Concerto di Alexis a Roma

4 febbraio 2017 | 22:44
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Concerto di Alexis a Roma

Alexis Lefèvre, violino, e Michele Iaccarino, chitarra, in concerto l’11 febbraio al Mamocenter di Roma. Musiche dall’ ultimo album:“ Déjà vu”. Sulle loro note, i passi di flamenco di Felipe Mato. “ Déjà vu “: ma, già visto dove? Dove si erano già visti, Alexis Lefèvre e Michele Iaccarino? Quante volte quel violino e quella […]

Alexis Lefèvre, violino, e Michele Iaccarino, chitarra, in concerto l’11 febbraio al Mamocenter di Roma. Musiche dall’ ultimo album:“ Déjà vu”.
Sulle loro note, i passi di flamenco di Felipe Mato.

“ Déjà vu “: ma, già visto dove?
Dove si erano già visti, Alexis Lefèvre e Michele Iaccarino?
Quante volte quel violino e quella chitarra si erano sfiorati prima di incontrarsi?.
Lefèvre e Iaccarino, due musicisti cresciuti al Sud, a poca distanza l’uno dall’altro, partiti molto giovani per strade diverse, e che, un giorno, si sono trovati a Siviglia.
Due stranieri che avevano squarciato un varco nel flamenco.
Alexis Lefèvre, nasce a Positano, sulla costiera amalfitana. Impara a conoscere il violino fin da piccolo.
A diciotto anni,se ne va: Sudamerica, Europa, poi Siviglia.
Le sue incursioni nel flamenco iniziano alla Carboneria, dove poeti, artisti e personaggi della notte avevano trovato rifugio nell’ultimo periodo franchista.
Tra quei tavoli di legno si sarebbero visti anche Pete Seeger e Frank Zappa.
In poco tempo, Lefèvre e’ al fianco di Vicente Amigo, di Juan Carlos Romero, di Tomatito.
La sua ricerca trasversale, non si ferma. Compone musica per le coreografie di Javier Baron e di Ruben Olmo.
Forma gli “ Ultra Hight flamenco”.
Nel suo primo album da solista , “ Como puede ser”, suona viola , violino, chitarra. Sua è anche la voce.
Ma a Siviglia , in quel varco di flamenco ,c’è anche Michele Iaccarino, quel guaglione di Napoli che aveva cominciato a suonare la chitarra classica a sette anni, a collaborare con alcuni protagonisti del pop e a scrivere colonne sonore.
“ Ma qualcosa cambiò – ricorda Iaccarino- quando ascoltai “Fuente y caudal” di Paco de Lucia.
E così anche lui lascia Napoli
e arriva a Siviglia.
Presto e’ al fianco di El Labrijano, di Chano Lobato. E’ tra i protagonisti della Biennale del flamenco, del Festival di Jerez.
La sua chitarra e la sua ricerca attraversano la danza, la coreografia, la scuola e, ancora, il flamenco.
“Perché – spiega il musicista- non c’è modernità che valga se non si conosce la tradizione”.
E’ un giorno, Lefèvre e Iaccarino, quei due stranieri che si erano aperti quel varco nel flamenco, si incontrano.
“Déja vu” è il loro disco: ma già visto dove?
Forse lungo quelle strade parallele che ora riprendono forma nei brani di questo album.
Forse perche’ , si erano già visti sul “Tren Napoli-Paris, o “ Al puerto”, o magari davanti a un “ Puparuolo”.
Forse, perché “ Napoli spacca”.
E le corde di questo violino e di questa chitarra, questa sera si intersecano con i passi di flamenco di Felipe Mato:e’ l’incontro con un’altra storia.
Quelle di un ragazzino di Siviglia che studia al Conservatorio di Matilde Coral e che, a quattordici anni, anche lui,se ne va.
Ora, Felipe Mato è tra i ballerini più famosi di Spagna e la sua scuola un punto di riferimento a Siviglia.
Anche lui, già visto, chissà dove, chissà quando, attraverso quel varco squarciato nel flamenco.

Daniela Morandini