Napoli. Striscioni anti-De Luca negli ospedali: blitz notturno degli attivisti
Napoli. Notte di blitz, tra il 12 e il 13 gennaio, che ha visto l’affissione su diversi presidi ospedalieri cittadini di cartelli e striscioni di protesta contro la gestione della sanità campana. I primi striscioni erano comparsi già due giorni fa sulla facciata dell’ospedale “Loreto Mare” dove si leggeva ‘Gemellati con Nola’. Cinque striscioni erano stati […]
Napoli. Notte di blitz, tra il 12 e il 13 gennaio, che ha visto l’affissione su diversi presidi ospedalieri cittadini di cartelli e striscioni di protesta contro la gestione della sanità campana. I primi striscioni erano comparsi già due giorni fa sulla facciata dell’ospedale “Loreto Mare” dove si leggeva ‘Gemellati con Nola’. Cinque striscioni erano stati affissi all’esterno dell’edificio in segno di solidarietà con i colleghi medici e infermieri dell’ospedale di Nola, dove si erano registrati ricoveri a terra e in condizioni di estremo degrado. Quelle condizioni di estrema difficoltà nel fornire assistenza sanitaria erano state riportate sugli striscioni fuori al Loreto Mare con appelli rivolti al Presidente della Regione Campania, De Luca e al Ministro Lorenzin. Poche ore dopo la comparsa degli striscioni, nel presidio di via Vespucci, erano arrivati ispettori dell’Asl Napoli 1 Centro, per verificare la natura e le responsabilità relative all’affissione degli striscioni, ordinandone la rimozione. Al momento, in ogni caso non risulta alcun provvedimento disciplinare a carico del personale sanitario e, inoltre, non si sa chi possa aver affisso quelle scritte di protesta che, a quanto pare, non hanno incontrato il favore dei vertici dell’ Asl che le hanno fatte rimuovere. Ma gli striscioni, seppure diversi, sono ricomparsi stamattina non solo fuori al Loreto Mare ma anche davanti agli ospedali ‘San Paolo’, ‘Santobono’, ‘Ascalesi’, ‘San Giovanni Bosco’ e il presidio ‘San Gennaro’. «De Luca, pienz’a’ salute. Dimettiti», si legge sugli striscioni. Autori del blitz sono stati gli attivisti e i membri dei comitati cittadini e dei centri sociali, tra cui Insurgencia che ne ha rivendicato la paternità sui social. (Melina Chiapparino – Il Mattino)