Napoli. Emergenza barelle e 118, piano speciale al Cardarelli. Al Pronto soccorso 32 posti in più per i ricoveri
Napoli. Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza barelle e un piano B per garantire la funzionalità del 118 ed evitare che anche le lettighe delle ambulanze, impiegate nella rete dell’emergenza, restino impantanate per ore nel pronto soccorso. Il manager del Cardarelli Ciro Verdoliva ha adottato ieri un provvedimento sperimentale che prevede, in caso di crisi, che […]
Napoli. Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza barelle e un piano B per garantire la funzionalità del 118 ed evitare che anche le lettighe delle ambulanze, impiegate nella rete dell’emergenza, restino impantanate per ore nel pronto soccorso. Il manager del Cardarelli Ciro Verdoliva ha adottato ieri un provvedimento sperimentale che prevede, in caso di crisi, che una quota dei circa mille posti letto dell’ospedale collinare siano messi a disposizione delle attività di Osservazione breve dopo l’accesso in pronto soccorso. Posti selezionati per disciplina con il potenziamento dei trasferimenti interni. In totale si tratta di circa 32 unità individuate presso il dipartimento medico polispecialistico (18 posti), i due dipartimenti chirurgici (6 posti), il centro trapianti (2 posti) e la oncopneumoematologia (6 letti) che ogni giorno dovranno rappresentare una riserva ulteriore alla Osservazione breve che già conta su oltre 35 posti più una quota di posti mobili. La misura entrerà in vigore oggi e durerà fino a febbraio ma eventualmente sarà resa strutturale o attivata incaso di crisi. «Il dispositivo – spiega Verdoliva – è stato condiviso con tutti i direttori di dipartimento senza alcuna imposizione dall’alto ascoltando anche i suggerimenti giunti da tutti i camici bianchi dell’ospedale». Per fronteggiare la crisi dei pronto soccorso nella maggior parte degli ospedali della Campania, presi d’assalto nei fine settimana e nei ponti dei festivi quando il filtro dei medici di famiglia salta e le guardie mediche non sono altrettanto efficaci, il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha dato carta bianca ai manager di Asl e ospedali per sciogliere questo nodo. Il manager della Asl Napoli 1 Elia Abbondante ha adottato una disposizione di servizio per la quale saranno potenziati, a partire da lunedì prossimo, i trasferimenti di pazienti stabilizzati dai pronto soccorso ai reparti di degenza di tutti gli ospedali, compresi Ascalesi e Incurabili guadagnando circa 60 posti letto in più in caso di saturazione delle disponibilità negli altri presìdi della Asl. Al Cardarelli oltre al polmone individuato da Verdoliva nei vari reparti sono state messe ulteriormente a punto le misure già attive, con l’abolizione delle guardie notturne interdivisionali, la velocizzazione delle procedure di dimissione anche nei giorni prefestivi dei pazienti che hanno terminato la degenza e concluso il trattamento chirurgico, lo stop all’impegno del dipartimento di emergenza per attività legate alle cure quotidiane di pazienti in regime di ricovero ordinario. La nuova gestione, pur contemplando esuberi rispetto ai posti disponibili, tendenzialmente non deve debordare oltre i limiti operativi del personale. Così in Medicina d’urgenza in media non si deve andare oltre i 43 pazienti al giorno, soglia che per la Chirurgia d’urgenza si ferma a 38, a 34 per l’Utic (Cardiologia), a 36 in Neurochirurgia e a 30 in Neurologia. Il contingente più alto è riservato all’Osservazione breve intensiva (Obi) vero e proprio polmone del Pronto soccorso. Qui sono 55 le presenze giornaliere massime ammesse (su 35 letti e 45 medici in servizio sulle 24 h). A questo reparto spetta la priorità dei trasferimenti verso tutte le unità operative fatta eccezione per la Riabilitazione cardiologica su cui ha un canale preferenziale l’Utic. In caso di ricovero assolutamente indispensabile in uno dei reparti del Dea, laddove sia stato raggiunto il tetto massimo, il medico di guardia dovrà individuare un paziente trasferibile e traslocarlo d’ufficio, con priorità di trasporto, verso altri padiglioni. Per quanto riguarda le visite specialistiche e i day hospital, se si verifica l’esigenza di un ricovero urgente è previsto un codice rosso ad accesso diretto (anche per il giorno successivo) che elimina il passaggio attraverso il pronto soccorso. I pazienti che devono sottoporsi a procedure di Radiologia interventistica (Urologia, Chirurgia vascolare) da eseguire nei reparti di emergenza vanno ricoverati nei rispettivi reparti e dopo l’intervento immediatamente ritrasferiti. Sta funzionando anche il protocollo di sedazione per le lussazioni da effettuare al dipartimento di anestesia. Inoltre i reparti di degenza non possono rifiutare i ricoveri: eventuali contestazioni vanno indirizzate alla direzione sanitaria. In caso di eccesso di ricoverati scatterà il blocco dei ricoveri programmati. Infine le dimissioni protette che al Cardarelli avvengono a ciclo continuo, anche il sabato e su turni di 12 ore, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, organizzando turni adeguati di guardia medica. Accantonata, invece, almeno per ora, l’ipotesi di filtro agli accessi impropri con l’impiego delle guardie mediche in ospedale. Un esperimento, al Loreto Mare, nel 2009 fu poi interrotto nel febbraio 2015 per motivi di ordine pubblico. I codici bianchi se adulti pagherebbero il ticket di 50 euro. Gli infermieri del triage al Loreto Mare non osavano chiedere il pagamento per paura di violenze. Per cui gli accessi impropri privi di emergenza diventavano tutti codici verdi. Si attende invece che l’altra gamba del Piano ospedaliero, su cui far camminare la risalita della sanità campana, il piano territoriale delle Asl in funzione filtro agli accessi ai pronto soccorso, inizia a muovere i primi passi. Dal 15 dicembre si parte con la sperimentazione delle Aft (Aggregazioni funzionali di medici di famiglia) e delle Uccp (Unità complesse di cure primarie), almeno una per Asl, in cui far confluire specialisti, pediatri, guardie mediche e un minimo di tecnologia. In pole 6 distretti delle tre Asl metropolitane, non a caso dislocati nelle vicinanze del Cardarelli per rendere strutturale l’addio alle barelle ma si attende che il decollo riguardi tutta la Campania. (Ettore Mautone – Il Mattino)