Il Napoli può cambiare a Bologna. Ancora tridente leggero o Pavoletti? Milik si prepara dopo quattro mesi di stop
Eccolo Sarri davanti ai giornalisti: «Bello giocare con Pavoletti, solo che ci siamo dimenticati come si alza la palla due metri da terra. Non lo abbiamo mai fatto negli ultimi tempi». Nel sarcasmo del tecnico del Napoli c’è una verità: la qualità non serve se nessuno la trasforma in gol. Assediare la penultima in classifica […]
Eccolo Sarri davanti ai giornalisti: «Bello giocare con Pavoletti, solo che ci siamo dimenticati come si alza la palla due metri da terra. Non lo abbiamo mai fatto negli ultimi tempi». Nel sarcasmo del tecnico del Napoli c’è una verità: la qualità non serve se nessuno la trasforma in gol. Assediare la penultima in classifica dall’inizio alla fine e ricavarne solo un golletto grazie a un regalo del portiere è imperdonabile. Come sono imperdonabili, e forse irrecuperabili, i punti persi con le piccole (Pescara, Sassuolo, Palermo). La fisicità con cui la Juventus, nel pomeriggio, si era scaraventata nella porta del Sassuolo è mancata troppo spesso a questo Napoli. Anche domenica sera. Milik è ancora fermo ai box, Pavoletti è tornato ma il suo motore non va ancora al massimo: sono gli uomini della svolta offensiva, gli arieti per sfondare il portone, quando gli avversari mettono l’autobus davanti la propria porta. È una squadra senza torri, il Napoli, senza centravanti vero e in certe domeniche la cosa diventa pesante. Nonostante nelle ultime 10 gare di campionato di gol il Napoli ne abbia fatti ben 27: 2,7 a partita. Ma l’attesa per il polacco è agli sgoccioli: per vederlo in campo novanta minuti passerà almeno un altro mese, ma intanto Arek si prepara per Bologna. Salvo imprevisti, sarà la gara del Dall’Ara quella che segnerà il suo ritorno in panchina. Sarri ha voluto attendere ancora una settimana: fosse stato per lui lo avrebbe portato con sé, tra i convocati, già domenica con il Palermo, per fargli respirare l’aria della partita dal bordo del campo. Ma l’allenatore azzurro ha deciso di non dargli fretta, anche su sua precisa richiesta: è abile e arruolabile, ma è ancora alla ricerca della condizione per giocare una partita di serie A. Piano piano. Ma non troppo: perché su Milik sono riposte tante aspettative. Non è stato facile rinunciare a lui, dopo che in nove partite aveva stregato tutti segnando sette gol e riuscendo praticamente a mettere in un angolo il fantasma di Higuain. Il polacco si è allenato anche ieri a Castel Volturno e punta con determinazione al ritorno in campo. L’ultima sua apparizione a Bergamo, il 2 ottobre. Pavoletti e Milik per quasi due settimane hanno fatto riabilitazione assieme. Una coppia strana, perché si assomigliano nel fisico e nel modo di abitare l’area. Sono due prime punte ed è difficile immaginarli in contemporanea nel 4-3-3 di Sarri. Tra Pavoletti e Milik presto scatterà una sana competizione: anche perché uno metterà a sedere l’altro sulla panca del Napoli e quello seduto perderà fascino agli occhi dei tifosi. Negli ultimi 4 mesi Sarri ha deciso che l’idea guida dell’attacco è stata quella di non dare punti di riferimento: tradotto, attacchi dinamici senza mestieranti d’area. Un Napoli senza «centravantone» ma è chiaro che questa squadra è costruita nelle sue fondamenta per avere un terminale offensivo di peso e sostanza. Milik e Pavoletti, insomma, da oggi tornano ad essere osservati speciali con Pavoletti che si gioca qualche piccola chance di poter giocare fin dal primo minuto nell’anticipo di Bologna. Dipende anche da come stanno Mertens e Insigne. Soprattutto Lorenzo: non si ferma da inizio anno e non è escluso che Sarri decida di fare un po’ di turnover anche lì davanti. (Pino Taormina – Il Mattino)