Vico Equense. Il Freddo non ferma le coraggiose “Pacchianelle”
Vico Equense. Una tradizione immutata che non si ferma mai, ormai da 108 anni, dal lontano 1909 quando un frate del convento dei frati minimi di San Vito, fra Pasquale Somma per omaggiare la nascita di Gesù, vestì otto contadinelle per le strade del piccolo borgo; negli anni a venire è stata poi prolungata per […]
Vico Equense. Una tradizione immutata che non si ferma mai, ormai da 108 anni, dal lontano 1909 quando un frate del convento dei frati minimi di San Vito, fra Pasquale Somma per omaggiare la nascita di Gesù, vestì otto contadinelle per le strade del piccolo borgo; negli anni a venire è stata poi prolungata per il centro cittadino divenendo un evento importante nei festeggiamenti natalizi in costiera e nella solennità dell’Epifania del Signore.
Il freddo e il gelo che ha costretto gli organizzatori ha cambiare il percorso, omettendo Via Santa Maria del Toro, la Stazione e Viale della Rimembranza spostando quindi il corteo fino a piazza Kennedy dove ha ricevuto i saluti dei frati minimi e del sindaco Andrea Buonocore e relegandolo fino alla zona della chiesa di San Ciro e la Piazza senza passare per il Vescovado, non ha fermato i tanti figuranti che ogni anno partecipano a questo sempre bello presepe itinerante.
Di numero leggermente minore rispetto agli scorsi anni per le varie influenze del periodo e il freddo che ha costretto molti a non uscire di casa, non sono mancati i figuranti “tradizionali”, quelli che ogni anno ormai da decenni tramandandolo di generazione in generazione (nonni-nipoti) non fanno mancare la loro partecipazione resistendo soprattutto al forte vento che ha congelato le mani ma non il cuore.
E’ un presepe itinerante ispirato alla tradizione del ‘700 napoletano che include, oltre alla natività e ai Re magi, nobili e, soprattutto, il popolo: i «pacchiani» e le «pacchianelle», ossia contadini, lavandaie, pastori, cacciatori, pescatori, casari con i loro figli. Evento che unisce oriente e occidente, folklore e religione, sfarzo e semplicità, oggetti preziosi e prodotti della penisola sorrentina. Abbiamo delle bellissime tradizioni e a volte non ci facciamo nemmeno caso. Abbiamo però un dono: possiamo preservarle!