Cava de’ Tirreni. Scoperta maxi evasione per due milioni. Imprenditore nei guai
Gestiva la propria attività imprenditoriale all’estero senza che il fisco ne fosse minimamente a conoscenza ma l’indagine, denominata “Africa in nero” e condotta dagli agenti della Guardia di Finanza di Cava, ha permesso di portare a galla l’illecito e individuare l’uomo accusato ora di evasione fiscale per circa due milioni. Questo il risultato dell’attività ispettiva […]
Gestiva la propria attività imprenditoriale all’estero senza che il fisco ne fosse minimamente a conoscenza ma l’indagine, denominata “Africa in nero” e condotta dagli agenti della Guardia di Finanza di Cava, ha permesso di portare a galla l’illecito e individuare l’uomo accusato ora di evasione fiscale per circa due milioni. Questo il risultato dell’attività ispettiva volta a contrastare il dilagante fenomeno dell’evasione e dell’elusione fiscale. A finire nel mirino delle Fiamme Gialle, dunque, è stato un imprenditore di Cava, specializzato nella vendita di automezzi e macchinari industriali e che – pur essendo regolarmente residente in Italia – non dichiarava all’Agenzia dell’Entrate i redditi prodotti in quanto le sedi operative della propria azienda erano all’estero, in particolare in Sud Africa. Ad insospettire la Finanza il fatto che l’uomo non avesse prodotto negli ultimi anni nessun documento contabile attraverso il quale comunicava al fisco le proprie entrate e, dunque, mancavano i versamenti delle relative imposte. Le Fiamme Gialle di Cava de’ Tirreni – partendo da una analisi dei flussi commerciali, in entrata ed in uscita, attinenti le attività imprenditoriali dell’uomo e sulla base dei riscontri rilevati all’estero – hanno potuto acquisire elementi di sospetto in merito alla non ottemperanza degli obblighi fiscali previsti. La fase investigativa si è sviluppata sulla base di controlli che hanno consentito di circostanziare e quantificare le transazioni commerciali effettuate dall’imprenditore sottoposto a verifica fiscale. A seguito delle indagini, protrattisi per diversi mesi, si è avuto il quadro generale della ricostruzione di tutti i movimenti commerciali della società, dopo aver accertato che il soggetto non effettuava la prevista dichiarazione dei redditi, si è successivamente appurato che lo stesso non aveva nemmeno aderito alla procedura di emersione e di rientro di capitali – meglio nota come “voluntary disclosure” – che gli avrebbe consentito, detenendo attività finanziarie e patrimoniali all’estero non dichiarate, di sanare la propria posizione, anche penale, pagando le relative imposte e le sanzioni in misura ridotta. (Giuseppe Ferrara – La Città di Salerno)