Pompei. Custodi in trincea, la fuga dei turisti. Visite agli scavi disdette o rinviate. Arrivo il ministro Franceschini

30 gennaio 2017 | 17:01
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Pompei. Custodi in trincea, la fuga dei turisti. Visite agli scavi disdette o rinviate. Arrivo il ministro Franceschini

Pompei, la città antica delle meraviglie e dei misteri, è ormai ridotta a campo di battaglia. Soprintendenza e sindacati vanno allo scontro frontale: nessuno vuole cedere. Il direttore Massimo Osanna, deciso a tutelare con ogni mezzo l’immagine del sito e i diritti dei turisti, si prepara a schierare un esercito di giovani laureati e funzionari […]

Pompei, la città antica delle meraviglie e dei misteri, è ormai ridotta a campo di battaglia. Soprintendenza e sindacati vanno allo scontro frontale: nessuno vuole cedere. Il direttore Massimo Osanna, deciso a tutelare con ogni mezzo l’immagine del sito e i diritti dei turisti, si prepara a schierare un esercito di giovani laureati e funzionari dei suoi uffici per sostituire i custodi che domenica prossima, giorno di apertura gratuita, si riuniranno in assemblea fino alle 11. Sull’altro fronte Antonio Pepe, leader delle sigle autonome Unsa e Flp, lancia la sua controffensiva: «A questo punto non c’è più possibilità di dialogo. Siamo disposti a parlare soltanto con il ministro». Lui, il ministro Dario Franceschini, si prepara effettivamente a planare su Pompei. Ma non lo farà per dirimere le annose controversie sulla distribuzione dei carichi di lavoro e la garanzia degli standard di sicurezza. Obiettivo della missione – programmata per giovedì 9 febbraio, quando cioè la sfida dell’assemblea si sarà già consumata – è illustrare al commissario europeo Corina Cretu lo stato d’avanzamento del Grande Progetto Pompei, con un bel giro nei cantieri e la visita in anteprima di alcune domus non ancora aperte al pubblico: Casti Amanti, Sirico, Orso ferito. La vertenza sindacale si concentra intanto su quello che dà più peso alle parti in causa: i numeri. Gli autonomi hanno fatto partire una campagna d’adesione all’assemblea di domenica prossima che dovrebbe coinvolgere almeno 70 lavoratori. Giovedì scorso, quando si accese il primo atto dello scontro, i custodi in riunione erano una trentina. Per sopperire alla loro assenza Osanna fece ricorso ai giovani laureati dell’Ales, società in house del ministero, e per questa scelta si ritrovò denunciato alla Procura. Stavolta si prepara a schierare anche i suoi funzionari, tirandoli fuori dagli uffici. Fanno i conti con una prospettiva di disagio annunciato anche gli operatori del turismo. Comunque vadano le cose, è assai probabile che il sito archeologico non sia fruibile nella sua completezza e che si debba ricorrere al meccanismo della rotazione tra domus aperte e chiuse. Perciò, non volendo fare brutta figura con i clienti, stanno già riprogrammando le visite guidate rinviandole al pomeriggio. «Ma non tutti i turisti sono disposti a rivedere i loro programmi – spiega a nome della categoria Antonio Bifulco, titolare di cinque agenzie di viaggio – francesi e spagnoli, in particolare, hanno preferito disdire». Frittata già fatta, insomma, quando ancora manca una settimana all’inizio dell’assemblea. Come sfondo della bagarre sindacale c’è anche il crollo di un muro – per fortuna non affrescato – nella Casa del Pressorio di Terracotta, inserita in un cantiere di restauro congelato da un ricorso al Tar. Sul dissesto indaga la Procura di Torre Annunziata. E diventa materia di discussione l’intera gestione degli appalti del Grande Progetto Pompei. Circola un documento trasmesso a ottobre dall’Ufficio vigilanza lavori dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) nel quale si fa l’elenco di una serie di possibili criticità degne di attenzione. Si punta l’accento, in particolare, sulle gare con il sistema del massimo ribasso, «fino al 65 per cento», circostanza questa che «potrebbe portare le ditte ad utilizzare lavoratori a nero oppure a risparmiare sulle norme di sicurezza». E, ancora, l’affidamento di più lotti dei lavori alle stesse imprese, che si trovano «ad eseguire cumulativamente, nello stesso periodo e per conto della medesima amministrazione, commesse per un importo complessivo – fino a 6 milioni e mezzo di euro – notevolmente maggiore della classifica di qualificazione Soa per la quale sono state attestate». Alla Soprintendenza venivano concessi 20 giorni per sanare le situazioni dubbie o controdedurre i rilievi mossi dall’Anac. «Dopo la richiesta dell’Autorità – spiega direttore generale del Grandeprogetto, il generale Luigi Curatoli – ho chiesto all’ispettorato del lavoro di effettuare controlli in tutte le ditte e di elevare contravvenzioni. Le ispezioni saranno periodiche e inaspettate. Quanto alla concentrazione di più cantieri nelle mani delle stesse ditte, a questa anomalia si sta ponendo rimedio giù da anni». Un’ulteriore chiarimento arriva dalla stessa Anac. Il carteggio – fa sapere l’Autorità – contiene gli esiti di un’attività istruttoria nella quale sono state evidenziate alcune criticità alle quali si chiede di porre rimedio. Si tratta di una strategia di «vigilanza collaborativa», nella quale tutti i soggetti coinvolti si adoperano per il fine comune della trasparenza. Correggere le deviazioni dal percorso, laddove ce ne siano, richiede comunque tempo. Di qui un’ultima raccomandazione: che nulla metta a rischio il regolare proseguimento dei lavori. (Paola Perez e Susy Malafronte – Il Mattino)