BENEVENTO – Nella notte data alle fiamme in città un’altra vettura. L’auto distrutta del tutto dalle fiamme è una Citroen C3, era in sosta in uno spiazzo, in una traversa che conduce da via Torre della Catena a via Cassella a pochi metri da un negozio di ferramenta. Le fiamme l’hanno resa inutilizzabile e l’incendio […]
BENEVENTO – Nella notte data alle fiamme in città un’altra vettura. L’auto distrutta del tutto dalle fiamme è una Citroen C3, era in sosta in uno spiazzo, in una traversa che conduce da via Torre della Catena a via Cassella a pochi metri da un negozio di ferramenta. Le fiamme l’hanno resa inutilizzabile e l’incendio ha anche danneggiato un’ altra auto una Skoda, che era parcheggiata a poca distanza. L’incendio si è sviluppato nella notte, intorno alle quattro, e nonostante l’ora, le imponenti fiamme in uno spazio circondato da edifici, hanno subito fatto scattare l’allarme. C’è stato pertanto l’intervento dei vigili del fuoco per domare il rogo e degli agenti della Volante per una prima ricostruzione dell’accaduto. Ora le indagini vengono svolte dagli agenti della Squadra Mobile per approfondire i vari aspetti e cercare di giungere alla identificazione degli attentatori.Dai primi accertamenti, l’auto è risultato essere intestata ad una ditta che opera nel settore dell’abbigliamento. Inoltre i primi elementi raccolti dai vigili del fuoco, pur non essendo stato rinvenuto sul posto contenitori con liquido infiammabile, renderebbero plausibile l’ipotesi di una natura dolosa del rogo. Del resto anche la consistenza delle fiamme rende poco probabile un difetto elettrico, con innesto partito dal vano motore.Ora le indagini che sono all’inizio puntano innanzitutto a reperire qualche immagine dalle telecamere che sono installate in zona al servizio di alcune attività commerciali che le hanno collocate per tutelarsi dai furti. Tra le ipotesi su cui si soffermano gli investigatori chiaramente c’è anche quella estorsiva, ma le indagini non trascurano altri possibili moventi. Tenuto anche conto che proprio la ripetitività di certi incendi ha fatto ritenere agli inquirenti che le motivazioni siano svariate, e non tutte esclusivamente ascrivibili ad intimidazioni estorsive.
IL MATTINO