Napoli. Polemica su Caravaggio, Sgarbi attacca il direttore di Capodimonte: «Incompetente, vada via»
«Il mio pallino, adesso, è come liquidare Bellenger». A Napoli per presentare il catalogo della sua mostra «I tesori nascosti», inaugurata lo scorso 6 ottobre alla Basilica della Pietrasanta, Vittorio Sgarbi svela i veri obiettivi della sua nuova «missione »napoletana: fare la guerra a Sylvain Bellenger, il direttore del museo di Capodimonte, reo di aver […]
«Il mio pallino, adesso, è come liquidare Bellenger». A Napoli per presentare il catalogo della sua mostra «I tesori nascosti», inaugurata lo scorso 6 ottobre alla Basilica della Pietrasanta, Vittorio Sgarbi svela i veri obiettivi della sua nuova «missione »napoletana: fare la guerra a Sylvain Bellenger, il direttore del museo di Capodimonte, reo di aver criticato in un’intervista il troppo «rumore» della vicenda sui Caravaggio (l’Adorazione dei pastori promessa al Madre per Natale e mai partita da Messina e la Maddalena addolorata, di dubbia attribuzione, esposta alla Pietrasanta) e curare alcuni progetti culturali per la Regione. Il catalogo – a cura di Vittorio Sgarbi e Pietro Di Natale, edito da Maggioli Musei con progetto grafico di Sara Pallavicini – è stato presentato ieri pomeriggio nella Basilica della Pietrasanta, con la partecipazione dei sottosegretari Gennaro Migliore e Antimo Cesaro, ma nel primo pomeriggio Sgarbi, di ritorno dalla Reggia di Carditello – «i lavori vanno a rilento, avrebbero dovuto darla ai privati» – ha incontrato i giornalisti nella casa-museo al Vomero di Guido Donatone. Il critico ferrarese legge l’sms di complimenti per la mostra ricevuto da Nicola Spinosa – che pure aveva espresso dubbi, critiche ed appelli sulla vicenda dei due Caravaggio – a testimonianza della pace fatta con l’ex soprintendente con cui probabilmente collaborerà per la prossima mostra campana, e si dichiara subito «belligerante» con l’attuale direttore di Capodimonte. Lo chiama «mentecatto francese», lo accusa di «cattiva educazione», lo invita «a fare lo spiritoso a casa sua», si augura «che venga cacciato da Capodimonte perché è un incompetente» altrimenti, sostiene, «sarebbe stato contento di trovare nella mia mostra tante opere che rimandano alle collezioni di Capodimonte», «a me la Pietrasanta per la mostra l’hanno offerta, lui perché non l’ha chiesta?». «Voglio sfidarlo a duello», dice infine Sgarbi, e per colpire usa anche l’introduzione che ha scritto al catalogo, intitolata «L’oggetto sono io» in cui allo storico francese e alle sue dichiarazioni dedica ampio spazio, non risparmiandogli critiche velenose anche per le acquisizioni fatte quando era a Chicago né per la prossima mostra su Picasso. Annuncia di voler fare battaglia con il ministro Minniti perché il Caravaggio e il Tiziano portati via da Spinosa lascino Capodimonte e tornino nella chiesa di San Domenico, nel centro storico, dove sarebbero più fruibili. Bellenger, però, non ha nulla da rispondergli. Nel catalogo, intanto, ad oltre un mese dall’inaugurazione della mostra, compare finalmente la scheda sulla Maddalena Addolorata, attribuita a Caravaggio da Francesco Petrucci, scritta da Pierluigi Carofano: gli esperti diranno, poi, se è sufficiente a fugare i dubbi. Come quelli che, d’altronde, ancora pesano sulla cosiddetta Giuditta di Tolosa, la tela ritrovata in una soffitta in Francia, attribuita con certezza al genio lombardo praticamente soltanto da Nicola Spinosa, esposta con molto polemiche a Brera e che Sgarbi vorrebbe portare a San Martino, per un progetto che coinvolge le tre certose di Napoli, Capri e Padula. A San Martino il Seicento, con la Giuditta di Tolosa esposta insieme a quelle di Artemisia Gentileschi e magari a quella più moderna di Gustav Klimt, a Capri il primo Novecento con la mitologia del simbolismo di Diefenbach, a Padula la crisi dell’arte contemporanea con Fontana, Burri, Beuys. Questo il progetto per il nuovo incarico che Sgarbi ha ricevuto da De Luca: «Avrei fatto volentieri il suo assessore alla cultura ma poi si è tenuto la delega. D’altronde mi ha spiegato che la Regione ha solo il Madre e mi ha affidato il compito di contaminare la sua contemporaneità. Io ci avrei portato i bronzi di Riace a Donnaregina, ma non li hanno dati nemmeno all’Expo! A De Luca, poi, ho proposto anche un Festival dell’Essere da organizzare in varie località del Cilento». E i capolavori che aveva promesso al museo di arte contemporanea? Il Van Gogh e il Caravaggio da Messina? «Per il Van Gogh stiamo trattando, sul Caravaggio ho avuto l’assicurazione di Crocetta, ma di lui non mi fido». Secondo Gianni Filippini, produttore con Sgarbi della mostra «I Tesori Nascosti» che ad oggi ha fatto 19.638 visitatori alla Pietrasanta, l’Adorazione dei pastori di Caravaggio potrebbe arrivare a Napoli da Messina, dove adesso è visitabile soltanto nel weekend, al massimo per i primi di marzo e dovrebbe tornare in Sicilia per Pasqua. Ma anche di lui Sgarbi dice di non fidarsi. (Gaty Sepe – Il Mattino)