Cava de’ Tirreni. Petizione contro gli arrivi dei migranti. Crescono le perplessità sui luoghi dell’accoglienza
Cava de’ Tirreni. La questione dell’arrivo dei migranti in città fa ancora discutere. Questa volta è un ex amministratore a portarla all’attenzione del sindaco Vincenzo Servalli. L’ex assessore della giunta Gravagnuolo Alfonso Senatore si è fatto promotore di una petizione popolare, nella quale si chiede che sia convocata, con urgenza, «una seduta straordinaria e monotematica […]
Cava de’ Tirreni. La questione dell’arrivo dei migranti in città fa ancora discutere. Questa volta è un ex amministratore a portarla all’attenzione del sindaco Vincenzo Servalli. L’ex assessore della giunta Gravagnuolo Alfonso Senatore si è fatto promotore di una petizione popolare, nella quale si chiede che sia convocata, con urgenza, «una seduta straordinaria e monotematica di Consiglio per deliberare circa l’impossibilità, per ragioni oggettive e di opportunità, di accogliere sul territorio comunale altri migranti». Nel testo della petizione si spiega: «Da alcuni giorni si sta parlando del probabile arrivo in città di 150 migranti extracomunitari. La notizia sta destando preoccupazione e allarme in diversi ambienti cittadini e tutti sono convinti e consapevoli del fatto che Cava non è nelle condizioni generali di sopportare un peso così gravoso come quello costituito dalla presenza di 150 migranti». E ancora: «In particolare ciò che desta maggiore preoccupazione è la situazione della sicurezza in città, che già lascia molto a desiderare e che potrebbe subire un ulteriore impennata peggiorativa dall’arrivo di altri migranti». Secondo Senatore, peraltro, Cava «ha già dato il suo contributo in termini umanitari e solidaristici ospitando 20 migranti nella struttura dei Cappuccini». Nell’ultimo Consiglio comunale, invece, l’ex sindaco Marco Galdi ha chiesto al sindaco Servallidi comunicare i luoghi e le modalità di accoglienza. «Personalmente – ha detto Galdi – ho chiesto di riflettere sull’opportunità del criterio adottato per la distribuzione dei migranti, che concentra l’accoglienza in Comuni già ad alta intensità abitativa dovendosi, a mio giudizio, contemperare questo criterio con la disponibilità di ampie zone del territorio nazionale dove vi sono maggiori spazi di accoglienza». (La Città di Salerno)