Scuola si cambia , prova invalsi anche in inglese

15 gennaio 2017 | 09:32
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Scuola si cambia , prova invalsi anche in inglese

Roma. Esami più semplici, più valore al curriculum scolastico, più inglese. E più impegno per la scuola dell’infanzia. Approvati ieri in extremis in Consiglio dei ministri, i decreti attuativi sulla scuola arrivano ora in Parlamento e inizia l’iter per una nuova riforma dell’istruzione che andrà a completare il percorso avviato dalla legge 107. Le 9 […]

Roma. Esami più semplici, più valore al curriculum scolastico, più inglese. E più impegno per la scuola dell’infanzia. Approvati ieri in extremis in Consiglio dei ministri, i decreti attuativi sulla scuola arrivano ora in Parlamento e inizia l’iter per una nuova riforma dell’istruzione che andrà a completare il percorso avviato dalla legge 107. Le 9 deleghe previste dalla Buona Scuola, infatti, sarebbero scadute oggi e il lavoro svolto finora, tra tavoli al ministero dell’istruzione e dibattiti infuocati, sarebbe andato perduto. Così ieri la ministra all’istruzione Valeria Fedeli ha tenuto banco in Consiglio dei ministri, spingendo forte sull’acceleratore per non mandare all’aria il lavoro di mesi. Alla presenza del premier Gentiloni alla sua prima uscita dopo il ricovero, sono state approvate 8 deleghe su 9 lasciando fuori quella relativa alla revisione del Testo unico della scuola, che sarà affidata ad un disegno di legge specifico perché necessita di più tempo. I testi approvati riguardano la formazione iniziale e di accesso all’insegnamento, l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, la riforma del settore educativo da zero a sei anni, il diritto allo studio, la promozione della cultura umanistica, il riordino della normativa delle scuole italiane all’estero e la riforma della valutazione e degli Esami di Stato. L’esame di maturità viene semplificato con due sole prove scritte (invece di tre) più il colloquio orale. I test Invalsi non daranno punteggio ma l’esito sarà riportato nella documentazione allegata al diploma. Viene introdotta una prova Invalsi in Inglese sia al termine della scuola primaria, sia della secondaria di primo e secondo grado, per certificare le abilità di comprensione e uso della lingua inglese. E così, tra favorevoli e contrari, si apre ora l’iter legislativo che vedrà lavorare in prima linea le commissioni parlamentari. «Abbiamo scelto di salvaguardare le deleghe, la loro attuazione e il lavoro fatto finora avviandone l’iter di approvazione prima della loro scadenza prevista il 15 gennaio – dichiara il ministro Fedeli -. Oggi comincia un percorso, è un punto di partenza. Aver dato il primo via libera in Consiglio dei ministri non significa pensare che i testi siano chiusi: lavoreremo nelle Commissioni parlamentari, assicurando una forte partecipazione e presenza del ministero e del governo per ascoltare in audizione tutti i soggetti coinvolti. Dirigenti scolastici, insegnanti, personale della scuola, sindacati, studenti, famiglie, associazioni, stakeholder in modo che i testi finali saranno frutto della massima condivisione possibile». Ancora molto, quindi, c’è da fare e i testi giunti in Cdm non sono che il punto di partenza. Ma ieri è emerso chiaramente che la neo ministra Fedeli farà sentire la sua voce: la titolare di viale Trastevere infatti, nominata da poche settimane, è riuscita a dettare l’agenda dei lavori dando la sua impronta all’intera discussione. Non senza scontrarsi con i colleghi con cui non sono mancati confronti anche dai toni accesi: innanzitutto sul tema dell’educazione di genere che la ministra avrebbe voluto portare nelle classi da zero a sei anni. Quindi in nidi e materne. Incrociando il veto del titolare della Farnesina, Angelino Alfano. Dopo il duello con il ministro degli Esteri, la Fedeli ha posto il suo veto alla richiesta del ministro della giustizia Orlando di abolire le bocciature nella scuola elementare. Una novità non gradita alla ministra all’Istruzione. È invece scomparsa la possibilità, prevista nella delega sulla valutazione, di abolire alle scuole medie i voti numerici voluti nel 2008 dall’allora ministra Gelmini e sostituirli con le lettere: A, il massimo dei voti, B, C, D ed E. La norma è stata cancellata e, per le medie, resta solo la revisione dell’esame conclusivo del primo ciclo. Lorena Loiacono , Il Mattino