Napoli. Al Cardarelli barelle nelle sale operatorie, stop interventi

24 gennaio 2017 | 17:02
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Napoli. Al Cardarelli barelle nelle sale operatorie, stop interventi

Napoli. Tutto esaurito nelle rianimazioni della città e Cardarelli in ginocchio nella notte: qui ieri mattina sono stati sospesi tutti gli interventi chirurgici per l’impegno dei posti di sala operatoria. Scattato un piano di emergenza che entro 24 ore allestirà altri 6 posti di terapia intensiva nell’ospedale collinare. La sindrome del lunedì questa volta ha […]

Napoli. Tutto esaurito nelle rianimazioni della città e Cardarelli in ginocchio nella notte: qui ieri mattina sono stati sospesi tutti gli interventi chirurgici per l’impegno dei posti di sala operatoria. Scattato un piano di emergenza che entro 24 ore allestirà altri 6 posti di terapia intensiva nell’ospedale collinare. La sindrome del lunedì questa volta ha colpito le rianimazioni. L’allarme rosso è suonato sin da sabato laddove tutti i reparti di terapia intensiva degli ospedali della città hanno chiuso i battenti per mancanza di posti raggiungendo il culmine domenica quando al Cardarelli due pazienti sono stati ricoverati nei posti tecnici delle sale operatorie, in Chirurgia d’urgenza e Neurochirurgia, imponendo così lo stop delle attività ordinarie. Al Cardarelli ieri c’erano dieci barelle al pronto soccorso, il corridoio dell’osservazione breve (Obi) era pieno di pazienti sulle barelle e altre cinque lettighe all’esterno della porta. Tutti occupati anche i 38 posti complessivi di terapia intensiva: 22 della rianimazione, 8 post-operatori e altrettanti di terapia intensiva. Un’altra ventina di unità ad alta intensità presenti a Napoli 1 erano indisponibili. Una situazione straordinaria affrontata ieri mattina dal direttore generale del Cardarelli Ciro Verdoliva che ha riunito l’unità di crisi predisponendo un piano di emergenza che entrerà in funzione già oggi (a regime nell’arco delle prossime 24 ore) con l’ulteriore allestimento di 4 o 6 posti di rianimazione in stanze al primo piano del dipartimento emergenze nelle immediate vicinanze del blocco operatorio. In prima linea l’ufficio tecnico dell’ospedale per reperire e allacciare in fretta e furia monitor e apparecchiature salvavita. Spetterà invece all’ufficio personale dislocare unità mediche specialistiche rianimative e infermieristiche. Uno sforzo organizzativo straordinario senza precedenti che durerà per almeno 15 giorni fino a quando la crisi non sarà superata. Un Piano messo a punto in diverse riunioni susseguitesi ieri per tutta la giornata ad integrazione della ricognizione effettuata il giorno prima dal responsabile della centrale operativa del 118 che in coordinamento con la direzione generale Salute della Regione, aveva allertato le strutture private accreditate. Posti di riserva liberi che ieri sono stati individuati solo alla Mediterranea (ma solo per la cardiochirurgia), a Sessa Aurunca (dove è stato trasferito un paziente) e ad Avellino con inevitabili disagi per le famiglie costrette a spostarsi così lontano. La direzione sanitaria del Cardarelli solo nel pomeriggio di ieri è poi riuscita a trasferire quattro pazienti riattivando le camere operatorie della Neurochirurgia anche per le attività ordinarie. «Il Cardarelli – dice Verdoliva – ha attivato automaticamente i protocolli d’emergenza e grazie all’unità di crisi non ha interrotto mai la continuità assistenziale, né tantomeno l’attività chirurgica d’emergenza. Un lavoro certosino volto a valutare ogni singolo caso per definire quali pazienti trasferire una volta ottenute le disponibilità. Garantita senza soluzione di continuità anche l’attività della chirurgia epatobiliare e del centro trapianti. Differiti di un giorno solo gli interventi di elezione. Non possiamo sapere quali emergenze ci troveremo a fronteggiare domani, ma sappiamo che saremo in grado di governarle». Un lunedì campale anche per la funzionalità della centrale operativa del 118 dove ieri si sono registrate in contemporanea nove defezioni del personale medico e infermieristico per malattia (di cui una per congedo parentale). Personale sostituito da altri camici bianchi già formati nei mesi scorsi al Cardarelli (140 unità) nelle attività di triage. Anche qui è partita una segnalazione da parte del manager del Cardarelli alle autorità preposte ai controlli. Questa volta è andata bene con una risposta diversa e uno sforzo senza precedenti ma segnalando una falla già nota nella stesura del Piano ospedaliero che vede sguarnite di alte specialità le aree provinciali a Sud e a Nord di Napoli. La Asl Napoli 3 Sud non ha un solo reparto di neurochirurgia e anche per i grandi traumi riversa pazienti gravi su Napoli. A Pozzuoli c’è la Neurochirurgia ma anche questa Asl ha penuria di posti letto da realizzare ex novo. Ma mancano gli spazi, i progetti e le risorse. Intanto la direzione generale del Cardarelli ha attivato uno speciale servizio per i codici bianchi: fino al 5 febbraio un medico e un infermiere al pronto soccorso saranno dedicati esclusivamente ai casi meno gravi, così da alleggerire il lavoro per i casi più delicati. L’unità di crisi resta attiva per le prossime ore così da assicurare la migliore gestione possibile di un eventuale riacutizzarsi del problema. Uno sforzo che porta al massimo l’impegno del personale. Franco Verde dell’Anaao provinciale chiede una maggiore attenzione al governatore. «I medici del Cardarelli – dice il sindacalista – sono pochi e le assunzioni programmate non sono sufficienti, soprattutto anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari. Il piano di crisi del Cardarelli andrebbe adottato su scala regionale anche da altre Aziende in cui sono presenti aree di Emergenza per voltare pagine suoi livelli di assistenza e rendere stabile l’integrazione nelle rete delle Case di cura». (Ettore Mautone – Il Mattino)