Il premier Gentiloni sottoposto ad intervento di angioplastica dopo il viaggio a Parigi: «Lunedì torno al lavoro»

12 gennaio 2017 | 16:04
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Il premier Gentiloni sottoposto ad intervento di angioplastica dopo il viaggio a Parigi: «Lunedì torno al lavoro»

Molta paura per Paolo Gentiloni. Un premier, oltretutto appena insediato, vittima di un malore o di un malessere legato al cuore, è naturalmente motivo di pubblica preoccupazione in un Paese come il nostro che ha bisogno di una politica in salute. Ma dopo l’operazione di angioplastica ad un vaso periferico – «nessun infarto miocardico», dicono […]

Molta paura per Paolo Gentiloni. Un premier, oltretutto appena insediato, vittima di un malore o di un malessere legato al cuore, è naturalmente motivo di pubblica preoccupazione in un Paese come il nostro che ha bisogno di una politica in salute. Ma dopo l’operazione di angioplastica ad un vaso periferico – «nessun infarto miocardico», dicono i medici – il paziente del Gemelli, nella sua stanza all’ottavo piano del reparto di cardiochirurgia, è stato il primo a rassicurare tutti. Gli arrivano sms, lui risponde subito («Tra pochi giorni di nuovo in pista»), i medici e gli infermieri che entrano ed escono dalla sua stanza non danno segni di inquietudine e insomma un capo di governo che finisce d’urgenza in ospedale e viene operato di notte non è cosa da poco ma sempre lui, a un certo punto della giornata di ieri, twitta per stemperare l’allarme dicendo così: «Grazie a tutti per l’affetto, sto bene e torno presto». Cioè dopo tre o quattro giorni di riposo. Nel frattempo sta nel reparto di terapia intensiva. La polizia impedisce al circo mediatico di entrare al Gemelli. Con un po’ di perizia ci si può intrufolare tra i parenti degli altri pazienti che fanno visita ai loro cari ricoverati in quello stesso reparto e si può arrivare davanti alla porta con su scritto C815, che introduce alla stanza di Gentiloni. Ogni tanto entra qualche infermiera. Ecco il professor Crea, capo dell’equipe che ha operato il premier l’altra notte, che dice ad alcuni colleghi: «Mi sembra che sia andato tutto benissimo». A Manuela, chiamata Manù, la moglie di Paolo che gli fa compagnia nella stanza, il prof. ha detto la stessa cosa. Resta però il fatto che la missione a Parigi deve averlo provato assai: basta vedere le immagini della conferenza stampa del nostro premier insieme ad Hollande e il pallore evidente sul volto di Gentiloni. Che poi, una volta tornato a Roma, si è rivolto al presidio sanitario di Palazzo Chigi, dove gli è stato consigliato di recarsi subito in ospedale. Ed eccolo qui. Nulla, dopo la paura dell’altra notte, dà ora l’impressione che ci sia una situazione d’emergenza. E non c’è alcun subbuglio, nel reparto all’ottavo piano, per la presenza del premier. Nessuno chiede: «Davvero c’è Gentiloni ricoverato?». E se a qualcuno viene detto che «qui è ricoverato il capo del governo», le reazioni sono timide e sincere: «Auguri». L’opposto della vergogna che impazza malamente in Rete, dove c’è chi si augura il peggio per Gentiloni. Lo stile ospedaliero del premier è quello della riservatezza. «Non voglio dare fastidio a nessuno e tantomeno la mia presenza deve scombussolare il lavoro normale di questo policlinico»: gentilonismo puro. Renzi voleva andarlo a trovare immediatamente ma a lui e agli altri – Mattarella si è informato con i medici e poi si è detto «rassicurato sulle condizioni di salute» – Paolo ha risposto così: «Non c’è bisogno, sto bene». Un modo, anche, per evitare che il Gemelli possa diventare il set di una politica che non si sente bene. Il paziente starà tre o quattro giorni in riposo e poi riprenderà la sua attività politica normale. Una partita di tennis, quella ancora no: ma già da tempo il suo hobby lo ha dovuto interrompere il capo del governo, causa eccesso di impegni. Proprio questo surplus lavorativo e i continui viaggi da ministro degli Esteri prima di approdare a Palazzo Chigi, hanno favorito il malessere del presidente? Intanto Gentiloni ha dovuto rinviare la visita alla premier britannica Theresa May, prevista per oggi. Il clima nella stanza al Gemelli, mentre lo stent che è stato applicato all’onorevole paziente funziona e la vena non è più ostruita, è quello consigliato all’amico da Giorgio Napolitano: «Take it easy». Gentiloni del resto è uno che, caratterialmente, non drammatizza mai. Anche se l’eccessiva fiacchezza sentita di ritorno da Parigi andava capita bene in sede clinica. E così, mentre l’altra sera era atteso a Palazzo Chigi il suo predecessore Renzi, per un incontro a due, Gentiloni è uscito dalla sede di governo e i giornalisti appostati lì davanti hanno provato a inseguirlo dicendo: «Starà andando in un posto segreto per incontrare Matteo?». Macché, Gentiloni aveva già avvertito la moglie che si stava recando al Gemelli, e Crea ha deciso di intervenire subito sul suo cuore. E ora il premier è convalescente. (Mario Ajello – Il Mattino)