Sarri: «Un punto che ci lascia delusi, nel finale troppa confusione»
C’è sempre una Corea per tutti. E per Sarri questo pareggio con il Palermo con un piede in serie B sarà magari una mezza Corea ma è in ogni caso un manrovescio tanto doloroso quanto inaspettato. Il suo Napoli ha trovato muri alti come montagne e nove difensori a impedire qualsiasi cosa e così il […]
C’è sempre una Corea per tutti. E per Sarri questo pareggio con il Palermo con un piede in serie B sarà magari una mezza Corea ma è in ogni caso un manrovescio tanto doloroso quanto inaspettato. Il suo Napoli ha trovato muri alti come montagne e nove difensori a impedire qualsiasi cosa e così il tiki taka sarriano è andato a pezzi. Per una notte. È una marcia indietro, certo, perché è l’ennesima giornata in cui il tecnico azzurro finisce per chiedersi di che pasta veramente è fatto questo colosso azzurro con i piedi buoni ma con la testa di argilla che fallisce l’aggancio al secondo posto. Sarri, che frenata. Come ci si rialza? «Queste sono partite stregate che ogni tanto possono capitare. Quel che conta è la prestazione e mi sembra che la squadra non abbia fatto male. Certo è un punto che lascia l’amaro in bocca». La solita storia: tanto possesso, tanti tiri ma alla fine c’è il puntuale errore in difesa. «Il gol è arrivato nell’unica occasione che abbiamo concesso al Palermo in novanta minuti. Chiaro, non è un caso, perché prendiamo sempre gol così: c’è il rammarico per il risultato ma la squadra ha creato tantissimo anche se non è riuscita a concretizzare la sua superiorità territoriale». Certo, il Palermo ha difeso in 10. «Motivo per cui all’estero le partite italiane non le vede nessuno». Nel finale è parsa una squadra con le idee poco chiare. «È vero, negli ultimi minuti siamo stati un po’ troppo confusionari ma questo è l’unico rimprovero che posso fare ai miei ragazzi. Ci vuole maggiore lucidità in questa fase ma la squadra è giovane e può succedere che questo non avvenga. Ma per me la prestazione resta di altissimo livello». Però era pur sempre la penultima in classifica. «Che ha cambiato allenatore da pochi giorni: mi aspettavo una reazione del Palermo e c’è stata. Quello che è mancato è stato il nostro cinismo». Pavoletti fa fatica a integrarsi? «Normale. Bisogna abituarsi alla sua presenza in campo: ma dall’altra parte questa è una squadra che da due anni non alza mai la palla oltre i due metri… Spero che questi spezzoni di gara gli servano per affinare il feeling con la squadra e aiutarci a venire a capo di certe partite, come quella con il Palermo». Ci vorrà molto tempo? «La squadra deve abituarsi a Leonardo e Leonardo deve affinare i meccanismi e recuperare la condizione. Ma abbiamo avuto 12 o 13 nitide occasioni per fare gol, non posso rimproverare nulla a nessuno». Milik e Pavoletti potranno giocare insieme? «Tutto è possibile, ma quello che conta è che Arek torni in grandi condizioni. Mi ha chiesto di potersi allenare e per questo non è venuto in panchina con me. Però lui ancora non si sente pronto». Molto spesso ha richiamato Mertens. «Non è abituato a giocare alle spalle di una prima punta e l’ho invitato a dare una maggiore mano in fase difensiva». L’aggancio alla Roma è sfumato? «Non ci ho mai pensato. Né ci penserò: ora nella mia testa c’è solo il Bologna e null’altro. I miei obiettivi sono settimanali». In un colloquio a Sky ha parlato di Higuain. «È vero, devo ammettere che il suo addio è stato duro, è stato senza dubbio un brutto abbandono: io mi aspettavo che andasse in Premier ma non alla Juventus. E questo ha reso più pesante la sua partenza. Per un po’ non l’ho voluto sentire. Ma è come quando ti fa arrabbiare un figlio: all’inizio lo sbraneresti ma alla fine resta pur sempre un figlio». Dunque lo ha perdonato? «Ha fatto una scelta discutibile, ma questo non vuol dire che non sia una persona a posto. Gli voglio bene e a lui devo molto». (Pino Taormina – Il Mattino)