero almeno quattro ospiti non residenti in albergo”. Per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, invece, erano in hotel 24 persone, di cui, precisa, almeno quattro bambini.

Gli ospiti avevano saldato il conto e aspettavano che uno spazzaneve arrivasse a liberare la strada del ritorno verso casa dall’abbondante neve. Quelli attesi erano invece stati avvertiti dalla direzione di contattare l’hotel via e-mail perché le linee telefoniche erano interrotte a causa delle condizioni atmosferiche.

E’ durante quell’attesa, una bolla temporale riempita di vite sospese, che la massa ghiacciata di proporzioni spaventose, un fronte di oltre 300 metri, si è staccata dai 2.400 metri della parete del monte Siella mentre il sisma tornava ripetutamente a infierire sul Centro Italia. Ed è precipitata giù senza trovare negli alberi una sufficiente resistenza. Nei pendii superiori, ha sdraiato un intero bosco. Ma un altro dato rende l’idea della sua forza d’urto: l’hotel Rigopiano si è spostato di dieci metri.

“Uso un’espressione un po’ impropria: al Rigopiano vi è stata un’implosione verso l’interno” descrive ancora Curcio. “L’intervento all’hotel Rigopiano è ai limiti del possibile – aggiunge il capo della Protezione Civile, evidenziando anche la precaria sicurezza in cui operano i soccorritori -. Abbiamo parlato con tutti gli operatori sul territorio e l’idea è supportare chi sta lavorando sul posto. E’ uno scenario critico. I tecnici definiranno cosa fare anche in base a quelle che sono le condizioni: con il giorno c’è un certo livello di sicurezza, mentre la notte quelle condizioni cambiano. Cercheremo di fare il possibile anche la notte”.